[Mariagrazia Bonollo • 21.11.03] La pasta biologica «Liberaterra», prodotta col grano coltivato sui terreni confiscati ai boss mafiosi, sarà venduta entro fine anno dalle cooperative di piccoli produttori di cacao e miele  del Costa Rica, appartenenti al circuito del commercio equo e solidale, nei loro mercati locali...

LA PASTA LIBERATERRA IN COSTARICA CON LE COOPERATIVE LOCALI PARTNER DI CONAPI

La pasta biologica «Liberaterra», prodotta col grano coltivato sui terreni confiscati ai boss mafiosi, sarà venduta entro fine anno dalle cooperative di piccoli produttori di cacao e miele  del Costa Rica, appartenenti al circuito del commercio equo e solidale, nei loro mercati locali. E’ una doppia rivoluzione per il comparto agroalimentare internazionale quella annunciata stamane da Lucio Cavazzoni, presidente del Conapi – il Consorzio Apicoltori e Agricoltori-Biologici Italiani – nel corso dell’assemblea dei soci che si è svolta oggi, con ampia partecipazione, a Loiano (Bologna). Una rivoluzione doppia perché non solo l’assise ha sancito l’apertura del Consorzio, leader nazionale per il miele biologico, alle cooperative di altri continenti operanti nel commercio equo e solidale, che potranno così diventare socie con gli stessi doveri e gli stessi diritti dei soci italiani, ma anche perché tale nuovo corso prevede, appunto, che la prima esportazione  avvenga verso questo paese in via di sviluppo, a dimostrazione della volontà del Consorzio di ribaltare gli usuali rapporti commerciali fra il Nord e il Sud del mondo: non più a senso unico – da Sud verso Nord – paritari e reciproci. L’apertura del Conapi alle cooperative di produttori di miele, caffè, cacao e zucchero di canna del Messico, del Guatemala e del Costa Rica, permetterà agli agricoltori e apicoltori del Centro America di scavalcare le intermediazioni delle centrali di importazione italiane. E’ il “progetto Sin Fronteras”, un’esperienza unica nel suo genere che permetterà loro di partecipare attivamente alla gestione non solo delle fasi di produzione e lavorazione dei loro prodotti, ma anche a quella della commercializzazione, con la possibilità di intervenire direttamente sulle scelte e le politiche aziendali di Conapi. “E’ la filosofia che come Consorzio inseguiamo da anni – spiega Cavazzoni -, che coniuga qualità, identità, innovazione e protagonismo dei produttori. Intendiamo portare al consumatore un concetto nuovo, trasversale ai prodotti e alle loro provenienze, di grande responsabilità ed impegno diretto nella qualità, nella tutela dell’ambiente, nella relazione diretta fra produttore e consumatore. E non un consumatore passivo, ma consapevole. Per questo i frutti del nostro lavoro hanno tutti un nome e un cognome, i nostri. Vogliamo stringere un patto con chi li consuma, trasparente e reciproco: lavoriamo per ottenere prodotti che puntano all’eccellenza, che sono espressione del territorio che li ha generati, che sono realizzati con etica e che spesso sono portatori di un grande messaggio”. In questo contesto si è inserita la scelta di accogliere nel Conapi – che ha sede a Monterenzio in provincia di Bologna e che conta 200 soci più 9 cooperative e 2 associazioni – anche agricoltori biologici, come quelli di riso del vercellese, e due cooperative sociali siciliane, che coraggiosamente su terre confiscate alla mafia coltivano con il metodo biologico un grano ottimo per la produzione della tipica pasta corleonese. Queste ultime sono le cooperative Placido Rizzotto e Altro Lavoro di Liberaterra. A testimonianza della condivisione dell’idea e del progetto di Liberaterra, mirato a liberare le terre da vecchie e nuove mafie, l’assemblea dei soci di Conapi ha deliberato oggi di cooptare nel Consiglio di Amministrazione il presidente della Cooperativa Placido Rizzotto, Gianluca Faraone.