[Greenpeace • 28.06.01] Un gruppo di attivisti di Greenpeace e' entrato in azione allo stabilimento della Nestle' in localita' Albairate, nella provincia di Milano...

Azione di Greenpeace alla Nestlè: “No agli OGM nel biberon”

Questa mattina alle ore 08.00, un gruppo di attivisti di Greenpeace e’ entrato in azione allo stabilimento della Nestle’ in localita’ Albairate, nella provincia di Milano. L’iniziativa dimostrativa, che si e’ svolta in modo pacifico e non violento, ha voluto denunciare la commercializzazione di Alsoy, un alimento per  lattanti a base di soia transgenica, rivolto in particolare all’alimentazione della primissima infanzia (bambini da 0 a 12 mesi): in etichetta compare, infatti, la dicitura “proteine isolate di soia (geneticamente modificata)”. Una dozzina di attivisti dell’associazione si sono incatenati ai cancelli della ditta, impedendo l’accesso e l’uscita ai mezzi utilizzati per la distribuzione dei prodotti della Nestle’. Sul luogo e’ stato aperto un grande striscione con scritto: “NESTLE’: STOP AGLI OGM NEL BIBERON” e sono stati posizionati due grandi biberon di circa un metro e mezzo di altezza che riportavano le scritte: “Nestle’-Alsoy Geneticamente Modificato. Il blocco si protrarra’ sino a quando la Nestlè non dara’ garanzie relative all’immediato ritiro del prodotto dal mercato italiano.  “Greenpeace ritiene l’assunzione di organismi geneticamente modificati una grave minaccia per la salute, ancor di piu’ in una fase in cui l’organismo manifesta la massima vulnerabilità, come accade nei lattanti” ha dichiarato Luca Colombo di Greenpeace. Nello scorso febbraio la Nestle’, in risposta ad un questionario inviato da Greenpeace dichiarava, in una lettera all’associazione che  “Nestle’ rispetta le opinioni dei consumatori ed ha pertanto deciso di non utilizzare nei prodotti venduti in Italia materie prime ed additivi derivati da modificazioni genetiche”. “Il comportamento e’ tanto più immorale quando si pensa che la Nestle’ ha ritirato i suoi prodotti Alsoy dai mercati di Belgio e Lussemburgo e che l’Italia e’ rimasta l’unica nazione europea dove viene commercializzato il prodotto, in vendita anche in Thailandia e Hong Kong. La Nestle’ sembra quindi ritenere che gli ingredienti transgenici siano meno pericolosi per i bambini asiatici ed italiani: un classico caso di doppio standard che Greenpeace denuncia e chiede  che venga eliminato” ha aggiunto Luca Colombo. La Nestle’ e’ una multinazionale leader del mercato alimentare internazionale ed e’ gia’ stata duramente accusata per le sue pratiche di marketing aggressive e prive di scrupoli. Basti solo ricordare le critiche raccolte oltre che dalle organizzazioni non governative, anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef per quel che riguarda la diffusione dei latti per la prima infanzia nei paesi in via di sviluppo. In Italia gli OGM sono gia’ vietati nei prodotti alimentari per la prima infanzia dal DPR 128/99 che escludendo i latti sembrerebbe non  comprendere tutti i sostituti del latte materno compresi quelli a base di soia. “Chiediamo al Governo di portare a compimento il quadro normativo  sugli alimenti per l’infanzia inserendo un analogo divieto anche per  i latti per neonati”  ha concluso Luca Colombo.


E’ a disposizione sul sito www.greenpeace.it il rapporto  “Nestle’: Stop agli Ogm” http://www.greenpeace.org/archivio/soia/malsoy.htm (Greenpeace).