DISARMO E ABRUZZO. PAX CHRISTI SCRIVE A BARAK OBAMA E AL GOVERNO ITALIANO


[Pax Christi Italia – 04.05.2009] Nei giorni 24, 25 e 26 aprile 2009, Pax Christi Italia (Movimento Cattolico Internazionale per la Pace) ha tenuto il Congresso Nazionale a Cervia (Ra). Nella seconda giornata si è preso atto delle difficoltà ultime del cammino del movimento e si è sviluppato un interessante dibattito che ha rimotivato l’impegno di tutti i presenti a riqualificare l’azione del movimento, nei settori nevralgici della costruzione della pace.

Il Congresso ha quindi deciso, alla fine dei lavori, di indirizzare una lettera al presidente degli Stati Uniti d’America, Barak Obama, per invitare l’amministrazione statunitense a dirottare l’impegno economico per la costruzione della base militare al Dal Molin di Vicenza sul territorio abruzzese, per la ricostruzione di quanto distrutto dal terremoto, in particolare dell’Università.

In un secondo appello al Governo italiano il Congresso ha chiesto di fermare l’acquisto degli aerei F35 da combattimento e da trasporto di ordigni nucleari, assemblati presso l’aeroporto di Cameri (NO) e dirottare il relativo economico per la ricostruzione in Abruzzo.

PAX CHRISTI ITALIA

Lettera al presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama



Gentile Presidente Obama

abbiamo molto apprezzato le Sue parole di solidarietà in occasione del terremoto che ci ha recentemente colpito ed anche il Suo desiderio di esserci vicini concretamente.

Ci piacerebbe che questa Sua volontà si realizzasse attraverso gesti comuni tra Stati uniti e Italia, con aspetti innovativi e sorprendenti,che già caratterizzano le sue iniziative politiche. Sarebbe significativo sospendere i lavori della base militare Dal Molin di Vicenza, e trasferire uomini, mezzi e finanziamenti all’ L’Aquila per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Il Governo italiano certamente faciliterebbe lo spostamento delle imprese e dei finanziamenti che Gli competono, e altrettanto potrebbe fare Lei per le somme già stanziate per la costruzione della base: non si tratterebbe, quindi, di prevedere nuovi finanziamenti, ma di iniziare ad utilizzare quelli già esistenti, cambiandone la destinazione. Attuerebbe, così, concretamente le sue parole: ridurre gli arsenali nucleare a favore di una popolazione che merita un gesto così fraterno da parte Sua.

I giovani risultano essere le persone più segnate, il cui futuro è seriamente in pericolo: chiediamo che la Sua attenzione venga inizialmente concentrata verso la ricostruzione di scuole e università. Sarebbe un modo per favorire una collaborazione tra due Paesi, che non passi necessariamente sempre attraverso aspetti di collaborazioni militari. Anche il Governo italiano potrebbe dare ulteriori segnali in questa direzione, riducendo le commesse militari, e investendo su ciò che resta da fare per uno sviluppo legato all’innovazione ambientale.

Domandiamo di fare Sua questa proposta al prossimo incontro del G8.

PAX CHRISTI ITALIA

Appello al Governo italiano



Signor Presidente,

i partecipanti al Congresso di Pax Christi Italia, tenutosi a Pinarella di Cervia nei giorni 24- 26 aprile scorsi, hanno ritenuto di dover scrivere a Lei, in quanto responsabile delle scelte del nostro Governo, in merito alla decisione di realizzare a Cameri (Novara) i nuovi aerei caccia JSF, più noti come F-35.

Pax Christi da sempre lavora per la pace e per il disarmo, contro ogni logica di guerra e di violenza. Questo impegno è illuminato sia dalla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa, sia dai principi della nostra Costituzione, in particolare all’art. 11. Non possiamo restare indifferenti alla decisione delle Commissioni Difesa di Camera e Senato che – proprio a pochi giorni dal terremoto che ha provocato morte e distruzione in Abruzzo – hanno approvato l’impegno di spesa per realizzare un centinaio di aerei F-35, con una previsione di spesa di circa 14 miliardi di euro.

Ancora una volta desideriamo riaffermare la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. La produzione di armamenti non è considerare alla stregua di quella di beni economici qualsiasi ed è per questo motivo che, oltre ai principi etici applicabili all’economia, occorre tenere conto di altri principi più specifici in rapporto alla natura stessa di tali strumenti di distruzione.

Non possiamo accettare che venga giustificata questa folle spesa, con la motivazione che gli aerei servono per la Difesa, perchè sono aerei d’attacco e possono anche trasportare bombe nucleari. Nè tantomeno la giustificazione che tutto questa operazione porterà molti posti di lavoro e rilancia l’economia. Sappiamo che non è così. La loro produzione, infatti, manifesta una palese contraddizione tra lo spreco di risorse per la realizzazione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali attualmente non soddisfatti e tragicamente presenti in molte parti del mondo.

L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967 al n. 53 ribadiva: «Quando tanti popoli hanno fame, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi».

Chiediamo a Lei e al suo Governo un ripensamento di questa scelta che da più parti in Italia e in Europa viene auspicata come segno di impegno concreto per la pace e di sincera ricerca del bene comune in vista di una Pace finalmente universale.

Vogliamo credere che il sogno di Isaia «forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci», sia ancora possibile.

Distinti saluti.

Fonte: Pax Christi Italia