Le «arene» sono grandi momenti assembleari che si celebrano nell’Arena di Verona dal 1986. Promosse inizialmente dal movimento «Beati i Costruttori di Pace», vedono una forte partecipazione della società civile. Nelle assemblee, organizzate in seguito dal più vasto movimento per la pace, intervengono testimoni da tutto il mondo e sono messi a fuoco i grandi temi delle sfide della nonviolenza.
ARENA 5 (19.09.1993)
Quando l’economia uccide bisogna cambiare
Obiettivo di questo nuovo appuntamento promosso da Beati i costruttori di pace è riportare al quotidiano di ogni persona la verifica di possibili e concrete proposte di cambiamento del modello economico dei Paesi maggiormente sviluppati. Circa cinquemila persone si confrontano fuori dall’Arena di Verona (che non venne concessa all’uso dal ministro dei Beni culturali Alberto Ronchey perché al di fuori della tradizionale stagione lirica) sull’economia, ossia il denominatore comune di tutti gli scenari sui quali si era impegnato il movimento per la pace fino a quel momento. I rapporti economici vengono scandagliati in quanto generatori di ingiustizie e nodi da sciogliere per riuscire ad individuare alternative di pace.
La critica e l’analisi si sviluppano prendendo in considerazione quel modo di fare economia che, mirando solo al profitto, trascura le istanze etiche, non recede di fronte alla violazione dei diritti umani fondamentali e non esita a provocare guerre.
La guerra del Golfo, che ai “costruttori di pace” appare come modello delle guerre future, soprattutto in termini di giustificazione politica e morale, conferma inequivocabilmente il legame perverso fra guerra e interessi economici (è riconosciuto unanimemente che è stata a tutti gli effetti una guerra per il petrolio, quella del Golfo). Gli aspetti economici focalizzati nei lavori preparatori riguardano il problema del debito estero dei paesi del Sud del mondo, il fenomeno delle migrazioni, quello dell’incremento demografico. L’analisi si soffermava poi sulla cooperazione internazionale, con un censimento delle sperimentazioni concrete di economia “no profit”, di commercio equo e solidale e di volontariato, al fine di indicare linee percorribili di cambiamento di mentalità, di comportamenti e di consumi, il tutto finalizzato alla creazione di un Nuovo Ordine Economico Internazionale.
Le testimonianze dal Sud (il vescovo brasiliano dom Mauro Morelli, il reverendo Jacob Salomon dal Sudafrica, pastore della conferenza metodista di Pretoria) e dal Nord (due economisti controcorrente: la professoressa Susan George, esperta internazionale di problemi dell’alimentazione e dei rapporti Nord-Sud, e il prof. Wolfgang Sachs dell’Istituto per il clima e l’energia del globo dell’Università di Wuppertahl in Germania) costituiscono il momento di ascolto che si concretizza poi nel messaggio di pace lanciato al termine dei lavori.
In esso si mobilitano le coscienze e si sostiene il necessario cambiamento della politica sotto l’egida di un’autorità sovranazionale garante dei diritti umani a livello planetario; viene inoltre lanciato, per l’impegno nelle famiglie, il progetto dei Bilanci di giustizia, una proposta concreta di comportamento alternativo nei consumi e nei risparmi. Le sue finalità sono: modificare la struttura dei consumi quotidiani, migliorare la qualità della vita esercitando un controllo sui consumi dannosi per l’ambiente, orientare i consumi familiari del Nord del mondo verso un modello di «società a basso uso di energia». Ed ancora: incanalare le risorse economiche per il finanziamento di iniziative ad alto valore sociale (il cosiddetto “risparmio etico”), promuovere la creazione di una società multiculturale e multirazziale, proporsi di incidere in modo concreto sui meccanismi economici dominanti. Lo strumento per realizzare tali interventi è il bilancio familiare, sul quale si va ad incidere intervenendo sulle voci in uscita.
Indicazioni concrete arrivano anche da alcune testimonianze, tra le quali quella di padre Efrem Tresoldi, direttore di «Nigrizia» e quella di Francesco Gesualdi, del Centro Nuovo Modello di Sviluppo. E, come avvenne in Arena 4, il momento forse più alto è la celebrazione penitenziale, guidata da don Giulio Girardello.
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