Nel testo viene raccontata la genesi e i retroscena degli appuntamenti pacifisti a Verona avvenuti dal 1986: allora, in pochi giorni, ai 28 sottoscrittori del primo appello (al tempo il web e le email erano sconosciute) se ne aggiunsero altri 3300, tutti preti, suore e religiosi.
Il primo firmatario fu monsignor Lorenzo Bellomi, al tempo arcivescovo di Trieste. Da quella lettera don Albino Bizzotto, prete di Padova, lanciò l’idea di una grande assemblea in Arena per raccogliere e rilanciare il movimento di pace: il 4 aprile del 1986 si tenne dunque la prima assemblea del movimento dei “Beati costruttori di pace“, evento che si sarebbe poi ripetuto altre sei volte: 1987, con tema l’apartheid in Sudafrica; 1989, riflettendo su “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”, dove giunse un messaggio del cardinale di Milano Carlo Maria Marini; quindi, il 27 gennaio 1991, contro la guerra del Golfo; il 22 settembre dello stesso anno 1991, con un ricordo “liberato” della scoperta dell’America; 1993, sul rapporto tra economica e guerra, questa volta ospitato fuori dall’anfiteatro; e di nuovo nel 2003 in Arena, per denunciare la nuova guerra anglo-americana in Iraq.
A rinnovare il suo forte appello contro la guerra e l’assurdità delle spese militari, che nel mondo assommano oggi a 2240 miliardi di dollari (2022, dati del Sipri di Stoccolma) e solo per l’Italia a 26 miliardi di euro, è il coautore del libro, padre Zanotelli, nel primo capitolo: «È fondamentale oggi che la chiesa, le chiese gridino al mondo che la nonviolenza attiva è parte essenziale del Vangelo che proclamano».
Questo l’incipit del testo: «In piedi, costruttori di pace!» aveva gridato, nell’Arena del 1989, il vescovo di Molfetta, Tonino Bello. È stato questo il leitmotiv delle Arene di Pace, promosse negli anni Ottanta e Novanta dai «Beati i costruttori di pace». Le Arene sono state il luogo dove si è ritrovato il Popolo della Pace, in un mondo sul precipizio della guerra nucleare, nello scontro tra Est e Ovest, per gridare invece la propria voglia di un mondo di pace. Nonostante il crollo del muro di Berlino, la situazione non è migliorata, anzi è di molto peggiorata. Per questo vogliamo rilanciare l’Arena 2014 come grido, come protesta contro la guerra che è ritornata ad essere un fatto normale, come lo è stata purtroppo nel XX secolo, che si è aperto con quella spaventosa prima guerra mondiale (1914-18). L’Arena 2014 viene a cadere proprio nel primo centenario di quell’«inutile strage», come l’aveva definita il papa Benedetto XV. «In totale, nel XX secolo si contano circa 140 guerre, di cui due mondiali e 15 che hanno fatto più di un milione di morti. Ci sono stati 25 conflitti prima della seconda guerra mondiale e 115 dopo il 1945», affermano i due esperti Jean-Paul Hébert e Philippe Recacewicz, in un articolo di Le Monde diplomatique (ottobre 2010). «La cadenza accelera, in proporzione ai progressi nella messa a punto di nuovi armamenti, sempre più costosi e sofisticati, almeno fino alla fine della guerra fredda. Dopo il 1991 e il crollo sovietico, i conflitti interstatali lasciano sempre più spazio alle guerre civili».
Un libro (ahinoi) profetico. E imprescindibile, per chi voglia conoscere la storia delle “arene di pace”.