21.02.07 – Trento – La storia di un paese al cinema: la Polonia e Andrzej Wajda

Mercoledì 21 febbraio alle ore 17,30 a Trento, nella «Sala degli Affreschi» della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale, in collaborazione con la Biblioteca Austriaca organizza una conferenza del ciclo “Momenti di storia mitteleuropea”. Gianluigi Bozza interverrà su «La storia di un paese al cinema: la Polonia e Andrzej Wajda». Introduce Fernando Orlandi. Con proiezione di spezzoni di film. Andrzej Wajda, nato a Suwalki il 6 marzo 1926, regista teatrale e cinematografico, è uno dei principali esponenti della scuola polacca di cinema. Ha ricevuto l’Oscar alla carriera nel 2000 e nel 2006 l’Orso d’Oro alla carriera. Fin dagli esordi i suoi film ottengono prestigiosi riconoscimenti: I dannati di Varsavia (1957) ricevette il premio speciale della giuria al X festival di Cannes, mentre il successivo Cenere e diamanti (1958) il premio Firpesci al XX festival di Venezia. Appena diplomato (1954) alla Scuola di cinematografia di Lodz Wajda diventa l’assistente regista Aleksander Ford. È brillante e l’anno successivo può dirigere Generazione, il suo primo film. Wajda è indubbiamente il regista nei cui film si riflette in modo puntuale e drammatico la storia della nazione polacca. Il costume e il destino del suo popolo sono costantemente al centro della sua opera, in uno stretto legame con la letteratura e godendo della collaborazione con importanti intellettuali del suo paese.
Nei suoi primi tre lavori, costituiscono una sorta di “trilogia bellica” in cui è recepita la lezione del neorealismo italiano (pur dovendo Generazione sottostare a certi canoni del realismo socialista) e segnata da tratti particolari, quale il tentativo di trasferire il sapore del cinema statunitense nel contesto sociale polacco (anche con l’utilizzo di un attore antieroe, Zbigniew Cybulski, che poi sarà visto come una sorta di “James Dean polacco”). Sono pere amare, con un certo disinganno riguardo al patriottismo e al inguaggio retorico del tempo di guerra. Sono, già questi, lavori in si manifesta forte anche l’uso di simboli e allegorie. Nel 1967 Cybulski perde la vita in un incidente ferroviario. Questa morte colpisce profondamente Wajda che sull’onda del turbamento realizza Tutto in vendita (1968), un film dai tratti fortemente personali (il protagonista del film è un regista che si chiama Andrzej), che segna anche una svolta nell asua produzione artistica. Il 1968 è peraltro un anno molto particolare anche in Polonia. Due suoi lavori sono particolarmente noti. Quelli sulla Polonia dello stalinismo e sulla nascita di Solidarnosc: L’uomo di marmo (1976) e L’uomo di ferro (1981). Nel secondo Lech Walesa impersonava se stesso. L’aperta presa di posizione politica del regista venne sanzionata dalle autorità, che fecero uscire dal mercato la compagnia di produzione del regista. Caduto il regime comunista, Wajda fu eletto senatore e nominato direttore artistico del Teatro Powszchny di Varsavia. Continuò comunque a girare film, affrontando nuovamente il tema della Seconda guerra mondiale ne L’anello con l’aquila coronata del 1993 e Settimana Santa del 1996.