LIBRI. «L’ALBERO DAI FIORI ROSSI» DI PAOLO VALENTE


Paolo Valente

L’ALBERO DAI FIORI ROSSI

Voci e volti del golfo di Guinea

2^ Edizione Aggiornata

EMI edizioni – ISBN 88-307- 1396-1 – pp. 160 – Anno 2006 – 10,00 euro

Un viaggio che parte da una tranquilla città delle Alpi, Merano, e che attraverso le piste polverose dei paesi del Golfo di Guinea tocca, secondo un itinerario non sempre lineare, il Benin, i villaggi e la capitale del Togo, si sofferma tra i baobab e i forti portoghesi del Ghana e ritorna nelle regioni centrali e settentrionali del Benin

In questi luoghi un missionario laico meranese, Alpidio Balbo, da oltre trentacinque anni si dedica alla costruzione di dispensari, padiglioni d’ospedale, scuole e soprattutto pozzi, appoggiandosi con fiducia alla giovane Chiesa locale e al sostegno di migliaia di persone in Italia.

Lo scopo di un viaggio come questo è di incontrare le persone e di capire direttamente dalla loro voce la risposta a molti interrogativi sulla ricca, affascinante e a volte drammatica complessità africana. Sono i volti del Golfo di Guinea, la gente dei villaggi e delle città, i missionari e le missionarie che hanno messo radici in queste terre.

Nel 1971, quando Alpidio Balbo pianse sotto l’albero del fuoco, il maestoso flamboyant al centro della missione di Bohicon, per aver visto morire in una sola mattinata sei bambini, la sua vita cambiò e con essa quella di centinaia di persone che continuano a beneficiare del suo inarrestabile impegno. Una dedizione che ha aperto tante porte, ha battuto tante strade e come l’Albero dai fiori rossi è sbocciata nella solidarietà.

L’ALBERO DAI FIORI ROSSI

Presentazione alla 1^ edizione del 2004

di  Paolo Valente

Le pagine di questo libro sono il susseguirsi delle tappe di un viaggio nel tempo e nello spazio. Nel tempo, perché narrano storie vecchie di secoli e tuttavia ancora inaspettatamente attuali per le loro conseguenze: la nascita leggendaria di antiche e fiere culture, l’abominio della schiavitù dell’uomo sull’uomo, i perfidi giochi della colonizzazione europea, la solidarietà che ristabilisce la comunicazione. Nello spazio, perché conducono da una tranquilla città delle Alpi meridionali, Merano, alla polvere delle piste dei paesi del golfo di Guinea, secondo un itinerario non sempre lineare, che parte dal sud del vecchio Dahomey, oggi Benin, passa per i villaggi e la capitale del Togo, si sofferma tra i baobab ed i forti portoghesi del Ghana, per inoltrarsi poi nuovamente nelle regioni centrali e settentrionali del Benin: da Parakou a Djogou, da Natitingou a Kandi, dal Borgou all’Atacora. Lì un missionario laico meranese, Alpidio Balbo, da oltre trent’anni si dedica alla costruzione di dispensari, padiglioni d’ospedale, scuole e soprattutto di pozzi, appoggiandosi con fiducia alla giovane Chiesa locale, sostenuto con slancio, in Italia, dalla generosità di migliaia di persone convinte, e spesso commosse, dalla sua storia che non si stanca di raccontare.

Lo scopo di un viaggio è quello di vedere, ma soprattutto di incontrare le persone, per carpire direttamente dalla loro voce la risposta a molti interrogativi. Mi sono limitato, in un certo senso, a passare un immaginario microfono di mano in mano, a scattare furtive istantanee, a ricostruire situazioni che, nella loro quotidianità e normalità, offrono un’immagine inedita dell’Africa nella sua ricca, fascinosa, a tratti drammatica complessità.

Il testo si basa sulle informazioni raccolte nel corso di due soggiorni nei paesi africani citati, nell’estate del 2001 e nella primavera del 2004, sulla consultazione di ampia documentazione relativa alla storia e al presente di quelle regioni, su lunghe chiacchierate con vescovi, missionari e gente comune, sulla conoscenza, più che trentennale, di Alpidio Balbo. Ero un piccolo bambino quando mio padre Nino, maestro elementare, venne a casa un giorno raccontandoci che Balbo, un commerciante di macchine da cucire, quello col negozio sotto i Portici, era stato in Africa e bisognava aiutarlo. Con i suoi alunni cominciò a costruire casette di legno compensato in stile tirolese, da vendere ai mercatini per ricavarne qualche lira.

I protagonisti di queste pagine andrebbero ringraziati uno per uno. Mi limito a citare i vescovi, i missionari e le missionarie, sacerdoti e suore, la gente dei villaggi e delle città, il direttivo del Gruppo Missionario e naturalmente Alpidio che mi ha aperto ogni strada e si è messo anche lui, paziente, ad ascoltare.

L’AUTORE

Paolo Valente è nato a Merano dove vive e lavora. Giornalista e scrittore, è stato direttore responsabile del settimanale altoatesino «Il Segno». Ha svolto numerose ricerche sulla storia della sua terra, portandone in luce alcuni aspetti nascosti o rimossi. Ha raccontato la vita avventurosa di un cappellano degli operai («Un prete in miniera», EDB, Bologna 1993) e la passione che muove i giovani volontari («Che fatica, che gioia», EGA, Torino 2003). In ambito narrativo ha pubblicato «Il maestro di Cordés» (Praxis 3, Bolzano, 1997), «L’orchetto volante» (Panorama, Trento 2001), «Di là del passo», «L’aquila dei velsci» e «Come un’eco lontana» (Raetia, Bolzano 2003), «La città sul confine» (OGE, Milano 2006). Ha raccolto e dato voce alle testimonianze delle popolazioni dei paesi del Golfo di Guinea (due edizioni de «L’albero dai fiori rossi», EMI, Bologna 2004 (1^ edizione), e questa seconda edizione, Bologna 2006, «Der Rote Korallenbaum», EMI, Bologna, 2005) e una raccolta di favole del Benin («La papaia di Senan» EMI, Bologna 2006).

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