E’ un bel segnale che si accompagna ad altre posizioni della CEI sulla necessità di rivedere la legge Bossi-Fini e di difendere la legge 185 sul commercio delle armi. E’ importante ricordarlo proprio in queste ore. Evidentemente si vuole seminare paura. Si vuole “destabilizzare per stabilizzare”. L’assassinio dell’economista bolognese sembra riproporre le collaudate e terribili tecniche della provocazione, sperimentate più volte quest’anno proprio mentre cresce la mobilitazione popolare per la difesa della democrazia. La denuncia più ferma verso tale atto di morte, l’indignazione più radicale nei confronti di chi l’ha compiuto (la violenza è sempre reazionaria!, l’assassinio è solo orrore!) deve, a mio parere, accompagnarsi alla più ferma vigilanza democratica e all’impegno più ampio e radicale, cioè nonviolento, quindi alternativo, per lo sviluppo dei diritti umani ovunque, anche nel mondo conflittuale dell’economia e del lavoro. La preghiera per la vittima della violenza e la solidarietà con la famiglia e con gli amici accompagnano la nostra “azione conviviale” che vuol essere forza della verità e potenza dell’amore che trasforma i rapporti umani.Un abbraccio. Fraterni saluti.
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