Canti, musica, giocolieri e contorsionisti, cavalli, lottatori, arcieri e migliaia di persone riempiono infatti la capitale Ulan Bator che diventa per tre giorni di luglio il palcoscenico di questa celebrazione antica, che dal 1921 è diventata anche la festa dell’indipendenza dalla Cina.
Il Naadam, che significa competizione, ha le sue radici nelle cerimonie di nozze nomadi e nelle battute di caccia dell’Esercito mongolo. Essa consiste principalmente in tre gare. La prima è la lotta alla quale partecipano omoni robusti vestiti con lo zodog, una giacca che copre solo spalle e braccia, e shuudag (pantaloncini a forma di mutanda); la seconda è il tiro con l’arco e la terza gara, che conclude il Naadam, è la corsa dei cavalli: centinaia di destrieri cavalcati anche da bambini che alzano nuvole di polvere nella assolata steppa estiva.