[Gianpaolo Bonzio (gazzettino.it) • 11.03.04] Partito da Venezia il blitz dei carabinieri del Noe in tutta Italia. Dieci già agli arresti, uno ricercato. Ma ci sono anche 70 indagati Veleni smaltiti con il trucco, manette per 11 Sotto accusa Nuova Esa a Marcon e Servizi costieri a Marghera. Avrebbero eliminato tonnellate di scorie in siti non autorizzati...

VENEZIA. COMPOST ALTAMENTE TOSSICO E DISCARICHE ABUSIVE

Avrebbero smaltito rifiuti pericolosi un po’ ovunque, provocando gravi danni all’ambiente. Centinaia di migliaia di tonnellate di resti di lavorazioni industriali sarebbero finiti in cave oppure mescolati ad altre sostanze. È un’operazione contro gli eco-criminali davvero colossale, per numeri e quantità, quella avviata dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo di tutela dell’ambiente che ha portato a 70 denunce e 10 arresti, (sei persone in carcere e quattro ai domiciliari su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Licia Marino, su richiesta del pm Giorgio Gava). Un’undicesima persona è ricercata. L’indagine, alla quale hanno lavorato duecento militari dell’Arma, ruota attorno a due ditte veneziane, la Nuova Esa srl di Marcon e la Servizi Costieri srl di Porto Marghera. In carcere sono finiti Roberto Casarin, Giandomenico Murari, e Francesco Marchesin della Nuova Esa; Giuliano Gottard, Paola Valle e Rino Vincenzi della Servizi Costieri. Agli arresti domiciliari Gianni Gardenal della Servizi Costieri, Roberto Piccolo della “Real Service”, una società che operava con la Nuova Esa, Mario Reale, titolare di una seconda società che operava con la ditta di Marcon, nonché Gilio Toresin, di un’azienda che operava con la Servizi Costieri.
Le persone arrestate sono tutte in ruoli chiave delle due grandi aziende, da tempo attive su tutto il territorio nazionale. L’attività di raccolta dei rifiuti speciali, infatti, veniva realizzata in gran parte del Nord Italia. Poi, grazie ad un’abile trasformazione del materiale da pericoloso in non pericoloso (l’operazione è stata infatti ribattezzata “Houdinì”), questa valanga di rifiuti sarebbe finita serenamente in vari angoli della penisola. L’inchiesta illustrata ieri dal comandante provinciale dei carabinieri Ilio Ciceri e dai vertici del Comando per la tutela dell’ambiente, è partita dalla scoperta di una cava in provincia di Rieti dove i carabinieri hanno trovato rifiuti declassificati. Controllando la documentazione sono così riusciti ad arrivare alle due aziende veneziane. La merce giungeva nelle loro sedi e dopo la presunta fittizia declassificazione sarebbe partita verso uno smaltimento illecito.
In questi due anni di indagini è stato possibile accertare che l’attività delle due imprese era davvero ad ampio raggio. In questa valanga di materiale pericoloso (basti solo pensare al pentasolfuro di fosforo che al contatto con l’acqua sprigiona gas cancerogeni) c’era un po’ di tutto: dai fanghi industriali alle terre di bonifica, dalle scorie alle polveri di fonderia. Tutto questo materiale sarebbe stato spedito in discariche non idonee, utilizzato per ripristini ambientali, in attività che prevedono la creazione di compost e ovviamente nelle cave.Secondo i carabinieri, la presunta attività illegale sarebbe stata favorita da numerose aziende agricole compiacenti, nonché da impianti di compostaggio e recupero di rifiuti. Secondo i militari dell’Arma le ditte veneziane incassavano i soldi per le bonifica e poi facevano “sparire” la classificazione di rifiuto pericoloso, quello insomma che deve essere trattato solo in discariche impermeabilizzate, rivendendo il tutto come materiale adatto per le bonifiche. Gli accertamenti hanno comunque fatto emergere che le autorizzazioni non mancavano, ma l’indagine è decollata quando dai riscontri sarebbe emersa una realtà ben diversa. Il sequestro delle due strutture riguarda beni complessivi pari a circa 25 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere, attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, falso nei certificati di analisi e nei documenti di trasporto, getto pericoloso di cose, realizzazione e gestione di discariche abusive.