Un provvedimento che indurrà il forestiero ad essere perennemente considerato solo in quanto “forza lavoro” e che permetterà al nostro Stato di espellere chi rimarrà disoccupato per appena qualche mese. In questo senso va letto anche il previsto restringimento della possibilità di ricongiungimento familiare, che mina il diritto fondamentale a vivere con i propri cari. Il senso di una legge, tuttavia, è anche di ribadire i valori e i principi di un popolo. E’, perciò, doveroso chiederci: quali sono i nostri? Permetteremo l’esistenza di una società di servi parallela alla nostra? Lasceremo che la. logica consumistica, fino ad oggi applicata agli oggetti, sia trasferita anche all’uomo? Con l’istituzione dell’immigrato “usa e getta’ -secondo la definizione della Fondazione Migrantes- i lavoratori stranieri e le loro famiglie diventeranno dei “provvisori”: provvisori i loro progetti, le speranze, i percorsi di integrazione.Ma una minore integrazione non giova alle nostre comunità. perché mantiene e accresce le distanze, alimenta la reciproca diffidenza e allontana la convivenza.
(da “La Voce dei Berici” di domenica 10 marzo 2002)