MANCA LA VOCE DEI BAMBINI E GIOVANI LAVORATORI AL VERTICE SU LAVORO MINORILE


Quito (Ecuador) – «Anche i bambini dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano». É il messaggio portato all’Aja, alla Conferenza mondiale sul lavoro minorile, da Awa Niang, una ragazza rappresentante del Movimento africano dei bambini e adolescenti lavoratori (AMWCY). Sono stati proprio questi movimenti i grandi esclusi dalla Conferenza organizzata all’Aja dall’Ilo (International Labour Organization) il 10 e 11 maggio 2010 per definire una strategia che possa eliminare antro il 2016 le peggiori forme di lavoro minorile. É per questo che MOLACNATS, il Movimento latinoamericano dei bambini e adolescenti lavoratori, e EUROPANATS, la rete di associazioni e ong europee che appoggiano il movimento, hanno organizzato un incontro parallelo contestualmente ai lavori dell’Ilo.

«I documenti adottati dalla Conferenza mancano di qualsiasi legittimazione», dicono i rappresentanti del MOLACNATS, «perché i principali destinatari, i bambini lavoratori, non sono stati né invitati né consultati. Questo costituisce una violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini».

Raffaele Salinari –Presidente Terre des Hommes TDH Italia e a livello europeo- ha sottolineato che «i dati, forniti durante la Conferenza mondiale Ilo dell’Aja, sono impressionanti: circa 300 milioni di bambini dai 5 ai 14 anni sono impegnati in quelle che vengono definite le «forme peggiori» dello sfruttamento lavorativo». In altre parole: sottoposti ad attività, spesso illecite, che ne causano la morte o procurano loro mutilazioni invalidanti».

Quest’anno, inoltre, ricorre il decimo anniversario del protocollo 182 proprio contro queste forme di lavoro e dunque; la Conferenza, sarà anche l’occasione per fare il punto sulle forme globali di prevenzione e contrasto di questo fenomeno, nonché per lanciare nuove proposte ed illustrare le nuove statistiche, ferme al 2005. Non ci sarebbe nulla di particolare da dire, dunque, in attesa di conoscere gli esiti della Conferenza, se, qualche giorno fa il Movimento latinoamericano dei bambini e adolescenti lavoratori (Molacnats) non avesse duramente protestato per il mancato invito.

I Molacnats rappresentano, da più di trent’anni, gruppi autogestiti ed organizzati di bambini, bambine e adolescenti lavoratori dell’America Latina e dei Carabi, che lottano per proteggersi da tutte le forme di sfruttamento, non ultimo quello lavorativo. La loro storia inizia infatti nel 1974 quando un gruppo di giovani lavoratori appartenenti alla Gioventù Operaia Cristiana nel Perú vengono licenziati in massa e decidono di organizzarsi con i pochi mezzi a loro disposizione, per difendere i loro diritti. Così ha inizio un lungo processo organizzativo, attraverso il quale i Nats creano strutture di formazione orientate da una originale forma di pedagogia, che permette loro di svilupparsi come soggetti autonomi attraverso una innovativa idea del ruolo dell’infanzia nella società. Le loro proposte sono oggi tra le più avanzate, non solo in materia di lavoro minorile ma, dalle loro idee, sono nate molte forme di ristrutturazione dei tessuti urbani degradati nelle megalopoli latino-americane, a partire da San Paolo per arrivare a Caracas e Lima, nonché scuole per il recupero e la valorizzazione dei cosiddetti «bambini di strada».

Per questo, l’esclusione dalla Conferenza viene definito, in una nota, «inaccettabile». L’essere stati ignorati nella convocazione è molto grave «dal momento che vi si discuteranno temi legati direttamente alla nostra realtà». In particolare, coerentemente con la loro visione della centralità infantile, i Nats denunciano: «La presenza di soli adulti, nella maggior parte dei casi molto lontani dalla concretezza della nostra vita, conferma ancora una volta che continua a dominare un’ottica adultista sui bambini lavoratori e che la partecipazione dell’infanzia e dell’adolescenza rimane relegata solo nella sfera delle buone intenzioni e nei documenti giuridici».

Certo, il fatto che, oltre all’Ilo e l’Unicef, tra gli organizzatori delle Conferenza ci sia anche la Banca Mondiale, qualche sospetto sulla sensibilità con cui la Conferenza è stata organizzata nasce spontaneo. A essere ritenuta inaccettabile dai Molacnats, inoltre è «la violazione del diritto a partecipare in quanto bambine, bambini e adolescenti, come stabilito dall’articolo 12 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e come richiamato in particolare nelle Raccomandazioni del Comitato di Ginevra sull’importanza della promozione di questo diritto».

Dopo questa denuncia gli organizzatori hanno deciso di dare ascolto a chi, di lavoro minorile e della sua prevenzione, se ne intende davvero, come il caso della giovane AWA del Movimento africano.

L’Osservatorio sull’America Latina SELVAS ha accompagnato la mobilitazione dei movimenti NATs all’Aja con un reportage pubblicato dal Centro Tricontinental di Bruxel e dall’Istituto Internazionale di Scienze Sociali dell’Università di Rotterdam.

Cristiano Morsolin


Cristiano Morsolin, operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti dei bambini/e e adolescenti. Lavora in America Latina dal 2001. Co-fondatore dell’Osservatorio SELVAS. Morsolin attualmente si trova a Quito (Ecuador).