APPELLO. CANCELLIAMO IL DEBITO ESTERO DI HAITI


Uno dei provvedimenti da prendere con urgenza per alleviare le immani sofferenze del popolo haitiano consiste nella cancellazione di una buona parte dei 641 milioni di dollari del debito estero dovuto dal Paese. La proposta è stata formulata nelle ultime ore dalla rete internazionale «Jubilee». Proprio grazie agli sforzi di Jubilee, già nel giugno del 2009 sono stati rimessi i debiti contratti da Haiti fino al 2004, per un totale di un miliardo e 200 milioni di dollari. La metà della somma dovuta al momento deve essere ripagata al Fondo monetario internazionale e alla Banca interamericana di sviluppo.

L’esecutivo di Port au Prince aveva in programma di restituire 10 milioni di dollari entro la fine del 2010, ma con la situazione attuale è chiaramente impossibilitato a farlo, visto che i fondi servono per l’emergenza e la ricostruzione. Per Jubilee l’amministrazione Obama deve usare il suo considerevole potere politico all’interno delle due istituzioni multilaterali succitate per chiedere la cancellazione, domandando in subordine una moratoria immediata.

L’Osservatorio sull’America Latina SELVAS si unisce alla Campagna per la Riforma della Banca Mondiale di Roma, al Comitato per l’Annullamento del Debito Estero del Terzo Mondo CADTM di Bruxelles, all’Osservatorio del Debito sulla Globalizzazione ODG di Barcellona, in questo appello per la cancellazione del debito.

Si chiede conferma al Ministro degli Esteri Franco Frattini che il governo mantenga la promessa di cancellare i 40 milioni di euro di debito estero di Haiti verso l’Italia, utilizzando Ong e organizzazioni sociali impegnate nella ricostruzione come Piattaforma haitiana di sostegno a uno sviluppo alternativo (Papda).

CAMILLE CHALMERSL’Osservatorio SELVAS collabora con la rete Jubilee dal 2003, in particolare attraverso il segretariato mondiale di Buenos Aires, coordinato da Beverly Keene. Durante il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre nel gennaio 2005 ho incontrato Camille Chalmers (nella foto), rappresentante Giubileo Sud in Haiti, ed ho apprezzato il suo carisma, il suo impegno contro la dittatura Duvaliers che l’ha torturato ferocemente, responsabile di quel debito odioso e illegittimo che il popolo haitiano non deve continuare a pagare; la sua cancellazione deve rappresentare una risorsa etica destinata alla ricostruzione.

Camille Chalmers è docente di economia all’Università statale di Port-Au-Prince dal 1983, e segretario esecutivo della Piattaforma haitiana di sostegno a uno sviluppo alternativo (Papda), una delle più importanti organizzazione del Paese, impegnata nella tutela dei diritti umani. Responsabile dal 1993 al 1994 dello staff dell’ex presidente Jean Bertrand Aristide, si è dimesso dal suo incarico perché non condivideva le scelte politiche e le interferenze internazionali. Arrestato e brutalmente picchiato nel corso degli anni Novanta dal regime militare, oggi è un economista di fama internazionale.

In una recente intervista, Camille Chalmers ha affermato che «l’economia del Paese ha subìto negli ultimi anni un costante deterioramento, ben rappresentato dalla svalutazione del gourde, la moneta nazionale, nei confronti di quella statunitense: nel 1994 ne servivano 7 per acquistare un dollaro, oggi 35. La disoccupazione supera il 70 per cento della popolazione economicamente attiva e l’apertura commerciale e finanziaria ha reso fiorente il settore bancario, ma ha portato al collasso interi settori produttivi. Il paese è divenuto ancor più dipendente dall’estero, tanto che oggi importa l’80 per cento del proprio fabbisogno di riso, mentre nel 1972 era autosufficiente, e sono stati persi altri 800 mila posti di lavoro. Questa crisi è legata alla transizione politica iniziata nel 1986 con la cacciata del dittatore Jean-Claude Duvalier e mai giunta a compimento a causa del conflitto tra le spinte democratiche del movimento popolare e la volontà degli Stati Uniti e dell’oligarchia locale di mantenere il controllo sul Paese. A questo scopo, Washington cerca di presentare quello haitiano come uno Stato «in bancarotta», al fine di giustificare un proprio intervento per la difesa della democrazia e la ricostruzione del Paese, naturalmente garantendo contratti miliardari alle imprese transnazionali. In questo senso la Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti (Minustah) è di fatto una nuova formula di occupazione militare, che si inserisce in una lunga storia di scontro tra la volontà indipendentista del popolo haitiano, che con la rivoluzione nera del 1804 mostrò la possibilità di una rottura radicale col sistema mondiale di dominazione, e quella delle grandi potenze di tenere il Paese sotto tutela».

Nell’appello lanciato da «Jubilee» si sottolinea che «negli ultimi anni abbiamo denunciato insieme a molte organizzazioni sociali di Haiti, l’occupazione militare da parte delle truppe ONU e l’impatto della dominazione imposta attraverso il debito estero, il libero commercio, il saccheggio della natura e l’invasione degli interessi transnazionali. La condizione di vulnerabilità del paese in relazione alle tragedie naturali, provocate per la devastazione dell’ambiente, per l’inesistenza di infrastruttura basilari, per l’indebolimento della capacità di azione dello stato, non è scollegata da queste azioni, che storicamente calpestano la sovranità del popolo».

É possibile aderire all’iniziativa inviando una email con il proprio nome e cognome, città di residenza e Stato a: [email protected]

L’Osservatorio SELVAS, in collaborazione con l’agenzia FIDES-Vaticano, ha lanciato l’iniziativa in varie lingue: clicca qui.

Cristiano Morsolin

morsolin2006 (at) yahoo.com

Cristiano Morsolin, operatore di reti internazionali, collabora con «Giubileo Americhe» e «Latindad». Co-fondatore dell’Osservatorio sull’America Latina SELVAS, è autore dei libri «Oltre il debito – America Latina: la conversione in investimenti sociali è conversione» (EMI), scritto in collaborazione con la Fondazione Giustizia e Solidarietà di Roma e, in spagnolo, «Sobre la deuda ilegitima. Aportes al debate. Argumentos entre consideraciones éticas y normas legales» scritto insieme ad esperti di tutta l’America Latina come Franklin Canelos e Hugo Arias (Commissione di Stato Auditing del debito in Ecuador), Rodrigo Avila (Commissione di Stato Auditing del Debito in Brasile).