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31.10.2018 – Verona – «Non festa ma lutto»: iniziativa nonviolenta verso il 4 Novembre

Il «Comitato veronese per le iniziative di pace» organizza e invita all’«Iniziativa Nonviolenta verso il 4 Novembre – Non festa ma lutto», in programma mercoledì 31 ottobre 2018 in Piazza Erbe, angolo via Pellicciai, a Verona.

Ore 17,30 – Ritrovo in Piazza Erbe, in prossimità del monumento che ricorda il bombardamento del 14 novembre del 1915. In quel luogo aerei austriaci sganciarono bombe nel cuore città: il bilancio fu terribile, 29 morti e 48 feriti.

Ore 18,00 – Ci trasferiremo, poi, lungo corso Portoni Borsari, in via Diaz -che fu capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto e fu Ministro della Guerra nel governo Mussolini- e al Ponte della Vittoria, che fu inaugurato il 4 novembre 1929, come «ponte monumentale ad esaltazione della vittoria del 4 novembre 1918», con quattro gruppi bronzei equestri, i Dioscuri, rappresentanti la Vittoria.
All’inizio di ciascun lato del ponte ci sono targhe con passi scelti dai bollettini di guerra:
1) Proclama di guerra di Vittorio Emanuele: «Soldati di terra e di mare…» (24 maggio 1915);
2) Bollettini di guerra del 26 Giugno «l’avversario è ricacciato sulla sinistra del Piave» e del 6 luglio 1918 «l’esercito austro-ungarico è annientato», firmati da Diaz;
3) Il bollettino di guerra della Vittoria del 4 novembre 1918: «La guerra è vinta», firmato Diaz;
4) Bollettino del 14 novembre 1918: «Ordine del Giorno alla flotta», firmato da Thaon di Revel.

Ore 19,00 – Concluderemo la manifestazione in Piazzale Cadorna, del quale, da tempo, chiediamo la modifica toponomastica.
Luigi Cadorna fu il Comandante supremo dell’esercito italiano fino alla disfatta di Caporetto; fin da subito si distinse per la scarsa o nulla considerazione della vita dei poveri soldati che mandava all’assalto senza nessuna protezione e speranza o per quelli che decimava senza alcuna pietà. «Cadornismo» fu il termine utilizzato da Antonio Gramsci proprio per definire quella lucida follia, quel trattare gli essere umani come «carne da macello». Il nome di Cadorna è già stato tolto ad una piazza di Udine -ribattezzata «Unità d’Italia»-, e in molte città vi sono proposte analoghe, da Padova a Milano, da Bassano a Firenze. A Verona proponiamo che il piazzale sia intitolato ai Disertori della prima guerra mondiale: furono oltre un milione i giovani italiani processati per renitenza e diserzione e ciò fa capire quanto vasta e di massa sia stata l’opposizione alla guerra.

Ha scritto Ferdinando Camon: «Aver dato il nome di Cadorna è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa».

Tutti sono invitati.

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