[di p. Alex Zanotelli • 01.12.01] Vi proponiamo il testo di una conversazione radiofonica, estratto da "La morte promessa", cit., pp. 153-154

ARMI

«Sono sempre più convinto che uno dei mali più gravi che rode questo continente -dalla crescente pauperizzazione con problemi di fame, sete, abbandono delle campagne, debito, eccetera- sia il problema delle armi, la militarizzazione spaventosamente crescente. Alcuni dati rendono chiara questa mia affermazione. Il continente africano nel giro di pochi anni ha subito una spirale militaristica in crescendo. Alcuni esempi. Nel ’73 le spese militari in Africa erano di tre miliardi e ottocento milioni di dollari, dieci anni dopo erano salite a sedici miliardi e novecento milioni. Nel ’73 le spese militari a testa all’anno  erano di 22 dollari, dieci anni dopo con una popolazione più vasta erano salite a 34 dollari a testa. I militari nell’83 arrivavano già ad un milione e cinquecentomila, un incremento di 2/3 dal ’73. A livello di importazioni: nel ’73 l’Africa importava per un valore di quattrocentosettanta milioni di dollari, nell’83 eravamo già a quattro miliardi e ottocento milioni di dollari. In un continente pieno di conflitti, con cinquanta Stati, creati da noi dividendo intere popolazioni, questo arrivo a getto continuo di armi, sta creando veramente il disastro. Oggi infatti basta guardarsi intorno: non vi sono altro che guerre e conflitti. Ritengo sempre più criminale questo invio di armi, anche di armi convenzionali. L’Egitto ha un debito verso gli Stati Uniti di 35 miliardi di dollari, metà dei quali in armi. Lo stesso vale per l’Unione Sovietica, presente in Africa soprattutto con armi e soldati. L’Angola, per esempio, ha un debito verso l’URSS di due miliardi e 500 milioni di dollari in armi. Questa militarizzazione del continente è un qualcosa di allucinante, per me, oggi diventa veramente criminale esportare armi in Africa. Un giovane missionario in Mozambico, dove sperimenta una guerra spaventosa che dura da almeno 11 anni, scrive: “La guerra concreta come la sperimentiamo qui è un vero mostro di crudeltà, di barbarie, di disumanità. Che fare per arginare questa situazione, tanta malvagità, e ricreare un mondo nuovo? Da parte mia, vorrei venire in Europa e partecipare a tutte le marce per al pace, a tutte le manifestazioni contro le armi nucleari e non solo…”. Che questo grido, questo invito, diventi anche nostro!»<?xml:namespace prefix = o ns = “urn:schemas-microsoft-com:office:office” />