[GRILLOnews • 2001]
Quanto valgono un bambino o una donna africana? L'Africa non ci chiede anzitutto compassione, ne' soldi, ne' progetti. Le persone in Africa, come nelle altre parti del mondo, vorrebbero essere riconosciute nei loro diritti e incontrate nel loro quotidiano, sentirsi come noi appartenenti a un unico mondo e partecipare con responsabilita' alla stessa storia...

BEATI COSTRUTTORI DI PACE – AZIONE DI PACE PER L’AFRICA: NOUS VOULONS LA PAIX

Ci riesce piu’ facile contestare i potenti che ascoltare e prendere sul serio i poveri. Eppure basterebbe cosi’ poco. Nel marzo scorso a Butembo (nord Kivu), in occasione del Simposio Internazionale per la Pace in Africa (S.I.P.A.), siamo stati testimoni di un evento emozionante: la sola ma numerosa presenza di persone semplici provenienti da vari paesi del mondo, ha favorito l’esplosione della speranza di un’intera popolazione, che con l’accoglienza e la festa ha in qualche modo anticipato la gioia  della pace. Ha visto i rappresentanti della società civile del Kivu protagonisti del dialogo per il superamento del conflitto armato con la nonviolenza. Ha ottenuto a sorpresa un risultato immediato con il ritiro delle postazioni militari da alcune localita’. La guerra, iniziata il 2 agosto 1998, nella Repubblica Democratica del Congo e’ sopita lungo i vari fronti, ma e’ tuttora attiva all’interno dei territori con scontri e saccheggi da parte di bande armate, chiudendo tutta la popolazione in una morsa progressiva di impoverimento, di paura e di oppressione. A Moba e a Kalemie, nell’est del Paese, il 75% dei bambini muore prima di aver raggiunto i 2 anni. E sempre nell’est, dall’agosto ’98 all’aprile 2001, su 20 milioni di abitanti, sono 2,5 milioni i morti per causa della guerra (Rapporto dell’International Rescue Commitee, aprile 2001). Non sono numeri o fredde statistiche: sono volti, nomi, persone come noi. Le migliaia di mani strette a Butembo volevano esprimere una volontà di solidarietà duratura e non occasionale e continuano ad interpellarci sulle forme da dare al nostro impegno di pace. La porzione di mondo alla quale apparteniamo spende la maggior parte della vita per stare dentro alla logica del mercato, rincorrendo un benessere da consumare sulla pelle degli altri. Perché, assieme alla porzione di mondo che non ha voce ne’ diritti, non convogliare le energie per la vita e la gioia delle persone, realizzando un benessere da condividere? Acquisterebbero un senso diverso anche le nostre giornate. E’ tutta l’Africa che ci interpella ma partiamo dalla situazione concreta dei Grandi Laghi. Con questo appello vorremmo raggiungere quante più persone possibili in tutta Europa per realizzare tre iniziative: 1) un incontro-convegno il 18 ottobre a Bruxelles al Parlamento Europeo con le ONG europee per sollecitare i responsabili dell’Unione Europea a perseguire una politica piu’ attiva e piu’ coerente per la pace in Africa; 2) un’assemblea sull’Africa “Dalla schiavitu’ al diritto” dal 7 al 9 dicembre a ridosso della Giornata della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo; 3) un incontro a Kisangani a fine febbraio – inizio marzo 2002 (S.I.P.A. 2) con i rappresentanti della società civile della regione dei Grandi Laghi per ascoltarli, affiancarli e farcene portavoce, dando anche alla nostra azione e ai nostri rapporti maggiore continuità e concretezza. E’ stata scelta Kisangani perché città martire, dove tutti gli eserciti si sono scontrati e perché centro delle contraddizioni di tutte le parti attualmente in conflitto. Siamo ancora attesi, in tanti, da tutte le organizzazioni della società civile che continuano a lottare e a rischiare per uscire dalla guerra e costruire la pace nella libertà e nella democrazia. Spesso pensiamo che siamo troppo piccoli per affrontare problemi cosi’ grandi; rinunciamo gia’ in partenza, perche’ solo i potenti possono decidere! Eppure sappiamo quanto siamo importanti per le persone che amiamo e per quelle da cui siamo amati! Anche noi, come tanti, ci sentiamo in difficolta’, ma confidiamo in questa forza che e’ dentro al cuore di ciascuno. Finora sono state le merci a dettare legge, noi crediamo nella forza dell’incontro fra i popoli, al loro prioritario diritto alla pace, per questo vogliamo camminare assieme. Sappiamo che la situazione di grande sofferenza delle popolazioni in Africa dipende anche dal modo in cui viene perseguito e gestito il potere a livello locale, ma siamo consapevoli che la responsabilita’ della riconciliazione e della pacificazione dei popoli e’ anche nostra e non ci vogliamo sottrarre o delegare ad altri il compito della costruzione e della salvaguardia della pace. Promotori: Associazione nazionale Beati i Costruttori di Pace; Chiama l’Africa; Operazione Colomba – Associazione Papa Giovanni XXIII; Emmaus; Agesci; Missionari Comboniani; Missionari Dehoniani; Missionari Saveriani


Segreteria organizzativa c/o Beati i Costruttori di Pace, tel. 049/8070522, tel./fax 049/8070699