[Redattore Sociale • 06.11.04] Lanciata in Italia la campagna internazionale contro le armi radioattive. L'associazione PeaceLink denuncia i rischi per militari e civili...

CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO LE ARMI RADIOATTIVE

Armi all’uranio “fuorilegge”: e’ questa la richiesta della Campagna internazionale per la messa al bando delle armi all’Uranio Impoverito, che oggi, 6 novembre, viene presentata ufficialmente in Italia dall’associazione PeaceLink, il promotore italiano dell’iniziativa.
 
Il lancio della campagna avviene in concomitanza della “Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente durante  le guerre e i conflitti armati”, indetta per il 6 novembre dall’Assemblea  Generale delle Nazioni Unite allo scopo di richiamare attenzione  sull’impatto ambientale delle guerre, che inevitabilmente comporta anche un  danno alle popolazioni civili che vivono nelle zone colpite.
 
“Quando si usano armi che colpiscono la popolazione civile, si commette un  crimine di guerra – ha dichiarato Francesco Iannuzzelli, portavoce  dell’associazione PeaceLink -. E’ tempo di sapere quali sono le armi  all’uranio impoverito in dotazione agli eserciti europei, quante sono  queste armi, dove e come sono state utilizzate nei Balcani, in Afghanistan  e in Iraq e nelle zone dove le forze armate italiane sono intervenute negli  ultimi anni. Gli abitanti del Kossovo, che abbiamo detto di voler difendere  con le nostre bombe, hanno il diritto di sapere quali sono i rischi e le  possibili violenze che potrebbero subire a causa della presenza di uranio  impoverito nel terreno, nelle falde acquifere e nella catena alimentare. Se  abbandoneremo quelle persone a loro stesse – conclude Iannuzzelli – senza  assumerci la responsabilità della decontaminazione e del risarcimento dei  danni ambientali provocati dalla nostra azione militare, la nostra forma  di  governo non si dimostrerà migliore della dittatura che i nostri governanti  hanno detto di voler abbattere”. 
 
L’associazione PeaceLink si occupa di Uranio Impoverito, chiedendo il  sostegno alle popolazioni colpite, e denunciando l’isolamento dei soldati  italiani ammalati e delle loro famiglie.  Sul proprio sito web PeaceLink ha fornito alle famiglie dei militari  impegnati nelle cosiddette “missioni di pace” le mappe delle zone  bombardate e altre informazioni sull’Uranio Impoverito che gli stati  maggiori della Difesa si ostinano a negare. Nel 2001 l’associazione è stata  convocata presso il Parlamento Europeo a Strasburgo per una audizione su questi temi. [Fonte: Redattore Sociale]

 
 
SU PEACELINK LA MAPPA DEI BOMBARDAMENTI SU BASSORA

I 51 siti bombardati dall’esercito inglese con proiettili all’uranio impoverito su www.peacelink.it, sito dell’associazione pacifista tarantina.

ROMA – Una mappa della città di Bassora con indicati in rosso i 51 siti bombardati dall’esercito inglese con proiettili all’uranio impoverito. L’ha pubblicata oggi sul suo sito internet “Peacelink” (www.peacelink.it), l’associazione tarantina nata dopo la prima guerra del Golfo per diffondere “informazione di pace” e legata al mondo cattolico e del volontariato. La mappa indica diversi punti dove complessivamente sarebbero stati sparati proiettili per un totale di 1,9 tonnellate di uranio impoverito.

I dati sono stati forniti all’associazione da un parlamentare inglese, Llew Smith, che ha indicato le coordinate dei siti colpiti dai militari inglesi e che il sito pubblica. A sua volta il parlamentare, spiega Peacelink, aveva avuto le informazioni dallo stesso ministero della Difesa britannico, che ha confermato l’uso dei proiettili all’uranio. «Le forze armate britanniche hanno da tempo in dotazione munizionamento all’uranio impoverito – afferma l’associazione – e lo ha utilizzato nel corso delle numerose battaglie che si sono svolte nei dintorni di Bassora con l’esercito iracheno». In particolare, sostiene Peacelink, sono stati i carri armati “Challenger” «che hanno sparato proiettili per un totale di 1,9 tonnellate di uranio impoverito».

L’utilizzo dell’uranio impoverito nella zona di Bassora, prosegue inoltre Peacelink, potrebbe rappresentare un serio rischio per i militari italiani a Nassiriya. «La città è a circa 200 km a nord di Bassora – afferma – in una zona in cui si sono svolte numerose battaglie tra carri armati sia nel ’91 sia nel ’03 e che quindi ha visto l’uso dell’uranio impoverito. Quella zona inoltre è nota per i venti molto forti che trasportano sabbia anche a distanza notevole» e che soffiano in almeno due periodi dell’anno da sud verso nord. «E’ evidente dunque – conclude Peacelink – che le condizioni ambientali favoriscono la diffusione anche a notevoli distanze delle particelle di uranio impoverito, cosi come quelle di altri materiali pesanti che una volta inalati possono essere molto pericolosi per l’uomo».