[Cristiano Morsolin • 13.06.05] La rete latinoamericana GIUBILEO SUD reitera ai G8 l’esigenza dell’annullamento totale e incondizionato del debito reclamato al Sud del Mondo...

CANCELLAZIONE DEBITO A 18 PAESI POVERI / 2. «ANCORA TROPPA IPOCRISIA»

In Italia e in Europa i mass-media hanno enfatizzato che i ministri delle finanze dei paesi dei G8 hanno cancellato i debiti di 18 paesi poveri, durante la riunione dello scorso weekend a Londra.

La realtà che non esce dalle pagine patinate è ben diversa, stridente e contraddittoria: si tratta di 50 miliardi di dollari quelli che sono stati effettivamente cancellati, rispetto ai 2,4 bilioni di dollari reclamati dall’insieme dei paesi del Sud del Mondo; una infima parte del debito totale solo dei paesi africani, giunto oggi a ben 300 mila milioni di dollari. La rete internazionale GIUBILEO SUD, Capitolo Latinoamericano, e altre organizzazioni espressione della società civile internazionale impegnata per la cancellazione del debito, sia del Sud che del Nord, hanno denunciato questa ennesima ipocrisia.
 
La rete latinoamericana di JUBILEO SUD sottolinea che “i ministri delle finanze dei paesi del G8 hanno annunciato sabato scorso una nuova proposta per avanzare verso la cancellazione di una parte del debito multilaterale reclamato a 18 paesi del Sud del Mondo. Mentre alcuni dei G8 celebrano l’annuncio considerandolo un passo “storico” che renderebbe possibile “un nuovo inizio” nelle relazioni tra i paesi arricchiti e i paesi impoveriti, altri ministri hanno ammesso che l’accordo è legato alla necessità delle stesse istituzioni finanziarie internazionali (IFIs) di salvare la loro credibilità e di poter iniziare un nuovo ciclo di indebitamento.

L’annuncio di sabato 11 giugno suggerisce l’eventuale cancellazione del debito per un valore stimato tra i 40 e 55 mila milioni di dollari, sempre e quando l’accordo sia approvato dalle istituzioni finanziarie e che i paesi coinvolti compiano con le condizioni esigite e che i governi dei G8 mantengano le promesse di apportare nuove risorse che saranno utilizzate per compensare le stesse istituzioni finanziarie internazionali (IFIs). Tutto ciò rappresenta una infima parte del debito totale solo dei paesi africani, giunto oggi a ben 300 mila milioni di dollari.

A partire dalla prospettiva della rete latinoamericana GIUBILEO SUD, reiteriamo l’esigenza che qualsiasi cancellazione del debito deve essere incondizionata e deve prendere in considerazione l’illegittimità dei reclami del debito nei confronti dei paesi del sud del mondo. Noi popoli e paesi del Sud siamo creditori, più che debitori, di un’enorme debito sociale, storico ed ecologico.

Per questo motivo, non solo si deve rifiutare qualsiasi pretesa da parte delle istituzioni finanziarie internazionali e dei governi “debitori” del Nord di cambiare qualcosa affinché, alla fine, non cambi nulla, ma, invece, dobbiamo esigere al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Mondiale, alla Banca Interamericana dello Sviluppo BID e alle altre banche regionali, che realizzino una AUDITORIA per determinare davvero quanto hanno fatto pagare di troppo… In questo senso, l’annuncio dei G8 rappresenta un riconoscimento tardivo che, dopo vari anni di promesse, poco o niente è quello che effettivamente si è fatto per riconoscere l’illegittimità del debito globale e per procedere alla sua cancellazione. Concretamente solo 54 mila milioni di dollari, rispetto ai 2,4 bilioni di dollari reclamati dall’insieme dei paesi chiamati “in via di sviluppo”, sono stati effettivamente cancellati.
Tutto questo è avvenuto solo dopo che i paesi coinvolti hanno certificato il compimento di tutte le condizioni riassunte da quel largamente screditato “Consenso di Washington”, tra cui i programmi di aggiustamento strutturale, la riduzione dello stato, privatizzazioni e liberalizzazione commerciale”.
 
Beverly Keene, coordinatrice della rete JUBILEO SUD, dalla segreteria di Bueno Aires evidenzia “il caso esemplare della Bolivia dove la cancellazione del suo debito avrebbe oggi un impatto minimo comparandolo con le perdite miliardarie e l’incidenza socio-politica che si continua ad applicare sulle politiche di privatizzazione dell’acqua, del acqua e di altri beni naturali imposte negli ultimi anni come condizioni previe.

Altri paesi che affrontano gravi crisi umanitarie, come per esempio HAITI, non solo continuano ad essere esclusi da queste proposte, ma addirittura le Istituzioni Finanziarie Internazionali IFIs continuano ad esigere pesanti pagamenti ingiusti. Il governo haitiano a gennaio di quest’anno ha pagato ben 53 milioni di dollari in interressi pagati in ritardo, con lo scopo di raggiungere un nuovo prestito da parte delle stesse banche per un ammontare della stessa cifra per preparare la privatizzazione del sistema nazionale di telecomunicazioni”.

 
SMASCHERATA L’IPOCRISIA?
 
I governi del Nord del mondo devono cancellare del tutto il debito dei paesi del Sud, iniziando da quelli più poveri ed attualmente attanagliati da gravi crisi sociali ed economiche. La remissione del debito dovrà essere senza condizioni ed avvenire in modo che i paesi in via di sviluppo possano avere a disposizione più fondi per il benessere sociale dei loro cittadini, mentre i governi creditori si devono impegnare a riconoscere le loro corresponsabilità per quel che concerne i debiti odiosi (contratti da paesi sotto dittatura o non democratici). 

Queste le richieste della società civile internazionale per la cancellazione del debito presentate dal South/North Civil Society Debt Group (composto da Jubilee South, INFID (Indonesia), Green Movement of Sri Lanka, Afrodad, Eurodad , Diakonia, (Sweden), Christian Aid, (UK), Social Watch, Uruguay, Kairos Canada, 50 Years is Enough (USA), Action Aid USA), cui partecipano CRBM e Mani Tese come parte della Campagna Sdebitarsi in occasione del G8 dei ministri delle Finanze, che si è tenuto a Londra lo scorso weekend.

Esaminando i dati forniti di recente dall’OCSE, si evince come l’attuale situazione del debito non sia più sostenibile. Fino adesso per i 61 paesi più poveri del pianeta sono stati cancellati solo 54 miliardi di dollari, a fronte dei 600 miliardi ancora dovuti.

“Altro che cancellazione al cento per cento”, ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale. “Il massimo che le proposte sul tavolo dei negoziati oggi esprimono è una cancellazione al ‘G8%’: ovvero nei prossimi anni si cerca di cancellare il debito dovuto solamente a due istituzioni internazionali, e per quel che riguarda al massimo il 30 per cento dei paesi poveri. Il tutto richiedendo come pre-condizione le solite ricette fallimentari di aggiustamento strutturale” ha continuato Tricarico.

“Di fatto si cancellerebbero solo 7,7 miliardi di dollari in più di debito, non necessariamente con nuovi finanziamenti erogati dai governi. I nostri partner nel Sud del mondo ci ricordano che i numeri di chi continua a morire a causa del dramma del debito sono una realtà che l’aritmetica fasulla del G8 continua ad ignorare. E’ giunto il momento di smascherare l’ipocrisia e di parlare di vera cancellazione al cento per cento, utilizzando i 45 miliardi di riserve auree del Fondo monetario internazionale” ha concluso Tricarico.

Cristiano Morsolin


Cristiano Morsolin, educatore ed operatore di reti internazionali. Dal 2001 lavora in America Latina e attualmente collabora con la rete internazionale JUBILEO SUR – Giubileo Sud. Co-fondatore dell’Osservatore Indipendente sulla regione Andina SELVAS.