[UNIMONDO • 24.10.03] "Oltre il danno la beffa" è il commento di Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione Ong Italiane riguardo alla proposta della quinta Commissione del CIPE di creare un fondo ex novo di 160 milioni di Euro provenienti dagli stanziamenti per la cooperazione internazionale non spesi negli ultimi tre anni destinandolo agli investimenti privati a discapito della cooperazione...

COOPERAZIONE: I FONDI DELLE ONG VANNO ALLE IMPRESE

La somma servirà ad aumentare dal 25 al 49% il sostegno della Sace alle iniziative imprenditoriali, in particolare nei Balcani, nel Mediterraneo, in Cina e in Russia. La somma si è resa disponibile, secondo quanto dichiarato dal Vice Ministro al Commercio Estero Adolfo Urso, in seguito alla scadenza della legge triennale che prevede che una percentuale dei fondi (il 20%) non utilizzati dalla cooperazione per lo sviluppo possa essere “riutilizzata”.
“Le Ong, oltre a non aver ricevuto i soldi stanziati per la cooperazione si trovano oggi a non poter fare affidamento su queste risorse nemmeno per i prossimi anni” – commenta l’associazione. “Siamo infatti di fronte ad un progressivo andamento verso la commercializzazione della cooperazione. Si va imponendo in questa maniera il concetto del “legamento degli aiuti” che va ad assommarsi al disimpegno manifestato per le tematiche della cooperazione, da parte di un Governo che ha già proposto di tagliare del 15% i fondi destinati alla cooperazione internazionale per il 2004 rispetto allo stanziamento dello scorso anno”.
Non nasconde il suo sconcerto nemmeno Maurizio Gubbiotti responsabile del Dipartimento internazionale di Legambiente, sulla “squallida faccenda” dei fondi destinati alle Ong. “L’ultimo atto operato dal nostro Governo sul taglio dei fondi per la cooperazione internazionale è gravissimo se si pensa che quei soldi non sono mai stati disponibili per i progetti ai quali erano stati destinati, mentre potrebbero essere magicamente disponibili per iniziative imprenditoriali”. “È ormai evidente – continua Gabbiotti – la scelta fatta da chi ci governa: cancellare dalla sua agenda politica quelle tematiche che, al contrario, dovrebbero essere i punti che una seria politica internazionale non deve perdere di vista. L’Italia però ha scelto di confermarsi maglia nera in Europa in materia di cooperazione allo sviluppo dei Paesi poveri”.


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