«DIFENDERE LA VITA TUTTA INTERA, NON SOLO IL SUO INIZIO E LA SUA FINE»


Qual è la tua valutazione dei movimenti sullo scenario politico che hanno scomposto i vecchi partiti in nuove aggregazioni apparentemente più ampie?

don fabio corazzinaMi pare che i processi di aggregazione in atto siano fondamentalmente motivati dalla necessità di raggranellare maggiori percentuali di voto. Faccio fatica a individuare le effettive novità. Prima si deve vincere e poi vedere su cosa si lavora. Infatti i partiti per ora sono poco preoccupati di definire e condividere i programmi e immaginare le alleanze che daranno vita a un governo affidabile. Siamo tornati al decalogo: è stata cancellata la feconda stagione dei programmai scritti e concordati grazie a un coinvolgimento ampio della base.

Vale anche per il Partito Democratico?



Il processo che ha portato alla formazione del Pd in effetti ha mostrato fin dall’inizio una faticosa capacità di tradurre in concretezza la volontà di una nuova politica nei metodi, nelle candidature, nei processi decisionali e partecipativi. Ha proposto un programma in 12 punti, con la volontà di distanziarsi dal ‘voluminoso’ programma dell’Unione di Prodi, ma lasciando aperte alcune questioni che hanno messo in difficoltà il governo precedente: conflitto di interessi, leggi ad personam, riforma della Bossi-Fini, riforma dell’assetto radio-televisivo, riforma della legge elettorale, la politica estera e di difesa, la tutela del territorio e le grandi infrastrutture, riforma globale del percorso formativo e scolastico…

Per quanto riguarda i temi del disarmo, della pace e della guerra, quali prospettive intravedi? E quale forza politica ti sembra dia maggiori garanzie di affidabilità rispetto alle istanze del movimento pacifista?



Ci siamo illusi, come movimento per la pace, che il governo Prodi potesse essere un alleato sincero, sereno e coraggioso su questi temi. Ma non è accaduto. Il programma del Pd prevede, nell’ottica di un’azione multilaterale, il potenziamento dello strumento militare e la riconferma delle «missioni di pace» (stile Afghanistan) come metodo efficace di lotta al terrorismo. Solo dopo si ribadisce la scelta necessaria del disarmo, convenzionale e nucleare. Parisi ha esultato, non a caso, per questo programma! Il Pdl inneggia ai sistemi di controllo e repressivi, e mescola o confonde con troppa leggerezza terrorismo interno e internazionale, ‘vari disobbedienti’, immigrati, nomadi, clandestini. Di esercito e armi non si parla: tutto scontato e confermato. Udc e Rosa Bianca non hanno nel programma una pagina dedicata alla politica estera e di pace, né tanto meno parlano di disarmo.

È una considerazione da estendere anche alla Sinistra L’Arcobaleno?



La Sinistra L’Arcobaleno si è espressa in termini più chiari e concreti rispetto alle altre forze. Infatti ha un capitolo del programma interamente dedicato a Pace e Disarmo, con indicazioni precise: stop all’EuroFighter, riduzione della spesa militare, riconversione dell’industria bellica, messa al bando della armi nucleari, stop alla base Dal Molin, nuova legge sulla cooperazione.

Sembra che i temi cattolici siano al centro del dibattito fra le forze politiche. Quali sono, secondo te, i valori che i cattolici dovrebbero difendere?



Mi pare abbastanza chiaro che, in questa fase, il richiamo ai valori cattolici da parte di molti (direi troppi) leader politici sia del tutto strumentale alla conquista di maggiori consensi, al punto che c’è addirittura chi, e mi riferisco a Giuliano Ferrara, è diventato paladino di uno di questi valori pur non avendo assolutamente nulla a che fare con il mondo cattolico. Preferirei un richiamo alla Costituzione e alla sua profetica laicità. «A nessuno è lecito rivendicare esclusivamente in favore della propria opinione l’autorità della Chiesa» (Gaudium et spes, n. 43).

Va anche detto che una parte del mondo cattolico e della gerarchia ecclesiastica italiana sembra preoccupata di mostrarsi disponibile verso un centro e un centro-destra che, a suo avviso, offrirebbe maggiori garanzie in riferimento alla difesa dei cosiddetti «valori non negoziabili». Un’evidente bugia perché ci stiamo rendendo conto che valori come la giustizia, la legalità, l’equità, la tutela della dignità delle persone, l’accoglienza, la vita, la pace, la nonviolenza, questa destra li sta calpestando sistematicamente in modo ignobile. L’essere cristiano e l’essere cattolico non definisca l’appartenenza ad una parte politica, ma il coraggio di essere dalla parte degli ultimi, delle vittime, dei poveri, che troppa politica degli interessi e della sicurezza stanno calpestando.

La giustizia, la legalità, l’accoglienza… sono questi che hai appena nominato i valori cattolici?

Sì, credo che i temi fondamentali per i cattolici siano quelli della giustizia, della legalità, della nonviolenza, della trasparenza dei bilanci, dell’accoglienza e della vita. Non solo dell’inizio e della fine della vita, ma anche degli anni del vivere, sui quali l’attenzione mi sembra più sfumata. L’insistenza sui temi della vita nascente e morente sta cancellando la quotidianità della vita delle donne, degli uomini, dei giovani e delle famiglie che spesso l’economia e l’ingiustizia calpesta. Non possiamo continuare a pensare, come cattolici, che i nostri interessi e i nostri valori siano i valori di tutti e gli unici in grado di realizzare il bene dell’umanità. Storicamente non è stato così. Un po’ di sana autocritica e di coraggioso discernimento e collaborazione gioverebbero a tutti. (l. k.)

Don Fabio Corazzina è coordinatore nazionale di Pax Christi

Fonte: ADISTA del 22.03.2008