«DIRITTI UMANI: L’ITALIA É INADEMPIENTE»


Diritti umani: l’Italia è inadempiente. Nei giorni scorsi lo ha correttamente riconosciuto anche il ministro degli Esteri, Frattini intervenuto alla Conferenza sul 60° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promossa dalla Fondazione della Camera dei Deputati.

Frattini ha esplicitamente citato l’assenza della legge di applicazione della Corte Penale internazionale e la mancata istituzione della «Commissione nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani», unico paese in Europa a non aver ancora rispettato questo impegno. E si è assunto questi due impegni.

Ma quello che l’Italia deve fare per inserirsi nel gruppo di testa dei paesi che più s’impegnano per i diritti umani è molto di più. Ecco alcuni dei passi principali che governo, parlamento e forze politiche non hanno ancora fatto e dovrebbero fare rapidamente:

1. ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura e riconoscere il reato di tortura nel nostro ordinamento;

2. approvare la legge sul diritto d’asilo, aumentando le risorse per l’accoglienza e promuovendo una campagna di sensibilizzazione a favore delle persone che fuggono da persecuzioni, guerre, conflitti e disastri ambientali;

3. riconoscere il diritto di voto nelle elezioni amministrative per i cittadini migranti che risiedono da tempo nel nostro paese;

4. istituire il «Garante dell’Infanzia»;

5. istituire il «Difensore civico nazionale»;

6. ratificare le Convenzioni Internazionali rispettivamente sui diritti umani delle persone con disabilità, sulla protezione di ogni persona dalle sparizioni forzate, sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

7. organizzare una sessione annuale del Parlamento in seduta comune per discutere dello stato dei diritti umani in Italia e delle raccomandazioni che i pertinenti organismi internazionali rivolgono al nostro paese;

8. definire un piano d’azione dell’Italia per il rafforzamento delle istituzioni internazionali democratiche che, a partire dall’Onu, sono deputate a promuovere e difendere i diritti umani nel mondo, contro tutte le dittature e i regimi autoritari ma anche contro tutti gli abusi e le violazioni di cui sono responsabili i governi democraticamente eletti;

9. rendere permanente l’educazione ai diritti umani, alla pace e alla nonviolenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado valorizzando le esperienze sin qui realizzate, anche tramite l’emanazione di una apposita direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione;

10. ridurre le spese militari per liberare le risorse da investire nelle politiche nazionali e internazionali di lotta alla povertà, di cooperazione internazionale e di promozione delle pari opportunità e dello sviluppo sostenibile.

I diritti umani interrogano la politica. Ma la politica ancora non risponde. Per questo abbiamo deciso di promuovere mercoledì 10 dicembre 2008 una Giornata nazionale d’Azione per i diritti umani: 201 manifestazioni in 159 città italiane per promuovere una nuova agenda della politica.

Flavio Lotti

Coordinatore della Tavola della pace