[GRILLOnews • 17.11.03] Per favore, risparmiamoci le ipocrisie e le finte lacrime, rispettiamo quelle vere. Per favore, risparmiamoci le ciance pacifiste trasversali dei nauseanti salotti televisivi. Per favore, risparmiamoci la retorica patria e militarista. Per favore, risparmiamoci il minuto di silenzio nazionale e risparmiamolo soprattutto ai nostri figli nelle scuole, il silenzio è una cosa seria e ce lo portiamo dentro ogni giorno insieme all’impegno di costruire un mondo senza violenze e senza guerre anche quelle “umanitarie” e “preventive”...

EDITORIALE. «NO ALLA GUERRA» PER FAVORE…

Per favore, risparmiamoci le ipocrisie e le finte lacrime, rispettiamo quelle vere. Per favore, risparmiamoci le ciance pacifiste trasversali dei nauseanti salotti televisivi. Per favore, risparmiamoci la retorica patria e militarista. Per favore, risparmiamoci il minuto di silenzio nazionale e risparmiamolo soprattutto ai nostri figli nelle scuole, il silenzio è una cosa seria e ce lo portiamo dentro ogni giorno insieme all’impegno di costruire un mondo senza violenze e senza guerre anche quelle “umanitarie” e “preventive”. Per favore, risparmiamoci anche i 10 minuti di fermata sul lavoro. Fermiamoci 10 ore ma prima delle guerre e con i governi di ogni colore. Per favore, un minuto di silenzio per immaginare, in favore della pace e contro i terrorismi, interventi diversi da quelli delle forze armate.
 
Tra le tante parole, per rivolgere il nostro pensiero alle vittime, scegliamo quelle scritte qualche giorno fa da Gino Strada:
 
«Ho lasciato l’Afghanistan pochi giorni fa. Quando sono partito, Fahim Khan era agonizzante nel reparto di rianimazione. Diciannove anni, dilaniato da una bomba non lontano dal palazzo reale di Kabul, mentre stava tentando di rimettere a posto la propria casa danneggiata dai bombardamenti. Sono partito con negli occhi il padre di Fahim, seduto al fianco del figlio in silenziosa disperazione.
Fahim e suo padre mi sono tornati in mente ieri mattina, quando il responsabile di Emergency mi ha chiamato da Baghdad per dirmi della strage di Nassiriya.  Altri ragazzi come Fahim fatti a pezzi da un’altra esplosione. Ragazzi italiani. Ho pensato ai loro padri, lontani migliaia di chilometri, che forse non vedranno neppure i resti dei propri figli. “Nessuno è così pazzo da preferire la guerra alla pace: in tempo di pace sono i figli a seppellire i padri; con la guerra tocca ai padri di seppellire i figli” scriveva Erodoto nel quinto secolo prima di Cristo. La follia della guerra è tutta qui: qualche decina di ragazzi si sono svegliati ieri mattina in Iraq, e ieri sera non sono andati a letto, non ci sono più. Hanno iniziato il grande sonno, come altri milioni di ragazzi prima di loro, in Afghanistan e in Cecenia, in Congo e in Kosovo e nei mille luoghi di violenza del nostro pianeta: sottratti alla vita non da un male incurabile ma dalla volontà e per opera di altri esseri umani. Ogni volta che la guerra si porta via una vita umana è una sconfitta, per tutti, perché ha perso l’umanità, perché si è persa umanità. Il rispetto per i morti, per il dolore dei loro congiunti può e deve provocare una riflessione di tutti, anziché la polemica di alcuni. Dobbiamo tutti prendere atto che si è al di fuori della ragione, ogni volta che i rapporti tra esseri umani si esercitano con la forza, con le armi, con l’uccisione. L’umanità potrà avere un futuro solo se verrà messa al bando la guerra, se la guerra diventerà un tabù, schifoso e rivoltante per la coscienza e la ragione». (dal quotidiano “Il Manifesto” del 13.11.2003) (L’Editoriale di «GRILLOnews» di questa settimana è il testo di un volantino redatto da Nodo Val Sangone (TO) di Rete Lilliput, testo segnalato da Giovanni Zampini – VR).