[di ETTORE MASINA • 07.11.2001] - Quella che viene  combattuta in questi giorni è guerra senza onore. E’ una guerra che non sradica il terrorismo poiché c’è un terrorismo che nasce da condizioni di umiliazione e di disperazione e le guerre accrescono, nei vinti, l’una e l’altra: il terrorismo dei “poveri” può essere sradicato soltanto con la giustizia internazionale, l’uso della ragione, il dialogo fra le culture.

ETTORE MASINA: CHI SONO LE VITTIME DEL TERRORISMO?

Quanto al terrorismo dei fanatici, dei feroci come Bin Laden, esso va stroncato innanzi tutto economicamente, con l’intelligence e con una nuova “igiene” politica. Dico che va stroncato economicamente perché per il momento sono state colpite soltanto le più appariscenti “cittadelle” economiche di quel terrorismo; ma ci si è ben guardati dal penetrare nel sottosuolo del capitalismo, là dove, per esempio, la famiglia di bin Laden e quella dei Bush erano socie in affari. E dico “igiene” politica per dire che uno stato il quale si serve di delinquenti non può sperare che prima o poi essi non si trasformino in nemici. Bin Laden è creatura della CIA ma la lezione non è servita: la CIA ha annunziato qualche giorno fa di avere cominciato ad arruolare nuove reclute “senza guanti”, cioè senza badare alla loro fedina penale: dunque, tanto per fare un esempio che ha già riscontri, i criminali di quell’”anti-terrorismo” dell’America Latina che ha seminato il continente di morti sotto tortura. E del resto Negroponte, ambasciatore di Bush presso l’ONU, è uno di quei delinquenti: proconsole di Regan in Honduras, promosse desapariciones e omicidi e fiancheggiò apertamente la ferocia dei contras. In Nicaragaua Quella che viene combattuta in questi giorni è una guerra senza onore perché scatenata per blandire i peggiori sentimenti di un popolo che si credeva immune da attacchi distruttivi e che, invece, è stato selvaggiamente colpito: e dunque la voglia di vendetta e non quella di giustizia; è una guerra, infatti, che si mangia milioni di miliardi mentre i giornali americani scrivono che gran parte dei parenti delle vittime delle Torri Gemelle rimane senza sussidî. E’ una guerra che esporta in chiave di massa la insensata crudeltà delle esecuzioni capitali, la fosca idea che i parenti degli assassinati possano trovare consolazione nello spettacolo dell’agonia dei supposti killer. Quella che viene combattuta in questi giorni è una guerra senza onore perché, a sua volta,  si è trasformata in terrorismo. Le bombe “intelligenti” improvvisamente impazziscono: le armi che a Belgrado centrarono la stanza da letto dei Milosevic e che, affidate ad Israele, distruggono con assoluta precisione le auto in movimento dei dirigenti di Hamas o della Jihad, in Afghanistan colpiscono due, tre, quattro volte di seguito i depositi della Croce rossa internazionale, ospedali, villaggi. Qualche giorno fa Gino Strada, di Emergency, che da anni si prodiga per le vittime dei conflitti afghani senza distinzione alcuna (e che perciò per il Cavalier Berlusconi “ha le idee confuse”) ha scritto ai suoi amici: “La guerra, questa guerra, e’ anche mediatica. Lo e’ stata per anni, volutamente censurando la tragedia del popolo dell’Afghanistan, e lo e’ anche oggi, per mascherare i lutti di una nuova guerra.  E allora abbiamo voluto andare a verificare, per informare in modo obiettivo e documentato (…). Le vittime che indichiamo qui di seguito le abbiamo incontrate, visitate, intervistate. Niente “si dice”, nessun “portavoce”, nessun intermediario. Abbiamo ritrovato solo quei feriti che in qualche modo hanno potuto raggiungere presidi sanitari della sola Kabul: questo elenco ha dunque un valore esemplificativo (…).

L’anagrafe della guerra senza onore

Questo censimento, per così dire casalingo, nel senso che copre soltanto una minima zona del campo di “operazioni”, contempla un centinaio di civili morti o feriti fra il 10 e il 27 ottobre. Io voglio qui segnare almeno il nome dei bambini perché l’Italia sta mandando sul luogo truppe che allungheranno questo elenco e perché queste piccole vittime, almeno per un minuto, abbiano un nome nei nostri pensieri:Aihasha Abdul Malik, F, 3 anni, amputazione di gamba, lesioni multiple agli arti, intossicazione polmonare,  Mikrorajon.Zarwali Almar, M,10 anni, amputazione di gamba destra e lesione dei tessuti molli alla mano destra e gamba sinistra, Saroby.Jawed M. Alam, M, 10 anni, frattura bilaterale agli arti inferiori,  Boni-hosar.Saleha Moheb, F, 10 anni, ferita al torace, Karte Se.M. Omar Khan, M, 10 anni, lesione ai tessuti molli gamba destra, Qargha.Naiheb M. Ranq, M, 4 anni, trauma cranico, vicinanze aeroporto Kabul.Negena M. Salem, F, 10 anni, frattura cranica, idem.Waheda M. Nesar, F, 4 anni, ferita penetrante all’addome, Rish Khor.Breshna M. Ghous, F, 1 anno, dispnea da inalazione, Badam  Bagh.Zarmina Amanullah, F, 7 anni, lesione penetrante al fianco destro e gomito destro, Debury (paziente deceduta).Fazela Amanullah, F, 5 anni, frattura di ginocchio destro, Debury.Parwana Amanullah, F, 11 anni, ferita alla gamba destra,  Debury.Ferozan Amanullah, F, 14 anni, ferita al gluteo destro, Debury.Najibullah M. Yassir, M, 12 anni, ferita penetrante all’addome,  Debury.Abdul Bary, M, 6 anni, ferita al gluteo ed all’avambraccio, Afshar.Omel Ahmad, M, 3 anni, ferita al cranio, Afshar.M. Raza M. Wakl, M, 13 anni, ferita penetrante all’addome, Qalav Shan.Sulaiman Agha M., 16 anni, ferita al cranio, Khoshal Khan.Shabana Agha M., F, 13 anni, ferita agli arti, Khoshal Khan.Niaz Moh Ghulam M., M, 7 anni, ferita al cranio, Pz. In coma, Kolola Pushta.Haroon Agha Sherin, M, 12 anni, ferite agli arti inferiori, Khairkhana.Khosh Abdul Fatah, F, 7 anni, ferita cerebrale penetrante, Microrayon.Ahmed Osman, M, 10 anni, ferita cerebrale penetrante, Microrayon.Anisa Mohammed Gul, F, 8 anni, ferita cerebrale penetrante, Char-Qalla.Samir Zamir, M, 13 anni, ferita cerebrale penetrante, Khairkhana.Nadia Mohammed Sarwer, F, 3 anni, ferita cerebrale penetrante, Khairkhana.Najia Mohammed Sarwer, F, 8 anni, trauma cranico, Khairkhana.Rabia Mohammed Sarwer, F, 7 anni, trauma cranico,Khairkhana.Malyar Zekria, M, 7 anni, ferita cerebrale penetrante,Khairkhana.Hasanullah Zekria, M, 8 anni, ferita cerebrale penetrante, Khairkhana.Arif Mohammed Asif, M, 5 anni, trauma cranico, 21 ottobre, Khairkhana.Nesar Qand Agha, M, 3 anni, ferita cerebrale penetrante, Khairkhana.Bilal Gulam Rasul, M, 4 anni, deceduto, Khairkhana.Kaled Gulam Rasul, M, 6 anni, deceduto, Khairkhana.Wares Gulam Rasul, M, 12 anni, deceduto, Khairkhana.Samin Gulam Rasul, M, 9 anni, deceduto, Khairkhana.Rowida, F, 5 anni; Aziza Said, F, 3 anni; deceduto, Chany KhilLaikhan Mirza, M, 6 anni; idemAhmad Froh, M, 4 anni, idemE’ con lo strazio di questi corpicini che vogliamo costruire un mondo senza violenza ? E con queste vite stroncate che vogliamo ricordare i morti delle Torri Gemelle? E’ una guerra senza onore. Sempre le guerre sono senza onore perché, inevitabilmente, dilaniano i bambini. Una volta forse, non era così. Ma adesso nessuno può fingere di non saperlo.

Onore e odore

La guerra che viene combattuta in questi giorni è una guerra senza onore, ma in compenso ha un odore penetrante ed è quello del petrolio. E’ una guerra voluta delle multinazionali che furono le maggiori sostenitrici finanziarie di Dobliù Bush nella sua campagna elettorale e che desiderano costruire e possedere  un oleodotto che attraversi l’Afghanistan; e che sia vigilato da una base permanente americana anche dopo la fine del conflitto. Quella che viene combattuta in questi giorni è una guerra senza onore perché mira al rovesciamento del feroce governo talebano ma intende attuarlo servendosi della cosiddetta Alleanza del Nord, i cui componenti, secondo la denuncia di Rawa, l’eroica forza di resistenza delle donne afghane, non sono meno fondamentalisti, violenti e misogini dei loro avversarî, Bin Laden compreso. E’ una guerra di religione: lo è sempre stata nel cervello di Bush che ha parlato di “crociata” (un lapsus? Freud ci ha insegnato quanto siano espressivi i lapsus) e nel cervello di Berlusconi che ha parlato di superiorità culturale dell’Occidente. E’ una guerra che sta devastando i rapporti fra Occidente e  Islam e li porterà al limite di tragiche rotture quando, come Bush ha già deciso, i bombardamenti continueranno durante il Ramadam: perché il Ramadam è un mese sacro, così fortemente sacro da indurci vergogna per come noi sperperiamo quaresime e avventi. E una profonda solidarietà cementa i credenti dell’Islam: “da questo vi riconosceranno: da come vi amerete”…Il tricolore a stelle e strisceA questa guerra senza onore, insensata e illegittima, l’Italia si prepara a partecipare in maniera servile. Il nostro ineffabile presidente del Consiglio – probabilmente convinto che un conflitto internazionale faccia dimenticare (e sembra proprio così!) il conflitto di interessi di cui è titolare – è andato con il cappello in mano da Bush prima e poi da Blair a chiedere il favore di inviare quelli che lui chiama all’americana “i nostri ragazzi” a rischiare la vita e a mettere tutti noi a maggior rischio. Il presidente della Repubblica ci incita ad amare il tricolore; ma sembra non accorgersi della fatale violazione della Costituzione poiché il ripudio della guerra sancito dalla nostra Carta con una sola limitazione, quella dei patti internazionali; ma in questo caso non ci sono patti, non è una guerra dell’ONU e non è neppure una guerra della NATO, NATO e ONU sembrano dissolte, questa è una guerra americana e il nostro tricolore sarà soltanto la bandiera di una provincia imperiale. Io spero che in molti, come già ad Assisi, riusciamo a far sentire alto il nostro NO, a farlo sentire al presidente della Repubblica, ai partiti dell’opposizione, ai deputati e ai senatori. L’adesione o meno alla guerra chiarisce molta politica interna. Io penso che chiarisca anche molta vita ecclesiale. E’ importante che sappiamo uscire da una angoscia che ci inchioda all’inazione. E’nei momenti di crisi che vanno moltiplicati rapporti di amicizia, di intesa, di riscoperta di ciò che ci unisce al di sopra e al di là di certe convinzioni. E’ importante che sappiamo il più esattamente possibile ciò che dobbiamo fronteggiare. La controinformazione diventa ossigeno per i nostri cervelli e i nostri cuori mentre la Casa Bianca nega ai giornalisti (come già fecero Reagan e Bush senior) di visitare il fronte. E’ importante che sentiamo la nostra dignità di cittadini, per non lasciare che i mass-media ci rimbambiscano un poco alla volta. E’ importante che non perdiamo d’occhio chi lavora nell’ombra dei tricolori a stelle e strisce per aumentare il proprio potere.