[L. Zorzi • 28.09.08] Racconto iscritto al Concorso solidal-umoristico-letterario nazionale «Léggere nel verde». Maria è ritornata al suo paese per nostalgia, per curiosità, per stanchezza di una vita troppo monotona: la cucina, le amiche, i nipoti, qualche gita... Ne ha parlato ai figli e alle amiche ma ha l'impressione che non abbiano capito le motivazioni del suo gesto; solo Luisa, la migliore amica, l'ha incoraggiata. Manca da lì da tanti anni e una grande emozione le riempie il cuore nel riconoscere, tra poche altre cose, il giardino intorno all'antico castello.

GIARDINO LETTERARIO


Racconto iscritto al Concorso solidal-umoristico-letterario nazionale «Léggere nel verde». Trovi il

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GIARDINO LETTERARIO

di L. Zorzi

Maria è ritornata al suo paese per nostalgia, per curiosità, per stanchezza di una vita troppo monotona: la cucina, le amiche, i nipoti, qualche gita…

Ne ha parlato ai figli e alle amiche ma ha l’impressione che non abbiano capito le motivazioni del suo gesto; solo Luisa, la migliore amica, l’ha incoraggiata. Manca da lì da tanti anni e una grande emozione le riempie il cuore nel riconoscere, tra poche altre cose, il giardino intorno all’antico castello.

A questa ora mattutina il giardino è deserto e Maria sente scricchiolare la ghiaia del vialetto sotto i suoi passi; i roseti sono in piena fioritura e lo zampillo della fontana centrale riempie il silenzio.

Quanti ricordi! Tra quei vialetti e sui prati al tempo della sua fanciullezza scorrazzavano bambini allegri che giocavano insieme. Una signora armata di macchina fotografica ritraeva i bambini nella speranza che qualche mamma s’invogliasse ad immortalare il proprio pargolo, mentre beveva alla fontanella o sedeva nel prato. Chissà dove sono finiti quei bambini e forse la fotografa principiante sarà diventata famosa!

Si siede su una panchina a guardare intorno e a lasciar vagare i ricordi sul suo passato, sulle compagne, sui suoi sogni… Estrae dalla borsa un libro che parla di libri. I libri sono uno dei suoi amori, insieme ai viaggi e alla famiglia naturalmente: figli, nipoti. Legge qualche riga, ma è distratta e insoddisfatta, quasi pentita di aver creduto di trovare in quei luoghi le atmosfere del passato.

Ad un tratto, una alla volta con passo leggero, arrivano delle persone che in silenzio si siedono sulle panchine. Sono persone anziane ma c’e anche qualche giovane e tutti hanno un libro in mano; guidati da un invisibile direttore d’orchestra iniziano a leggere a turno e a voce moderatamente alta. Maria si avvicina e tenta di comprendere le parole che sono lette, ma alcune sono incomprensibili: forse dialetto o lingua straniera sconosciuti; nessuno però sembra accorgersene e tutti ascoltano attentamente le voci come strumenti musicali di una grande orchestra.

Un signore attempato le sorride e la invita a sedersi e a far parte del gruppo. Maria si sente come un’attrice che recita una parte provata tante volte e con voce limpida legge una pagina a caso del suo romanzo e i presenti sono contenti del suo intervento. Ad un tratto, come alla fine di uno spettacolo, le letture s’interrompono e tutti vanno via. Rimane solo una vecchietta che le racconta una storia un po’ caotica di proibizione agli anziani di leggere libri in famiglia, perché tanto hanno il cervello annacquato e non vale la pena di sprecare tempo con il rischio di fargli venire idee strane… Maria è allibita; dopotutto non molti anni la separano dall’età di quella donna e al solo pensiero di non poter leggere si sente male!

La donna racconta ancora della loro idea di trovarsi tutti i giorni nel giardino a leggere i loro libri preferiti; sono ormai in tanti, anche stranieri, e oltre alla lettura si sono intrecciate amicizie e qualche simpatia… Maria sorride del progetto di chi dovrebbe avere il “cervello annacquato” e lo considera una trovata fenomenale; le piacerebbe far parte di un gruppo come questo che ama la letteratura e la lettura condivisa. L’amore per i libri non conosce confini di nessun genere.

L’insoddisfazione che sentiva poco fa è scomparsa. Riapre il libro e pensa alle sue amiche in città e alla possibilità di ritrovarsi a leggere insieme in uno spazio verde, invece di perdersi in pettegolezzi e nella ricerca di ricette irrealizzabili per le numerose magagne fisiche di ognuna di loro.

Giusto vicino a casa sua c’è un piccolo giardino che nessuno usa perché tutti hanno una gran fretta di andare non si sa bene dove; solo qualche cane lo apprezza, ma si sa, i cani sanno sempre dove andare.

Maria guarda l’orologio: é quasi mezzogiorno e il suo treno parte alle due. Si alza e con lo sguardo accarezza il grande giardino ora silenzioso, quasi misterioso. La sua visita non è stata vana grazie all’imprevedibile conclusione. Si avvia con passo deciso e il cuore sereno e appagato. Compone un numero sul telefonino e chiama la sua migliore amica: «Luisa non crederai mai a cosa ho trovato nel giardino della mia fanciullezza!» E ride nell’immaginare la sua faccia intelligente e sensibile con la bocca semiaperta e gli occhi stupiti, sempre pronta a condividere nuove esperienze. Sì, avranno anche loro un giardino letterario.

L. Zorzi