[GRILLOnews • 13.03.04] In Italia stiamo ingrassando troppo. In meno di dieci anni abbiamo avuto un incremento di peso medio di circa il 25 per cento. Così abbiamo raggiunto, secondo i dati ufficiali, la ragguardevole cifra del 43 per cento di uomini in sovrappeso; le donne sono state più attente alla linea, con il loro 26 per cento; per perdere poi la battaglia sul fronte dell'obesità vera e propria, sia pure per una piccola percentuale...

GRASSI E MAGRI, EPULONE E LAZZARO

In Italia stiamo ingrassando troppo. In meno di dieci anni abbiamo avuto un incremento di peso medio di circa il 25 per cento. Così abbiamo raggiunto, secondo i dati ufficiali, la ragguardevole cifra del 43 per cento di uomini in sovrappeso; le donne sono state più attente alla linea, con il loro 26 per cento; per perdere poi la battaglia sul fronte dell’obesità vera e propria, sia pure per una piccola percentuale. Possiamo avere una magra consolazione – si fa per dire – confrontandoci con i dati degli Stati Uniti d’America, che sono peggiori dei nostri; tanto da indurre i responsabili delle scuole in Arkansas a dare una votazione in pagella per il decremento di peso ottenuto nell’anno scolastico.

UN MONDO ALTRO

Tutto ciò dovrebbe indurci a una duplice riflessione. La prima riguarda la nostra salute: perché la vita sedentaria e la nutrizione troppo ricca in calorie ci fanno aumentare, assieme al peso, il rischio di malattie invalidanti o mortali. Del resto già Ippocrate, 2600 anni fa, aveva dettato l’aforisma che “i grassi muiono prima”; ed oggi sta per diventare una pandemia, che è stata battezzata “globesity”. Ma la seconda considerazione è peggiore della prima: perché a fronte di questa pandemia di sovrappeso dei popoli ad alto reddito abbiamo il desolante quadro della fame nel mondo: secondo recenti stime 800 milioni di persone sono malnutrite, di esse ben 150 milioni sono bambini; di questi 800 milioni – equivalenti pressappoco alla popolazione dell’intera Europa – 110 sono addirittura a rischio di morte per denutrizione. Sono numeri che si commentano da soli e che dobbiamo tenere ben presenti quando la pressione emigratoria in cerca di cibo supera le barriere sempre più effimere dei nostri confini. E’ forse utopistico proporre una piccola tassa percentuale sul valore calorico dei nostri cibi supersaturi, da devolvere, tramite organizzazioni internazionali, ai popoli affamati? Nel frattempo il “povero Lazzaro” continua a morire tutti i giorni, magari buttato a mare dalle barche clandestine; mentre il “ricco Epulone”, come è scritto nel Vangelo, sguazza nei suoi banchetti; e si cura la sua obesità. Ma alla fin fine sarà Epulone, troppo tardi pentito a morire per tutta l’eternità.