GUARDARE IL MONDO DALLA FINESTRA DELL’OSPEDALE


Trovarsi in un letto dell’ospedale e trascorrere giorni e giorni. Vivere momenti duri a causa di certi interventi chirurgici, oppure lottare contro la malattia che sembra non lasciarti più. Fare pace col forte dolore che persiste per giorni e sperare con ansia il giorno che si stanchi di abbracciarti.

Vedere di fronte a te chi sta vivendo tutto questo da molto più tempo: diventando anche mesi o addirittura anni. Notare sul suo volto come il dolore lo ha già scolpito dal troppo tempo che sta scorrendo sul suo corpo, togliendoli perfino la speranza di una tregua. E pensare che tutto questo potrebbe diventare anche la tua situazione.

Aspettare la visita di un famigliare o di un amico che diventa come una carezza che dà sollievo al tuo viso stanco dal dolore e che ti fa sentire la dolcezza della solidarietà e dell’amicizia. Vedere il sorriso di colui che sta di fronte al tuo letto perché è sempre accompagnato dal proprio coniuge o dai propri figli, facendomi capire come la famiglia diventa fondamentale nell’affrontare i momenti difficili della malattia, mediante le relazioni affettive che leniscono profondamente le malattie. Ma poi girando lo sguardo dall’altra parte, accorgersi che c’è qualcuno sempre solo, ricevendo pochissime visite e percepire sul suo volto come la solitudine appesantisce ancora di più la dura realtà della malattia.

E poi arriva finalmente il giorno che si riesce ad alzarsi dal letto per qualche momento, con la voglia di guardare fuori dalla finestra e far scorrere la tua mente su tutto quello che avviene nel mondo. Ora non sembra più quel mondo che conoscevo quando camminavo sulla polvere della realtà quotidiana.

Dalla finestra dell’ospedale si guarda il mondo con occhi differenti e ci si chiede il perché di tutto quel correre dalla mattina alla sera, preoccupati di mille cose e sempre più stressati da sistemi socio-economici che fanno impazzire la gente e le danno la sensazione di essere immortale semplicemente perché accumula tante e tante cose. Mentre basta poco per trovarsi su una corsia dell’ospedale ed accorgersi quanto fragili siamo e quanto quelle tante cose non servono più, oppure le dobbiamo lasciare agli altri anche quando non vogliamo perché ce l’ho impone la morte.

Dalla finestra dell’ospedale si osserva che l’umanità non dà molta importanza alla salute fino a quando non si ammala, senza preoccuparsi molto di salvaguardarla, anzi molte volte la spreca con stili di vita che la danneggiano. Invece è sufficiente stare un po’ sul letto dell’ospedale per capire come la salute è una grande ricchezza che non ha paragoni con le mille cose che desideriamo continuamente. La salute è una grande amica per i giorni felici e per dare qualità alla vita, ma bisogna impegnarsi fin da quando si è giovani a custodirla e a proteggerla come una speciale compagna di viaggio.

Dalla finestra dell’ospedale si coglie un po’ di più come siamo fatti e come ci muoviamo, preoccupati solamente a curare ma non a prevenire. Infatti, si corre a destra e a sinistra, ci si affanna per i mille impegni e affari, ci si stressa perchè riempiamo le nostre giornate di tante preoccupazioni e problemi, fino a quando la salute tiene. Ma avendo costruito una vita che ci consuma, arriva il momento che si scoppia e all’improvviso possiamo trovarci sul letto dell’ospedale, se non addirittura accompagnati tra i cipressi al riposo eterno. Bisogna educarci alla cultura della prevenzione e non solamente della cura mediante il cambiamento dei nostri stili di vita, affinché possano salvaguardare un bene preziosissimo che è la salute per poter prevenire e non solamente curare.

Dalla finestra dell’ospedale si relativizza tutto quello che abbiamo accumulato di beni e conquistato a livello di prestigio e di fama, perché su quel letto ognuno diventa uguale all’altro con lo stesso traguardo di allontanare presto la malattia dalla propria pelle. E per raggiungerlo ci si accorge finalmente quanto sono importanti le relazioni umane, che magari abbiamo trascurato quando eravamo affaccendati nel quotidiano temporale della vita. Anche chi non aveva dato molta importanza ai beni relazionali, sul letto dell’ospedale riscopre quanto è importante la presenza dei propri cari famigliari e amici e quanto diventa più duro il cammino della guarigione senza la carezza, l’affetto e la vicinanza degli altri. Fino a percepire che le relazioni affettive diventano la medicina più importante per poter allontanare il male.

Dalla finestra dell’ospedale si diventa un po’ più saggi e intelligenti, s’impara a riconoscere meglio le cose essenziali da quelle relative, si riscopre il valore della lentezza per contrastare la frenesia, si dà molto valore alla salute che deve essere salvaguardata in ogni fase della vita e si apprezzano molto le relazioni interpersonali che troppo spesso vengono trascurate.

E allora, fa bene osservare il mondo dalla finestra dell’ospedale, sia per il paziente ma anche per colui che non lo è. Fa bene camminare ogni tanto tra le corsie degli ammalati e guardare il mondo dalla finestra dell’ospedale. Quello sguardo potrebbe diventare luce dei nostri passi per salvaguardare sempre la salute come un bene davvero prezioso.

Ospedale di Vicenza, 19 dicembre 2008

Adriano Sella

(missionario e discepolo dei nuovi stili di vita)

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