LA CAMPAGNA «STOP F35» SCRIVE AI CAPIGRUPPO DELLA CAMERA: «DISCUTETE SU QUESTO PROGETTO INUTILE E COSTOSO»

[Campagna NO-F35 – Rete Italiana per il Disarmo – 12.04.2011] Il Parlamento deve discutere una scelta che costerà al nostro Paese almeno 15 miliardi di euro. Le organizzazioni del disarmo non vogliono più stare in silenzio di fronte all’indifferenza della politica sulle negative e antieconomiche scelte di acquisti militari.

«Come abbiamo mostrato nei dati sulla manovra finanziaria alternativa promossa da Sbilanciamoci! – dichiara Giulio Marcon coordinatore della campagna – anche in Italia gli investimenti militari complessivi godono di buona salute, mentre si tagliano dappertutto le spese sociali per scuole e sanità. In particolare lo sviluppo e l’acquisto dei grandi sistemi d’arma non pare subire mai arresti nelle intenzioni di spesa dei Governi».

Niente soldi per gli investimenti utili agli italiani, mentre il Parlamento non discute nemmeno le costosissime scelte di acquisto militare del Governo. Con questo spirito la campagna «Stop-F35 – Diamo la caccia al caccia» scrive oggi ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati, chiedendo che il Parlamento si faccia carico di un confronto su questo mastodontico e costosissimo progetto, il più grande della storia in ambito militare.

«Lo strumento ci sarebbe ed è la mozione 408 presentata nello scorso luglio alla Camera dall’On. Pezzotta (una simile è stata presentata dal Sen. Veronesi al Senato) che chiede al Governo di sospendere il progetto di acquisto degli otlre 130 caccia d’attacco JSF F35» sottolinea Massimo Paolicelli, dell’Associazione Obiettori Nonviolenti e tra i coordinatori della campagna. «Solo che tale mozione, dopo essere stata calendarizzata per febbraio/marzo è in seguito sparita dal programma dei lavori dell’Assemblea alla Camera non venendo riproposta nel nuovo calendario che arriva a giugno 2011».

Per questo motivo la Campagna nazionale, forte delle numerose adesioni raccolte in questi mesi, sta chiedendo ai Presidenti di tutti i gruppi parlamentari di adoperarsi perché il Parlamento abbia finalmente la possibilità di confrontarsi su una scelta che costerà al nostro Paese almeno 15 miliardi di euro, solo per l’acquisto di aerei che vanno poi mantenuti e messi in esercizio.

Il faraonico progetto dei Joint Strike Fighter F35 risulta già ora il più costoso della storia già raddoppiando i costi previsti al suo inizio; ha sollevato dubbi nei maggiori paesi partecipanti tra cui la Gran Bretagna (che ha cancellato i propri ordini per la versione ad atterraggio verticale), la Norvegia, i Paesi Bassi e la Danimarca. Anche negli Stati Uniti, capofila del progetto, si stanno sollevando forti dubbi sulla base del costante monitoraggio fatto dal U.S. Government Accountability Office che contesta al progetto forti ritardi, il lievitare dei costi e le scarse garanzie sulla buona riuscita.

La richiesta pubblica della campagna «Stop-F35 Diamo la caccia al caccia» non casualmente viene inviata oggi 12 aprile 2011, giorno in cui si celebra la «Giornata Mondiale di azione sulle Spese Militari» per chiedere ai governi una forte virata nelle loro scelte di spesa. Mobilitazioni, incontri, happening, iniziative di varia natura cercheranno in tutto il mondo di sottolineare come il disarmo sia utile e conveniente, oltre che giusto.

Recuperando una vecchia frase pronunciata da Dwight Eisenhower: «Il disarmo, con reciproco onore e fiducia, è un imperativo continuo. Insieme dobbiamo imparare come comporre le differenze, non con le armi, ma con l’intelletto e con scopi onorevoli».

«Proprio ieri il SIPRI (l’importante istituto svedese che monitora annualmente le spese militari pubbliche) ha rilasciato i nuovi dati relativi al 2010: nonostante la profonda crisi economica mondiale e le conseguenti decisioni di tagli sulle spese pubbliche sociali i soldi investiti dai Governi per le armi e gli eserciti sono ancora in crescita – afferma Francesco Vignarca coordinatore della Rete Disarmo – Il +1,3% rispetto al 2009 porta a complessivi 1630 miliardi di dollari. Non c’è da stupirsi se i conflitti crescono in numero ed intensità, visto che i responsabili pubblici delle nazioni sembrano voler investire in questi ambiti piuttosto che in scuole, ospedali, servizi sociali».

La campagna «Stop-F35 Diamo la caccia al caccia» è stata lanciata nel 2009 e da allora coordinata da Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo (organismo di coordinamento delle realtà che operano in Italia sul tema del disarmo e che comprende: ACLI – Agenzia per la Pace Sondrio – Amnesty International – Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile – Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS – Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi – PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la Pace – Un ponte per…).

La mobilitazione è poi sostenuta direttamente da Unimondo, GRILLOnews.it e Science for Peace ed ha raccolto 20.000 adesioni online tramite il sito www.disarmo.org/nof35 ed oltre 17.000 firme cartacee tramite i moduli sottoscritti in tutta Italia.

A sostegno di questa azione pubblica sono poi partite diverse altre iniziative che hanno fatto aumentare il bacino di sostegno della campagna e dei suoi temi; in particolare vanno ricordate le diverse migliaia di firme raccolte da Disarmiamo la Pace e le cartoline di pressione parlamentare promosse sia da Pax Christi che dall’Associazione Papa Giovanni XXIII. [ leggi l’articolo ]

» » LEGGI E FIRMA L’APPELLO NO F-35 « «