[GRILLOnews • 01.08.02] “Le Terre della Grola – onlus”: con questo nome si è costituita giovedì 4 luglio scorso una nuova cooperativa che, secondo lo Statuto, “nel perseguire esclusive finalità di solidarietà sociale e di mutualità, si propone la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente a partire dal proprio territorio: la Valpolicella”.

LE TERRE DELLA GROLA: AGRICOLTURA BIOLOGICA IN VALPOLICELLA

“Le Terre della Grola – onlus”: con questo nome si è costituita giovedì 4 luglio scorso una nuova cooperativa che, secondo lo Statuto, “nel perseguire esclusive finalità di solidarietà sociale e di mutualità, si propone la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente a partire dal proprio territorio: la Valpolicella”. Tra i soci fondatori e firmatari del patto costitutivo i maggiori esponenti del mondo politico ed amministrativo della nostra zona (Pierluigi Toffalori, Sindaco di Sant’Ambrogio – Fernando Cottini, Sindaco di Fumane – Pietro Clementi, Sindaco di Marano – Giorgio Accordini, Sindaco di San Pietro In Cariano – Alberto Mion, Sindaco di Negrar- Sindaco di Dolce’ – Filiberto Semenzin) nonché vari rappresentanti dei settori produttivi, finanziari e del sociale tra cui la MAG  Societa’ mutua per l’autogestione di Verona. Ma non solo: oltre  l’ovvio sostegno ad una cooperativa di chi opera nel mondo del volontariato, del sociale, della cooperazione e dell’ecologia, è stato ricevuto l’appoggio e la spinta per andare avanti anche da figure di spicco del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura. Promotrice dell’iniziativa è la Cooperativa “OttoMarzo” di Sant’Ambrogio di Valpolicella, meglio conosciuta come CA’ VERDE, una delle prime realtà a livello europeo ad operare nel biologico. La cooperativa propone una grande raccolta di fondi (azionariato popolare) per acquistare dalla Provincia di Verona (che è intenzionata a venderli) i terreni ed i fabbricati della tenuta “La Grola”, la collina che sovrasta il paese, e che da’ il nome al progetto per destinarli a scopi di utilità sociale a favore della comunità evitando che cadano in mano a qualche privato. È un progetto di grande respiro che parte dalla consapevolezza dei soci della “OttoMarzo” dell’importanza del contributo dato all’ambiente della Valpolicella negli oltre vent’anni di vita della propria cooperativa. Proprio vent’anni fa, infatti, con l’occupazione ed il successivo affitto dei terreni della Grola – allora incolti ed abbandonati – nasceva in queste terre un’esperienza innovativa di agricoltura biologica che nel tempo ha saputo coniugare creativamente rispetto dell’ambiente, recupero alla produzione di terreni marginali, bonifica dall’inquinamento chimico, sviluppo dell’occupazione e conservazione delle tradizionali culture della vallata. In questi anni la “OttoMarzo” e la sua sede – la CA’ VERDE – sono stati un luogo aperto a tutti, meta di libere passeggiate domenicali, centro di iniziative sociali e culturali, luogo di produzione e di vendita di prodotti biologici. La sua storia testimonia dunque della capacità di avviare iniziative economicamente valide pur senza fare un uso privatistico dei beni ma, anzi, mettendoli a disposizione dell’intera comunità. Ecco quindi che la proposta della nuova Cooperativa “Le terre della Grola – onlus” si sviluppa in due direzioni: da un lato l’acquisizione dalla Provincia dei terreni, per poter continuare a coltivarli secondo i metodi dell’agricoltura biologica ed avere a disposizione un’azienda agricola che permetta di portare avanti l’attività di reinserimento nel mondo lavorativo di soggetti disagiati ed il mantenimento del posto di lavoro dei circa trenta tra soci e dipendenti attualmente impiegati;  ma, dall’altro, recuperare anche il patrimonio edilizio (la villa con il parco e l’ex ospedale), per evitare la loro definitiva rovina e consentirne un uso sociale ed a favore della collettività (tra le varie proposte: centro convegni, centro per il turismo sociale e per associazioni di disabili a livello europeo, centro di formazione e studi sull’agricoltura biologica e l’utilizzo delle risorse).