[Mariagrazia Bonollo e comunicati stampa vari • 28.04.04] Don Bizzotto: “esprimiamo con il digiuno il diasagio e la richiesta di perdono per le vittime della guerra, coloriamo il 1° maggio coi colori della pace”. Alcune persone disposte a prendere il posto dei rapiti.

OSTAGGI ITALIANI IN IRAQ. L’INVITO A MANIFESTARE

L’Associazione Nazionale Beati i costruttori di pace lancia un appello alla partecipazione alla manifestazione che si svolgerà il 29 aprile a Roma alle ore 17, rispondendo così all’appello delle famiglie degli ostaggi italiani. Alla base dell’invito, le parole d’ordine proposte delle realtà aderenti al comitato nazionale “Fermiamo la guerra”: TUTTI A ROMA CONTRO LA GUERRA, PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE, PER LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI, PER LA LIBERAZIONE DEL POPOLO IRACHENO DAGLI ASSEDI, DAI BOMBARDAMENTI, DAGLI ORRORI DELLA GUERRA E DELL’OCCUPAZIONE. IL POPOLO DELLA PACE NON SI FERMA.

L’associazione pacifista in un documento del suo presidente don Albino Bizzotto avanza anche altre proposte operative, come “esprimere attraverso il digiuno il senso di disagio, la richiesta di perdono per le vittime della guerra, l’implorazione forte per la liberazione degli ostaggi e la fiducia nel Dio della vita”, nonché quella di caratterizzare con i colori della pace la festa del 1° maggio: “tutte le persone – si legge – potrebbero mettersi  un fiore all’occhiello per esprimere la loro volontà per il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq e per la liberazione degli ostaggi”. Infine annuncia che alcune persone sarebbero disponibili a prendere il posto dei tre ostaggi italiani.

“Anche noi oggi – scrive ancora don Bizzotto – chiediamo ai politici e ai rappresentanti delle Istituzioni di avere il coraggio e la saggezza, anche se sotto ricatto, di schierarsi per la vita. Come si può difendere l’onore delle istituzioni se il prezzo è la morte delle persone? Tanto più che le richieste fatte dai sequestratori, il cosiddetto ricatto, vanno nella direzione invocata dall’opinione pubblica del mondo intero, prima, molto prima che questa maledetta guerra cominciasse. Perché con i soldi si è disposti a fare tutte le trattative sottobanco e invece si nega di trattare sui diritti?”
“Oggi – continua – è chiaro a tutti che questo crimine internazionale (così viene definita dall’Assemblea dell’ONU “l’aggressione da parte di uno Stato contro la sovranità, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica di un altro Stato”) è fondato sulla menzogna, non solo nel dare il via alle operazioni di guerra, ma anche nel prosieguo dell’occupazione militare. Come si fa a imporre questo tipo di democrazia che nessuno vuole e nessuno riconosce? Siamo andati a fare una guerra per esportare la nostra democrazia  e ora siamo disposti a continuare la guerra pur di imporla! In base a quale criterio e a quale legge internazionale gli Usa possono continuare a negare la sovranità nazionale e l’autodeterminazione degli iracheni a tempo indeterminato dopo il 30 giugno?”

Per i “Beati” gli ostaggi sequestrati sono la dimostrazione di una verità sconosciuta, ossia che, “senza alcun pudore per la salvaguardia anche armata degli interessi e delle imprese occidentali, non ci sono solo gli eserciti ufficiali: c’è pure un esercito di privati”. 

“I responsabili politici, se vogliono, – continua il testo – ignorino pure il ricatto dei sequestratori, ma almeno affrontino con concretezza la situazione, come ha fatto il Governo spagnolo, partendo dal ritiro dei soldati italiani”.

Quanto alle richieste dei sequestratori al popolo italiano, don Bizzotto afferma che “ora la decisione sulla vita degli ostaggi è in qualche modo posta nelle nostre mani e questo non è corretto. La responsabilità rimane alle decisioni dei rapitori, come purtroppo è avvenuto con Fabrizio Quattrocchi, azione che va semplicemente condannata. Ma sapere che possiamo salvare queste vite con le nostre risposte ci dà uno scossone su tutti gli altri uccisi: undicimila tra gli iracheni e quasi mille tra gli occidentali. Per tutti costoro non abbiamo potuto far niente, ma portano la responsabilità dei nostri paesi. Ora siamo interpellati in prima persona”.
“Anche noi crediamo – conclude Bizzotto riferendosi alle affermazioni dei familiari di Agliana, Cupertino e Stefio – che un gesto d’amore può salvare i nostri fratelli, nonostante non ne condividiamo le scelte. Quale politico italiano oggi sarebbe capace di sottoscrivere l’appello che Papa Paolo VI rivolse ai rapitori di Aldo Moro, trasponendo le Brigate Rosse alle Falangi Verdi dell’Iraq?:  Io scrivo a voi, uomini delle Falangi Verdi dell’Iraq: restituite alla libertà, alle loro famiglie i tre ostaggi … e vi prego in ginocchio, liberateli”.
 
 
L’Appello dei familiari degli ostaggi

28.04.04 – “Nel rispetto della libertà e della dignità di ognuno, anche se personalmente coinvolti nell’umana e angosciante vicenda degli ostaggi rapiti in Iraq, ci appelliamo al senso di Patria e di italianità perché il nostro dolore sia fatto partecipe ed insieme al nostro strazio si unisca in un´unica voce a quello del popolo iracheno, profondamente colpito.

Chiediamo a tutti coloro che vorranno partecipare di marciare insieme a noi per la pace affinché non si odano più i pianti, i lamenti dei bambini che soffrono, la disperazione delle mamme e dei papà per i figli che non torneranno più a casa, la solitudine delle mogli che hanno perso il conforto e il sostegno dei propri mariti. Ci affidiamo alla vostra comprensione; esterniamo il bisogno di pace che accomuna a tutti in un unico grande partecipato abbraccio. Siamo vicini al dolore della famiglia Quattrocchi; ci uniamo alla loro disperazione ed insieme preghiamo affinche´ la salma del nostro fratello Fabrizio torni al più presto”.

I familiari di Maurizio Agliana, Salvatore Stefio e Umberto Cupertino invitano tutti a partecipare.

APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE
ALLA MANIFESTAZIONE DEL 29 APRILE A ROMA

28.04.04. – Siamo persone impegnate quotidianamente e da anni nel movimento contro la guerra. Rispondendo all’appello dei familiari dei tre italiani sequestrati in Iraq, parteciperemo alla manifestazione che si terrà il 29 aprile a Roma, alle ore 17 da Castel Sant’Angelo.

Invitiamo ogni cittadina e cittadino italiano a partecipare, come richiesto
dai familiari, portando le bandiere arcobaleno, manifestando per la pace, la
liberazione degli ostaggi, la liberazione del popolo iracheno dall’occupazione, la fine dei bombardamenti e degli assedi, perché il nostro
paese dia un contributo alla pace ritirando immediatamente le proprie truppe.

Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Andreina Albano, Fabio Alberti, Fabio Amato, Andrès Barreto, Gino Barsella, Marco Bersani, Maurizio Biosa, Albino Bizzotto, Raffaella Bolini, Laura Burocco, Sergio Cararo, Federico Ceratti, Alberto Castagnola, Nadia Cervoni, Raffaella Chiodo, Luigi Ciotti, Lisa Clark, Anubi D’Avossa Lussurgiu, Nadia De Mond, Maria Derme, Nunzio D’Erme, Tonio Dall’Olio, Michele De Palma, Josè Luis Del Roio, Massimo De Santi, Anita Fisicaro, Graziano Fortunato, Melo Franchina, Giovanni Franzoni, Nicola Fratoianni, Gioele Fuligno, Annamaria Gagliardini, Nella Ginatempo, Agnese Ginocchio, Roberto Giudici, Doriana Goracci, Maurizio Gubbiotti, Sveva Haerter, Claudio Jampaglia, Stefano Kovac, Gianfranco Laccone, Cristina Lauretti, Raniero La Valle, Renato Lideo, Guido Lutrario, Piero Maestri, Patrizia Mancini, Roberto Mapelli, Fabio Marcelli, Giulio Marcon, Gianfranco Mascia, Alessandra Mecozzi, Eugenio Melandri, Emilio Molinari, Raul Mordenti, Rosa Mordenti, Luisa Morgantini, Luciano Muhlbauer, Grazia Naletto, Alessandro Natalini, Alfio Nicotra, Maso Notarianni, Francesca ovelli, Gianni Novelli, Hamadi Oueslati, Barbara Palmese, Vittorio Parola, Emanuele Patti, Silvia Pellegrini, Anna Pizzo, Elisabetta Polo, Giampiero Rasimelli, Lello Rienzi, Giorgio Riolo, Annamaria Rivera, Roberto Rosso, Franco Russo, Teresa Sarti, Patrizia Sentinelli, Micaela Serino, Assunta Signorelli, Giampaolo Silvestri, Titti Speranza, Gabriella Stramaccioni, Gino Strada, Pierluigi Sullo, Riccardo Troisi, Gualtiero Via, Alex Zanotelli.