[di Giampietro Marchetto • 08.10.01] A distanza di più di due settimane dall’infame attentato terroristico alle due torri gemelle di New York, sento di dovermi fermare per riflettere sulle gravi decisioni - di carattere politico, economico e militare - che stanno per essere messe in atto da parte dell’alleanza capeggiata gli Stati Uniti d’America, e contemporaneamente mi sforzo di immaginare – scongiurandoli - quali scenari di morte e distruzione si creeranno sia come effetto diretto di eventuali attacchi militari americani e dei loro alleati, sia come preannunciata reazione - violenta e totale - che sarà scatenata dall’altra parte in conflitto.

PACE: DA CHE PARTE STAREMO NOI?

Avverto come la prospettiva di una “guerra totale” crei uno stato di angoscia e di paura diffusa, e getti sconcerto nelle coscienze di molti! Eppure i più sentono come necessario, doveroso se non addirittura come un “diritto” il dare una risposta a tanta barbarie. C’è addirittura chi – incalzato dai giornalisti di tutto il monto – autorevolmente ha cominciato a parlare di “legittima difesa”, come il Portavoce vaticano e – per la Chiesa italiana – il Cardinale Ruini, mentre il Papa Giovanni Paolo II in KazaKhstan ed in terra armena continuava ad implorare “pace”, scongiurava la guerra ed indicava – ancora una volta instancabilmente – il dialogo e “non le armi” come unica soluzione possibile ai conflitti. Ma allora ci si chiede: “Quale tipo di risposta dare?” Ed è certo che qui si “impone” alle nostre coscienze una questione di carattere morale circa quale tipo di intervento adottare! In questo preciso e tragico contesto storico è alquanto significativo ed interessante – non è certamente un caso – che tutti indistintamente invochino Dio. Ciascuna delle due parti in conflitto, infatti, vede Dio schierato dalla propria parte: “Dio salvi l’America” viene cantato alla ripresa di Wall Street; “Allah è grande” viene gridato dal mondo arabo e mussulmano. Questi slogan vengono con enfasi pronunciati dai diversi e contrapposti leader politici o carismatici nella ricerca di ottenere per sé e la propria causa un sempre maggior consenso popolare. Così Dio – a loro dire – dovrebbe benedire le iniziative che si stanno per intraprendere contro quello che tutti – ciascuno per la sua parte – chiamano “il nemico”, oppure “il demonio”. Ma come non rendersi conto che tali iniziative – da una parte e dall’altra – avranno come unico effetto solamente fame e miseria per intere popolazioni; che costringeranno milioni di esseri umani ad abbandonare la propria casa e la propria terra; che produrranno distruzioni e morti, ma soprattutto che accenderanno ancor di più i cuori di risentimento e di odio gli uni contro gli altri. Il conflitto tra Palestinesi ed Ebrei è al riguardo più che emblematico! Le bombe, infatti, non seminano speranza, né raccolgono pace; le bombe – al contrario – da qualunque parte esse siano lanciate abbruttiscono l’essere umano, scavano crateri nel cuore degli individui mentre costruiscono frontiere invalicabili tra gli uomini ed i loro rispettivi popoli. E proprio così! Se così non fosse avrebbero ragione gli antichi romani quando dicevano: “Si vis pacem, para bellum” (Se vuoi la pace, prepara la guerra!). Ma è sotto gli occhi di tutti che per questa strada non si arriva a nessuna “pace vera”, a nessuna “pace duratura”. Al contrario noi oggi assistiamo – impotenti ed atterriti – alle conseguenze di scelte che non hanno avuto come obiettivo primario la pace bensì gli “affari”. In questi ultimi anni, infatti, si sono brevettate e fabbricate armi sofisticatissime per essere vendute da affaristi-mercenari senza scrupoli ad altrettanti uomini senza scrupoli. Fazioni diverse, in lotta tra di loro, sono state appoggiate ed armate, a seconda della convenienza politica, realizzando con loro enormi business – come li chiama il Presidente Bush – incuranti però del rischio che gli “amici” del tempo passato si sarebbero potuti trasformare nel futuro in acerrimi “nemici”. La questione fondamentale allora è: “Come costruire la Pace? Con quali mezzi perseguirla?” Un’importante e significativa indicazione che vincola tutti coloro che si dicono credenti, la troviamo espressa dal Salmista: “Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno: la verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo” (Sal 85,11-12). La verità è che non c’è mai né una “guerra giusta” né una “guerra santa”, ma solo “guerra”. Una guerra che è, in modo assoluto, sempre “terribile e maledetta” perché contrappone tra loro singole persone, interi popoli ed anche le religioni di appartenenza. Ed è per questo che – nonostante le ripetute rassicurazioni che cercano di convincerci del fatto che qui non siamo in presenza di una possibile guerra tra religioni – lo si voglia o no le grandi religioni, quella cristiana e quella islamica, sono chiamate in causa direttamente dalle rispettive parti. Da entrambi i versanti infatti si invoca Dio a difesa della propria parte e a sostegno delle proprie ragioni. Da una parte i terroristi – con tutta quella frangia del mondo islamico che per loro simpatizza – i quali invocano ad una sola voce “Allah” e chiamano a raccolta tutti i fedeli islamici per combattere la “guerra santa” e questa contro quello che loro considerano “l’impero del male”, cioè l’America con la sua politica, la grande finanza, il suo apparato bellico; dall’altra il mondo occidentale, progredito e “civile”, che chiede di “vendicare” i propri morti, ma soprattutto di poter “schiacciare” coloro che hanno osato colpire il cuore economico e finanziario del pianeta, il simbolo di una civiltà ricca ed opulenta – che qualcuno ritiene “superiore” alla civiltà islamica -, che specula e fa affari con tutti in nome del profitto, del consumo e del libero mercato, e che mette già nel conto – come accettabile – la possibilità che ci siano migliaia di vite umane sacrificate sull’altare della loro libertà e della loro supremazia. E così assisteremo ad una guerra che nella realtà dei fatti produrrà solamente brutalità e devastazione, e così saremo “appagati” nella nostra sete di vendetta, ma contemporaneamente “sconcertati” dalla violenza delle immagini televisive che ci passeranno davanti mentre a tavola ceneremo con le nostre famiglie. Staremo davanti allo schermo casalingo come si sta davanti ad un video gioco, (tanto siamo assetati di finzioni cinematografiche dell’orrore e di violenza, stile Hollywood), ed assisteremo ad uno “spettacolo” – la guerra, appunto – che ci farà vedere le più avanzate e sofisticate tecnologie e strategie militari, e dove si tenderà di fatto a mettere in evidenza più la forza e l’efficacia distruttiva dei propri mezzi bellici piuttosto che il dramma vissuto dalla gente sulla loro pelle. In tutta questa vicenda mi chiedo: “Dov’è Dio? Da che parte si schiererà? Perché è vero che tutti noi ci stiamo schierando: chi da una parte, chi dall’altra. Chi pro e chi contro. E ci sembra normale che anche Dio debba schierarsi, per il semplice fatto che Egli non può starsene beato a guardare questo tragico spettacolo. Mi chiedo, allora: Dio starà forse a fianco della macchina bellica americana che vuole vendicare la distruzione dei santuari dell’economia mondiale? Oppure è con i terroristi ed i loro mandanti mossi come sono da un odio nei confronti dell’umanità? Dio propenderà più per una “guerra giusta” oppure per una “guerra santa”? In realtà io penso che Dio non faccia il tifo per nessuna delle due parti in conflitto, ma che scelga una via sempre “Altra” rispetto alle nostre vie, perché “Altri” sono i pensieri di Dio rispetto a quelli degli uomini! Mentre forti spirano i “venti di guerra” e mentre il mondo rimane come senza fiato per le imprevedibili conseguenze di un possibile conflitto totale, la parola di Dio ci parla del soffio leggero dello Spirito che crea e fa nuove tutte le cose, che spinge l’umanità a chiamare “amico” chi ti tradisce; che ti ammonisce di amare soprattutto chi ti è apertamente “nemico”; che ti comanda di “porgere l’altra guancia” a chi ti percuote sulla “guancia destra”; che ti dice di fare agli altri quello che tu vorresti fosse fatto a te; che ti spinge a dare spontaneamente ciò che è tuo a chi ti ruba qualcosa; che ti propone di percorrere un tratto di strada ben più lungo con chi ti costringe con la forza a fare una strada che tu non vorresti e di accompagnarlo addirittura oltre le sue intenzioni; che ti dà l’esempio di come perdonare chi ti inchioda ad una croce essendo tu giusto e santo; che ti ricorda che sono “Beati” e felici non i bombaroli di turno, ma tutti coloro che si danno da fare per costruire la pace anche quando questa sembra impossibile, sapendo sperare anche “contro ogni speranza”, come dice S. Paolo. Ed è Gesù stesso che nella notte più terribile della sua vita ci dà l’esempio di come reagire al male: né maledicendo i suoi avversari, né difendendosi legittimamente, bensì donando la propria vita. Ed è divenuto salvezza per tutti! Ed allora da che parte staremo noi? Con l’America o con i Talebani? Con il mondo occidentale o con l’altro mondo? Come credenti nel Dio dell’Amore non potremo stare né da una parte né dall’altra, ma ci impegneremo ad agire come Dio agisce nella storia, perché Egli “rende giustizia agli oppressi; dà  il pane agli affamati; rialza chi è caduto; protegge lo straniero; sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge la via degli empi” (Sal 146). Siano allora sulle nostre labbra, e soprattutto nel nostro cuore, e si traducano in gesti concreti le parole attribuite a Francesco d’Assisi :“O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace: dove c’è odio, fa’ che io porti l’amore; dove c’è offesa,  che io porti il perdono; dove c’è discordia, che io porti l’unione; dove c’è errore, io porti la verità; dove c’è dubbio, io porti la fede; dove c’è disperazione, io porti la speranza; dove ci sono le tenebre, io porti la luce; dove c’è tristezza, io porti la gioia; O divino Maestro, che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare. Infatti: donando si riceve; dimenticandosi si trova comprensione; perdonando si è perdonati, morendo si risuscita a vita eterna”.Dio salvi il mondo! Dio salvi gli uomini e l’umanità che in loro è stata impressa dalla mano di Dio! Dio salvi la Pace!