[Green Planet del 17/01/04 • 28.01.04] Esiste un'alternativa al modello di agricoltura industriale che in tutti questi anni ha prodotto devastazioni ambientali e sociali, senza garantire ne' qualita' ne' cibo per tutti; essa e' capace di coniugare diritti degli agricoltori e dei consumatori, sviluppo rurale e sicurezza alimentare. La indica il Manifesto sul futuro del cibo presentato al Social forum di Bombay dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini e dalla scienziata e filosofa Vandana Shiva...

SOCIAL FORUM. NASCE MANIFESTO DEL CIBO SOSTENIBILE

(ANSA) – BOMBAY, 17 GEN – Esiste un’alternativa al modello di agricoltura industriale che in tutti questi anni ha prodotto devastazioni ambientali e sociali, senza garantire ne’ qualita’ ne’ cibo per tutti; essa e’ capace di coniugare diritti degli agricoltori e dei consumatori, sviluppo rurale e sicurezza alimentare. La indica il Manifesto sul futuro del cibo presentato al Social forum di Bombay dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini e dalla scienziata e filosofa Vandana Shiva. Il Manifesto e’ rivolto a tutte le amministrazioni pubbliche del mondo (dai Comuni, alle Regioni, agli Stati) ed e’ stato portato anche al vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) di Cancun in Messico. La constatazione di partenza e’ il fallimento del modello agricolo delle grandi multinazionali, che non ha assicurato ne’ cibo al Sud del mondo ne’ sicurezza alimentare al Nord del mondo, traducendosi piuttosto in gravi danni per il patrimonio ambientale e culturale e per la biodiversita’. Per questo gli studiosi della Commissione esprimono la loro opposizione ”alla industrializzazione e alla globalizzazione della produzione alimentare” e manifestano il loro impegno per ”sostenere il passaggio a tutte le alternative di produzioni sostenibili, appropriate alle specificita’ locali e su piccola in scala”. E cio’ perche’ il cibo non e’ solo un prodotto commerciale ma e’ un diritto di tutti; l’agricoltura decentrata e’ efficiente e produttiva; alcune tecnologie diminuiscono la sicurezza alimentare; e’ necessario perseguire gli obiettivi della sovranita’ alimentare, della permanenza dei piccoli proprietari contadini (anche riconoscendo prezzi equi alle loro produzioni), della protezione della biodiversita’ e delle identita’ culturali. E’ inoltre necessario, afferma ancora il manifesto adottare un principio di precauzione nei confronti di tecnologie potenzialmente pericolose e che vanno contrastati brevetti o monopoli sugli esseri viventi. Relativamente agli Ogm nel testo si afferma che le modalita’ con cui e’ stata impostata la questione rischia di minare la ”liberta’ di scelta” e di produrre un inquinamento genetico irreversibile, accelerando la dipendenza alimentare dalle multinazionali e violando il diritto degli agricoltori a proteggere i propri campi. Per questo si chiede il pieno riconoscimento del ”diritto di conoscere e di scegliere in quanto tutti gli individui, tutte le comunita’ e tutte le realta’ nazionali hanno il diritto fondamentale di disporre di ogni principale informazione sugli alimenti che consumano, i processi che li hanno prodotti e la loro origine”.