LIBRI. «STORIA DEL CAPITOLO CANONICALE DELLA CATTEDRALE DI VERONA»

La copertina del libro scritto da Dario Cervato per i tipi della Casa editrice Mazziana di Verona.

[Amedeo Tosi – 11.08.2024] Una Storia di Verona, dal 362 dopo Cristo ai giorni nostri, delineata attraverso un originalissimo angolo visuale: le vicende del Capitolo Canonicale della Cattedrale. L’articolato volume di monsignor Dario Cervato prende l’avvio dai primi secoli del primo millennio, quando venivano chiamati Canonici i presbiteri che conducevano vita comune nella casa del Vescovo, con regole di chiara ispirazione monastica. Si pensa che a Verona lo stesso san Zeno (362-380 ca) avesse adottato la vita comunitaria per i suoi sacerdoti. Tra le opere realizzate dal Capitolo Canonicale emerge anche la celebre Biblioteca Capitolare, la più antica sulla faccia della Terra tra quelle in attività, che custodisce una collezione di oltre 1200 manoscritti tra cui sono incluse opere uniche al mondo.

Nel periodo carolingio avvenne una netta distinzione tra l’ordo monasticus che portava i monaci a vivere in tranquillità e completo isolamento e l’ordo canonicus che esigeva che i chierici della cattedrale avessero varie incombenze, come l’amministrazione del patrimonio ecclesiastico, la formazione del clero e soprattutto l’ufficiatura liturgica quotidiana. La residenza comune dei Canonici fu denominata Canonica, giuridicamente intesa come l’insieme dei beni immobili e dei diritti del Capitolo.

Il Capitolo Canonicale della cattedrale di Verona si radicò, come detto, nella vita comunitaria dei sacerdoti collaboratori di san Zeno, nello svolgimento dell’attività pastorale, nello studio e nella trascrizione di codici nello Scriptorium, che sarà attestato tuttavia al 1° agosto 517. Tale inusitata firma attesta comunque che nei secoli V e VI il Capitolo si venne organizzando in modo gerarchico per appartenenza agli ordini maggiori o minori. Con la rinascita carolingia il vescovo Raterio (803-840) e l’arcidiacono Pacifico (776-844) anticiparono nell’813 la riforma di Aquisgrana dell’816.

Il Capitolo come ente morale fu dotato, oltre che di abitazioni, ambienti per lo Scriptorium e la conservazione dei codici, per la formazione del clero e per l’amministrazione, anche di una chiesa propria, dedicata a San Giorgio o Sant’Elena, con proprie ufficiature, attestate durante il secolo XII dal Corpsum del Cantore Stefano.

La Canonica, cosiddetta, estese la propria autonomia disciplinare ed economica, appoggiata tradizionalmente non al vescovo diocesano ma al patriarca di Aquileia. La giurisdizione del Capitolo si estese così anche su chiese, parrocchie e territori della città e del contado, creando un inevitabile clima di conflittualità con l’ordinario diocesano. Solo 11 maggio 1756 Benedetto XIV con la bolla Regis Pacifici trasferì l’autorità sul Capitolo Canonicale al Vescovo diocesano di Verona.

Oggi il Capitolo, come recita il Codice di Diritto Canonico del 1983, è definito come il «Collegio dei sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni della Chiesa Cattedrale…, inoltre adempiere i compiti che gli vengono affidati dal diritto o dal Vescovo diocesano».

«Riesce difficile riassumere in poche righe la storia di due millenni. Per questo motivo faccio ora un accenno a ciò che il Capitolo Canonicale è diventato dopo il Concilio Vaticano II» spiega nella prefazione mons. Giuseppe Rossi, Presidente del Capitolo della Cattedrale di Verona. E aggiunge: «Prima del Concilio faceva parte, con altre realtà associative presbiterali, del cosiddetto senato del Vescovo; dopo, tale titolo fu riservato al consiglio presbiterale diocesano. Per cui l’attuale impegno del Capitolo della Cattedrale è prevalentemente liturgico: con la celebrazione collegiale quotidiana della Santa Messa e la recita pure collegiale della liturgia delle Lodi, nei giorni feriali e dei vespri nei giorni festivi. Un altro momento importante è la partecipazione dei Canonici alle messe pontificali, celebrate dal Vescovo, in Cattedrale, nelle principali feste liturgiche, durante l’anno. Ogni canonico però può assolvere a determinati incarichi a carattere pastorale. L’attuale Capitolo è composto da 13 canonici, più 2 mansionari e 2 cappellani. Auguro all’attuale Capitolo esemplarità di vita, fervore nella preghiera liturgica e apostolato intenso per la crescita della Chiesa di Dio, in Verona».

L’AUTOREDario Cervato è presbitero della diocesi di Verona ed è stato docente di Storia della Chiesa medioevale, primo moderna e della Chiesa veronese nell’Istituto teologico San Zeno (6 febbraio 1981-19 febbraio 2020) e nell’Istituto di Scienze religiose. Vicebibliotecario della Biblioteca del Seminario Vescovile e quindi bibliotecario della Biblioteca Capitolare, attualmente è canonico del Capitolo della Cattedrale e membro dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona.
Coltiva studi storici e biografici con pubblicazioni relative al vescovo medioevale Raterio (biografia, traduzione delle sue Lettere e dei suoi Sermoni), ai vescovi veronesi e a ecclesiastici del Novecento.
Con la presente pubblicazione si propone di illustrare le vicende storiche e le personalità più importanti del Capitolo della Cattedrale di Verona, il quale, per primo in Europa nell’813, con la riforma promossa dal vescovo Ratoldo e dall’arcidiacono Pacifico, anticipò la riforma di Aquisgrana dell’816.

Titolo: «STORIA DEL CAPITOLO CANONICALE DELLA CATTEDRALE DI VERONA»
Autore: Dario Cervato
Pagine: 336
Formato: 17 x 24 cm
Editore: Casa Editrice Mazziana
Prima edizione: maggio 2024
ISBN: 978-88-97243-46-5
Prezzo di copertina: € 28,00

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