[a cura del Team De Falco-Marotta • 07.08.03] La Mostra del Cinema che quest’anno compie sessant’anni, si presenta all’appuntamento del Lido con un ricco “ cartellone”: invita autori celebri ed osannati, scommette su cinematografie emergenti, apre al documentario. Il direttore svizzero- tedesco Moritz de Hadeln e i suoi collaboratori, si sono sottoposti alla non lieve fatica di visionare 1591 titoli, di cui ben 225 italiani...

UNA SESSANTENNE, VISPA, CURIOSA, CON ORIZZONTI GLOBAL

La Mostra del Cinema che quest’anno compie sessant’anni, si presenta all’appuntamento del Lido con un ricco “ cartellone”: invita autori celebri ed osannati, scommette su cinematografie emergenti, apre al documentario. Il direttore svizzero- tedesco Moritz de Hadeln e i suoi collaboratori, si sono sottoposti alla non lieve fatica di visionare 1591 titoli, di cui ben 225 italiani. C’è l’America che preferisce non perdere la faccia ponendosi in concorso, però vi sono  pellicole del Libano, Marocco, Serbia; perfino dell’Asia, nonostante il fermo della Sars, e dell’Iran, che sta vivendo momenti molto drammatici( guerra, rivolta degli studenti, repressione degli intellettuali come alcuni registi). Ma soprattutto sembrano tornati i nomi importanti: quelli che fanno richiamo. Il programma sulla carta, sembra capace di surclassare l’eterna rivale Cannes, reduce da stagioni nient’affatto memorabili, come quella del maggio scorso. Nel semestre italiano di presidenza UE, vi è la presenza numerosa in Laguna delle cinematografie europee con i loro autori più collaudati: De Oliveira, Winterbottom, von Trotta, Gitai, Doillon. Gli americani, quasi assenti sulla Croisette, a Venezia mettono in concorso un solo film, firmato dal messicano Inarritu, ma riempiono in compenso le altre sezioni(non è una novità, le major, preferiscono non rischiare le sorti commerciali di un blockbuster per i gusti elitari o bizzarri delle giurie) con film intriganti e i loro interpreti,  da G.Clooney a C. Zeta-Jones e perfino Woody Allen, l’eterno desaparecido, si mostrerà a Venezia non solo sugli schermi, ma finalmente in carne e ossa. Quanto agli italiani, non passeranno inosservati. Il film di Bellocchio sul caso Moro, il pamphlet di Benvenuti su Portella della Ginestra promettono discussioni e polemiche. Ma ecco, sezione per sezione i film che dal 27 agosto al 6 settembre 2003, si potranno vedere, criticare, amare.
 
Concorso
«Buongiorno, notte» di Marco Bellocchio; «Segreti di stato» di Paolo Benvenuti; «Le cerf-volant» di Randa Chahal Sabbag; Raja di Jacques Doillon; «Twentynine Palms» di Bruno Dumont; «Alila» di Amos Gitai; «21 Grams» di Alejandro Gonzales Inarritu; «Imagining Argentina» di Christopher Hampton; «Im Sangoo» di Baram-Nan Gajok; «Loving glances» di Srdjan Karanovic; «Zatoichi» di Takeshi Kitano; «Pornography» di Jan Jacob Kolski; «Floating landscape» di Carol Lai Miu Suet; «Les sentiments» di Noémie Lvovsky; «Un filme falado» di Manoel de Oliveira; «Rosenstrasse» di Margarethe von Trotta; «Goodbye Dragon Inn» di Tsai Ming-Liang; «Il miracolo» di Edoardo Winspeare; «Code 46» di Michael Winterbottom; «The return» di Andrey Zvyagintsev.
 
Controcorrente, in concorso
«Le soleil assassiné» di Abdelkrim Bahloul; «Il ritorno di Cagliostro» di Daniele Ciprì e Franco Maresco; «Lost in Translation» di Sofia Coppola; «In the Forest… Again» di Goutam Ghose; «Abjad» di Abolfazl Jalili; «Antenna» di Kumakiri Kazuyoshi; «The Five Obstructions» di Jorgen Leth e Lars von Trier; «Travellers and Magicians» di Khyentse Norbu; «Pitons» di Laila Pakalnina; «Silence Between Two Thoughts» di Babak Payami; «Last Life in the Universe» di Pen-ek Ratanaruang; «La quimera de los herpes» di Daniel Rosenfeld; «Une place parmi les vivants» di Raoul Ruiz; «Vodka Lemon» di Hiner Saleem; «Casa de los Babys» di John Sayles; «Schultze Gets the Blues» di Michael Schorr; «Liberi» di Gianluca Maria Tavarelli; «Fango» di Dervis Zaim. Evento speciale (controcorrente): «The Tulse Luper Suitecases. Episode 3: Antwerp» di Peter Greenaway.
 
Fuori concorso
Una sorta di rassegna nella rassegna in cui, oltre a Bertolucci, sfilano nomi come Woody Allen, il cui «Anything Else», con il regista affiancato da Cristina Ricci, Jason Biggs e Danny De Vito, aprirà il festival; Robert Benton con «The Human Stain», interpretato da Nicole Kidman e Anthony Hopkins; Robert Rodriguez con «Once Upon A Time In Mexico», che vede Banderas, Salma Hayek, Johnny Depp, Willem Dafoe, Mickey Rourke; Ridley Scott (assente) con «Machstick Men», interpretato da Nicolas Cage; Jim Jarmush con uno dei film della serie «Coffe and Cigarettes» con Roberto Benigni, Steve Buscemi. Poi i fratelli Coen con «Intolerable Cruelty» presentato come work in progress (visto che non lo ritengono ancora completato) interpretato da George Clooney e Catherine Zeta-Jones.
 
Proiezioni speciali
«La tivùù di Fellini» di Federico Fellini; «Summer Madness» di David Lean; «Cesare Zavattini» di Carlo Lizzani; «Le chien, le général et les oiseaux» di Francis Nielsen; «From Europe Into Europe»

Eventi collaterali
Premio Pasinetti a Luciano Emmer: «L’acqua… il fuoco» di Luciano Emmer; Premio Bianchi a Nino Manfredi; «La luz prodigiosa» di Miguel Hermoso.
 
Nuovi territori, eventi speciali
Non-fiction. «The Agronomist» di Jonathan Demme; «Persona non grata» di Oliver Stone. Fiction. «The Saddest Music in the World» di Guy Maddin. Lungometraggi fiction. «The Dove» di Christian Barbe; «Threads» di Hakim Belabbes; «The Last Train» di Aleksej German Jr.; «Vibrator» di Hiroki Ryuichi; «L’ultimo piano» di Paolo Scarfò; «Le dernier des immobiles» di Nicola Sornaga. Lungometraggi non-fiction. «Mattatoio» di Akab; «L’uomo segreto» di Nino Bizzarri; «Kotelnitch» di Emmanuel Carrère; «Brumas» di Ricardo Costa; «A scuola» di Leonardo di Costanzo; «Guerra» di Pippo Delbono; «Italian» Sud-est di Fluid Video Crew; «Materiali a confronto. Albania-Italia 1994-2002» di Giuseppe M. Gaudino; «Un instante en la vida ajena» di José-Luis Lopez Linares; «Contra site» di Fausta Quattrini e Daniele Incalcaterra; «O prisioneiro da grade de fero (auto-retratos)» di Paulo Sacramento; «On n’est pas des marques de vélo» di Jean-Pierre Thorn; «Barefoot to Herat» di Majid Majidi. Mediometraggi. «United We Stand» di Matteo Barzini; «Un fils» di Amal Bedjaoui; «Sorriso amaro» di Matteo Bellizzi; «Segni Particolari appunti per un film sull’Emilia-Romagna» di Giuseppe Bertolucci; «My Father’s Garden» di Matthew Brown; «Picciridda» di Alberto Castiglione; «Stessa rabbia, stessa primavera» di Stefano Incerti; «maledetta Mia» di Wilma Labate; «La maladie de la mort» di Asa Mader; «Paesaggio a sud» di Vincenzo Marra; «Margherita. Ritratto confidenziale» di Giuseppe Piccioni. Cortometraggi. «Poem» di Carlos Armella; «Japan-Eno, Stornmi # 3, Clessiquidre hz, China # 4, A..B..C..cletta, CoplanDesideri, Occhi di-visi Occhi di-versi» di Ermanno de Biagi; «Cocteau cento» di Dan Boord e Luis Valdovino; «The Time We Lost» di Tommaso Cammarano; «Pequeñas voces» di Eduardo Carrillo; «Ssst» di Pietro Durante e Lisa Ferlazzo-Natoli; «Structural Filmwaste. Dissolution 1» di Sigfried A. Fruhauf; «Ne dites pas à ma mère» di Sarah Moon Howe; «Liberato» di Davide Lombardi; «La spia che era in me» di Mario Materia; «Prises de vues» di Sebastian Meise; «Relojes de arena (Hourglasses)» di José Francisco Ortuño; «My McQueen» di Lourdes Portillo; «Racconti per l’isola» di Costanza Quatriglio; «Il grande inarca» di Alvise Renzini; «Fantasmi di voce – Antonio Stagnoli» di Elisabetta Sgarbi; «You Are Evil» di Louis Taylor; «Shen-zi (Birthday)» di Wang nell Yen-Ni e Liu Jin-Yi; «The Affirmation of Jimmy Brown» di Robert Pasternak.
 
Proiezione unica
«Marghera Canale Nord» di Andrea Bevilacqua, Andrea Segre e Francesco Cressati; «Performer, Marcel-li robot di carne» di Alberto D’Onofrio; «Fascisti su Marte (il film)» di Corrado Guzzanti; «Breaking the Willow» di Yonfan; «Gulu» di Luca Zingaretti.
 
Cortometraggi in concorso
«Solitarie» di Thor Bekkavik; «Neon Eyes» di Thomas Gerhold e Markus Wambsganss; «The oil» di Murad Ibragimbekov; «Nuts and Bolts» di Andreas Krein; «El excusado» di Lorenza Manrique; «Knight games» di Sven Martin; «Match» di Je Nassenstein; «From where I’m standing» di Annalise Patterson; «Ore 2 calma piatta» di Marco Pontecorvo; «The Trumouse Show» di Julio Robledo; «Gods Kitchen» di Paki Smith; «Zippo» di Stefano Sollima. Corti fuori concorso. «Destino» di Dominique Monfery; «Le lion volatil» di Agnés Varda.
 
Settimana della critica
«Un paese senza donne» di Manish Jha; «Mr. Butterfly» di Mark Kim; «Ballo a tre passi» di Salvatore Mereu; «Ana y los otros» di Celina Murga; «Fifteen» di Royston Tan; «Twist» di Jacob Tierney; «Variété française» di Frédéric Videau.

8° film
«Il piacere della follia» di Hana Makhmalbaf.
 
Opera prima restaurata
«Barravento» di Glauber Rocha.
 
Tra i 143 films che si vedranno( film europei, asiatici, del bacino mediterraneo, americani) quali sono i temi dominanti? Il rapporto tra mondo musulmano e mondo giudeo- cristiano,  la ricerca dell’amore e il mal di vivere.
 
In Controcorrente  c’è una particolare attenzione alla filmografia di Paesi che stanno vivendo un momento politico difficile: primo fra tutti l’Iran rappresentato dal film di Babak Payami, «Silence between two Thoughts». Ma si dà spazio anche a una realtà come quella turco- cipriota, della quale il film «Fango» di Dervis Zaim rappresenta la prima coproduzione. Tantissimi anche i grandi nomi presenti «Fuori concorso» alla Mostra: da Woody Allen, che la inaugura con «Anything else», all’italiano Bernardo Bertolucci con «The dreamers». E ancora i fratelli Cohen con «Intolerable cruelty», James Ivory con «Le divorce», Francois Dupeyron con «Monsieur Ibrahim e les fleurs du coran», Robert Benson con «The human stain», Ridley Scott con «Matchstick madness», Roberto Rodriguez con «Once upon a time in Mexico», Stephen Norrington con «The league of straordinary gentleman», Jim Jarmush con «Coffee and sigarettes». Tra le retrospettive, spicca quella dedicata ai produttori, all’ ”industria dei prototipi”,  che permise al cinema italiano tra il 1945 e il 1975 di fare concorrenza a quello hollywodiano: saranno proiettati alcuni dei film che hanno fatto la storia del nostro cinema (da «La Grande Guerra» a «La Ciociara», da «Vaghe Stelle dell’Orsa» a «Ultimo tango a Parigi»). E in linea con questa, il primo Leone d’Oro alla Carriera andrà a Dino De Laurentis, che ha prodotto oltre duecento film. Sarà una Mostra varia,  molto eterogenea e dedicata al grande pubblico che ha diritto di assistere a spettacoli godibili. Avevamo segnalato la presenza della giovanissima Hana Makmalbaf. Figlia di Moshes e sorella di Samira, ma vi sono anche altri due figli d’arte: Marco Pontecorvo e Sofia Coppola (figlio di Gillo il primo, di Francis la seconda: presenti l’uno nei cortometraggi, l’altra in Controcorrente). E per la passerella mondana? Sfileranno le star dei film principali: Sean Penn, Benicio Del Toro, Antonio Banderas, Emma Thompson, Catherine Deneuve, John Malkovich, Tim Robbins, Anthony Hopkins, Nicole Kidman, Sean Connery, Johnny Depp…
La Kidman sarà al festival per la quarta volta, dopo avervi partecipato con La Campion in Ritratto di Signora e poi  nel 2000 insieme all’allora marito Tom Cruise per »Eyes Wide Shut« di Kubrick e nel 2002 per »The Others« di Amenabar. Non mancherà anche una diva tutta italiana, Sabrina Ferilli. L’attrice è tra i protagonisti con Giancarlo Giannini (anche lui al Lido) di «L’acqua… il fuoco», il nuovo film di Luciano Emmer che sarà proiettato in occasione della consegna all’85enne regista del premio Pasinetti. Insomma, il Lido promette di trasformarsi in una Hollywood multietnica, con grande gioia di quanti sostengono la multiculturalità.