[padre Adriano Sella • 07.08.03] Solo chi soffre molto può capire in profondità che cosa è il dolore. Gesù Cristo l’ha vissuto e per questo è arrivato a dire “Padre allontana da me questo calice amaro”, “Dio mio perché mi hai abbandonato?”...

DOLORE, MORTE E RICERCA DI VITA VERA

Solo chi soffre molto può capire in profondità che cosa è il dolore. Gesù Cristo l’ha vissuto e per questo è arrivato a dire “Padre allontana da me questo calice amaro”, “Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Quante sofferenze attanagliano la nostra vita! Dolori di tutti i tipi: fisici, psichici, morali e religiosi. Quando il dolore è intenso e non ci lascia in pace neppure un minuto, allora la vita si trasforma in tortura e distrugge ogni ragione per vivere.
Quando si arriva a dire “Non ho più nessuna ragione per vivere” significa che il dolore è talmente intenso ed esteso a tutti i livelli, tale da offuscare ogni senso della vita. Il dolore diventa, allora, morte e vita significa, quindi, liberazione dalla sofferenza talmente disumana da non sopportarla più. Liberazione questa che può avvenire anche attraverso la morte fisica per un’altra vita che diventa vera vita in pienezza. I dolori fisici sono sopportabili e possono essere alleviati o addirittura curati da una grande forza esistenziale: l’amore. Sentirsi amati e vivere in un contesto di stima e di apprezzamento sono indispensabili per superare sofferenze fisiche anche grandi. Non sono questi i dolori che ci tolgono ogni sapore della vita. Infatti, la sofferenza più intensa e crudele non è quello fisica ma quello morale e esistenziale, cioè il sentirsi abbandonati e non amati da nessuno, e soprattutto abbandonati da chi abbiamo amato molto. L’indifferenza è il grande male della società attuale che toglie ogni sapore della vita, rendendola insignificante, fredda e senza nessun senso.
Credetemi: il male di oggi non è la mancanza di cose, infatti ne abbiamo anche troppe, ma è la mancanza dell’amore, ossia di quel calore umano che ci fa scaldare il cuore, di quell’abbraccio che ci riempie di gioia, di quella stretta di mano che ci trasmette solidarietà, di quello sguardo che ci fa sentire amati, di quelle parole che dicono come siamo importanti anche se sbagliamo. Insomma, questo è il grande male di oggi: la mancanza o la povertà di queste dimensioni essenziali della vita che si vivono attraverso le relazioni umane vere e intense.
Allora, smettiamola di riempire le nostre case solamente di tante cose, e molte sono addirittura inutili e superflue! Basta nel riempire la nostra vita solo di tanto lavoro e capitali!  Facciamola finita nel credere che il possedere tante cose ci fa felici. Infatti, mai come oggi, nella nostra società chiamata dell’opulenza, del capitalismo, della brama di avere sempre più, troviamo tanta infelicità, tanta tristezza, tante persone che non sorridono più, tanto poco amore nelle famiglie, tanti problemi e conflitti, troppe relazioni umane distrutte che diventano crudeli dolori che ammazzano. E allora, cosa aspettiamo nel credere che bisogna riempire le nostre vite non solo di cose, ma soprattutto di valori, di dimensioni profonde, di realtà vissute con piena umanità.
E’ proprio vero. Due sono le cose fondamentali della vita: AMARE ED ESSERE AMATI. Non sono le cose, pur necessarie, che ci fanno felici e ci danno ragione di vivere, ma sono i rapporti umani, fatti di calore umano, di affetto, di amore, di stima e di solidarietà, che ci danno il senso della vita e ci fanno stare bene. Questa è la ricchezza più grande della vita: l’amore, la solidarietà, l’amicizia tra le persone umane.  Le altre cose sono necessarie ma non sono così essenziali come queste dimensioni umane. Ricordiamocelo! E’ meglio avere una cosa in meno ma un sorriso e un abbraccio di più. Che la morte di tante persone ci provochi a scoprire l’essenziale della vita senza più perderci nel superfluo che ci sta torturando e riducendo la nostra vita ad un fiume in secca! Che queste morti ci facciano scoprire che cos’è veramente la vita e ci aiutino ad incontrare le forti motivazioni per una vita davvero migliore e profondamente umana! Amen, Alleluia, Giustizia e Pace!


(Gambugliano (VI), 15 luglio 2003 – padre Adriano Sella, missionario saveriano).