VICENZA. E-LEARNING IN BURUNDI

Nuova missione in Burundi per gli ex allievi dell’Itis “Alessando Rossi”, la nota scuola tecnica di Vicenza. Una delegazione del WITARAssociazione Istituto Alessandro Rossi nel Mondo – è partita oggi infatti dal capoluogo berico con destinazione Ngozi, seconda città del paese africano. Ne faranno parte l’ex preside del “Rossi” Concetto Privitera e Paolo Brunello, volontario dell’associazione.

E’ più di un anno che un nutrito gruppo di ex allievi dell’Itis “Rossi” si adopera, grazie a una convenzione con la Diocesi di Ngozi, affinché il locale Lycee Technique possa svilupparsi e attrezzarsi al fine di formare giovani tecnici. Proprio per questo la scuola burundese porta il nome dell’istituto “gemello” vicentino, ossia “Alessandro Rossi”, che in 125 anni ha formato intere generazioni di imprenditori e tecnici di sucesso sia in Italia che all’estero: uno per tutti il co-inventore, nel 1971, del microprocessore, il vicentino Federico Faggin, che risiede e opera in California e che è il presidente del WITAR stesso.

Il Progetto Burundi, innovativo e pionieristico, sta ora entrando nel vivo con l’avvio del programma di e-learning, ossia di insegnamento a distanza, grazie a un collegamento internet satellitare biderezionale, che permetterà nel giro di alcuni mesi ai docenti della scuola vicentina di supportare didatticamente i colleghi africani. Proprio la realizzazione del progetto di e-learning, e successivamente la sua estensione ad altre realtà locali quali l’università e l’ospedale di Ngozi, è il compito della missione di Paolo Brunello, giovane volontario dell’associazione che per due anni si occuperà di portare a buon fine l’iniziativa sul posto.

L’ex preside dell’Istituto vicentino, il prof. Concetto Privitera, dovrà invece nel giro di un mese fornire agli insegnanti burundesi le basi per l’utilizzo di alcuni dei laboratori realizzati grazie al Witar (sei in tutto: elettronica, misure elettriche, impianti elettrici, macchine utensili, aggiustaggio, informatica), inaugurati lo scorso novembre.

“Il modello dell’Itis Rossi di Vicenza – spiega il prof. Privitera – si fondava su un riuscito mix di teoria e pratica, con laboratori utilizzati a pieno regime. Formare dei tecnici significa quindi supportare la possibilità di sviluppo sociale ed economico nella regione”.

Il Lycée Technique di Ngozi è frequentato quest’anno da 337 allievi: sorprendentemente, e diversamente da quanto avviene nelle scuole tecniche italiane, più del 40 per cento sono ragazze. Nello scorso anno scolastico il ciclo superiore prevedeva una sola specializzazione in Elettronica, che con il finanziamento del WITAR è stato possibile dotare di un apposito laboratorio. Assieme alla spedizione di componenti elettronici, libri di testo e manuali specifici per questo corso è stato il primo intervento realizzato. Con il nuovo anno scolastico grazie al WITAR sono state avviate due nuove specializzazioni: Informatica di manutenzione ed Elettromeccanica. Il sostegno dell’associazione vicentina si è concretizzato inoltre, nella prima fase, nella realizzazione di una serie di costruzioni (aule, laboratori, officine, un blocco sanitario con serbatoio d’acqua e in un passaggio coperto che collega i due blocchi scolastici). Il futuro ai docenti e agli allievi del “Rossi” di Ngozi riserva, oltre al progetto di e-learning, anche  la costruzione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica (un litro di gasolio in loco costa infatti quanto una giornata di lavoro).

Una sfida, quella lanciata dal Witar con il “Progetto Burundi”, resa possibile grazie all’impegno di numerose persone sia in Italia che nel piccolo paese africano (sette i volontari – soprattutto ex allievi della scuola vicentina – che si sono recate a Ngozi per mettere a disposizione le proprie competenze tecniche al fine di avviare la struttura e formare gli insegnanti), nonché grazie ai finanziamenti di numerosi enti.
“La Fondazione Cariverona, che ringraziamo sentitamente per la disponibilità dimostrata – spiega il vicepresidente del WITAR Pietro Fox – ci ha messo a disposizione per questo progetto 80 mila euro. Contributi significativi ci sono giunti nel 2004 anche dalla Provincia di Vicenza, dall’Associazione Industriali vicentina, da Eutelsat, che ci ha donato la parabola satellitare, da banche, da privati e da alcune aziende che ci hanno hanno donato anche apparecchiature e strumentazioni”.