[don Renato Sacco • 04.10.01] Caro Francesco, ho pensato a te in questa notte di vigilia della tua festa. Tu sei anche il Patrono d’Italia. Mi sei venuto in mente perché - non offenderti - qui non sappiamo più che pesci pigliare, e visto che tu te la sei cavata con gli uccelli e col lupo, magari hai qualche suggerimento anche per i pesci…

4 OTTOBRE, SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA

Sì, perché qui siamo travolti da ondate sempre più forti di violenza, di terrorismo e di guerra. Violenza che genera altra violenza. C’è la sensazione che le parole non dicano più nulla, che la verità sia l’ultima cosa che interessa, che l’ebbrezza di fare la guerra sia più forte di ogni altra emozione.  Altro che umiltà, povertà, semplicità e perfetta letizia… E prende piede un po’ anche la rassegnazione. Non sappiamo che pesci pigliare.  Allora mi rivolgo a te che sei ricordato nel mondo come l’uomo della pace. Anche la tua Assisi è città simbolo di pace: c’è stato qualche anno fa un grande incontro di rappresentanti religiosi in preghiera per la Pace e tra pochi giorni sarà meta di una grande marcia per la Pace. Certo, il primo cruccio è proprio per la Chiesa, quella che tu hai voluto ricostruire… Siamo in una situazione dove ci vorrebbe, forse, più coraggio evangelico e invece prende piede la più realistica ‘prudenza evangelica’. Un po’ di anni fa la Chiesa italiana aveva invitato alla scelta preferenziale per gli ultimi… Oggi, agli occhi di chi ci guarda, non appare immediato l’entusiasmo di veder prendere in mano il Vangelo ‘sine glossa’. Tu sei stato un tipo deciso, hai scelto la povertà e i poveri, la libertà da ogni potere e sei stato uomo di pace, per la Chiesa e per il mondo. Certo, ti hanno preso per matto, per uno fuori di testa. Ma non ti sei lasciato condizionare. Tu hai avuto anche qualche problemino col Papa.  Noi oggi abbiamo, a dire il vero, un Papa coraggioso, che sulla guerra non si stanca di ripetere che è ‘avventura senza ritorno’. che continua a richiamare alla pace come unica via. Certo la sua voce è un po’ fuori dal coro, soprattutto in questi giorni in cui soffiano venti di guerra. Anche chi gli sta intorno a volte è tentato di correggere un po’ le sue posizioni… come se avesse paura di prendere sul serio la logica nonviolenta del Vangelo. Aiutaci a non perdere il coraggio della fede. Anche se oggi nella Chiesa se ne sentono un po’ di tutti i colori: c’è chi dice che tu sarai anche un bravo santo, ma non sei adatto a fare il Ministro della Difesa, come dire che la guerra… quando ci vuole ci vuole. C’è chi è preoccupato se i cattolici si mescolano con quanti denunciano, come in occasione del G8, le ingiustizie di questo mondo, globallzzato solo nel denaro non nella solidarietà e nei diritti umani. Come se i cattolici dovessero restare delle persone pie, slegate e non inserite nel contesto reale e faticoso delle contraddizioni, vivendo ‘nel mondo’.  C’è chi, peraltro, ricopre anche gradi militari: abbiamo preti e Vescovi con le stellette. E’ di questi giorni anche la proposta di archiviazione del caso di Emanuele Scieri, il paracadutista trovato morto il 16 agosto 1999. Speriamo che si faccia luce su questa tragedia avvenuta all’interno di una caserma, per essere più credibili quando si vuole andare a fare luce su tragedie a livello internazionale. Tu, che sei l’uomo della semplicità, aiutaci a non accettare le semplificazioni pericolose che oggi rischiano di andare per la maggiore, come ad es. dire che “la guerra è contro il terrorismo e si colpiranno solo i terroristi, in modo chirurgico senza vittime innocenti”. Mi sembra una grossa bugia! I recenti conflitti ci ricordano invece che la maggior parte delle vittime sono proprio i civili, oltre il 90%. Anche per noi oggi c’è il rischio di essere presi un po’ per gente fuori di testa se diciamo di essere contro la guerra e contro la violenza. Si rischia di essere considerati ‘amici del nemico’. “Sei contro la guerra, allora sei con i terroristi”. E’ faticoso dire il proprio sdegno e la propria condanna di fronte a un criminale attentato terroristico e nello stesso tempo sostenere che non si può combattere il terrorismo con la guerra. Martin Luther King, grande testimone del nostro tempo, diceva “L’oscurità non ci può far uscire dall’oscurità, soltanto la luce può farlo”. E’ stato ucciso. Anche un grande Vescovo, amico dei poveri e amante della Pace, è stato preso un po’ per matto: don Tonino Bello, un tuo grande ammiratore. Sulla sua tomba non c’è scritto né Vescovo, né Presidente di Pax Christi, solo il suo nome e “terziario francescano” Un bel riconoscimento alla tua figura. Ma cosa non ne ha sentite anche lui, ai tempi della guerra del Golfo. Quante critiche dai giornali, dai politici e anche da alcuni uomini di chiesa… Ha sofferto molto… Gli è venuta l’ulcera, poi degenerata in tumore. Era lui, con la passione che sempre aveva quando raccontava, a ricordarci – andando a Sarajevo nel 92 – il tuo incontro con il sultano Melik el Kamil. Erano tempi duri, c’erano le crociate, e tu hai voluto compiere un gesto folle, disarmato e sei stato accolto con molta simpatia (più dal sultano che dai crociati) e hai avuto modo di parlare non solo di Gesù Cristo, ma anche della assurdità della guerra, Si, frate Francesco, ci devi proprio dare una mano. Oggi siamo un po’ come quei pescatori di Galilea (li avrai certo incontrati di persona in paradiso) che dopo una notte di fatica tornavano con le reti vuote, anche loro non avevano saputo pigliare pesci; poi però Qualcuno (che tu già conoscevi bene sulla terra e ora puoi incontrare faccia a faccia) ha ridato loro speranza e, gettando di nuovo le reti, non sapevano più come fare perché di pesci ne avevano presi troppi…Grazie (piccolo) fratello Francesco ! Pace e bene. (Cesara, 4 ottobre 2001 , don Renato Sacco, Consigliere Nazionale di Pax Christi, Parroco di Cesara – Vb)