Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e la Biblioteca Austriaca organizzano a Trento, mercoledì 17 ottobre, alle ore 10,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito sul libro «La prova del fuoco» di Ernst Weiss. Intervengono Chiara De Luca e Paola Maria Filippi.
Di famiglia ebrea benestante, Ernst Weiss nacque nel 1882 nell’austro-ungarica Brünn (l’attuale Brno dell’odierna Repubblica Ceca). Studiò medicina (a Vienna anche con Signund Freud) e praticò a Vienna, Berna e Berlino. Contrasse la tubercolosi, e una volta guarito si imbarcò come medico di bordo sulle navi del Loyd Austriaco, con viaggi in India e Giappone. Durante la Prima guerra mondiale fu medico al fronte orientale. Dopo la guerra visse a Praga nel nuovo stato della Cecoslovacchia.
Nel 1921 si trasferì a Berlino. Nel 1933 rientrò a Praga e poi, con l’avvento del nazismo, nel 1934 trovò rifugiò a Parigi, vivendo in povere condizioni e dipendendo dall’aiuto materiale di Thomas Mann e Stefan Zweig.
A Parigi si suicidò il 15 giugno 1940, all’ingresso delle truppe tedesche nella capitale francese. Non sapeva di essere a un passo dalla salvezza, avendo ottenuto grazie all’intercessione di Thomas Mann un visto per gli Stati Uniti.
A Praga fu stretto amico di Kafka, col quale vi sono anche molte somiglianza e analogie sul piano letterario. Oltre a Kafka, nel novero dei suoi amici vi erano Max Brod, Johannes Urzidil e Franz Werfel.
È con un incipit perentorio e sorprendente, in un impeccabile stile giornalistico, diretto, efficace e circostanziato, che Ernst Weiss ci introduce nel suo “poliziesco dell’anima”, come il protagonista stesso definisce questo romanzo. Fin dalle prime righe della Prova del fuoco il protagonista, che è anche voce autoriale della narrazione, introduce al lettore la materia di cui si parlerà (realtà, non sogno), fornisce le coordinate spazio temporali in cui si apre la vicenda e ne indica il protagonista, “un uomo”, una persona, chiunque, il lettore stesso, che è subito dopo chiamato in causa, invitato a immedesimarsi, a comprendere quel che il protagonista stesso non comprende, ad avvertirlo sulla propria pelle.
Perché quest’uomo può essere ciascuno di noi, come Gregor Samsa, il protagonista della Metamorfosi di Kafka, che un mattino qualunque si sveglia in forma di enorme scarafaggio, privo dunque della propria identità, della propria stessa umanità, in virtù di una colpa altrettanto anonima, che non individua né conosce, eppure lo sovrasta e schiaccia. Proprio come uno scarafaggio, l’anonimo protagonista della Prova del fuoco si trova costretto a passare strisciando sotto delle pareti in lamiera di una latrina, poi a camminare tra i rifiuti e gli scarti di una piazza del mercato, mentre qualcuno o qualcosa lo punisce, ponendolo nel centro di un tribunale invisibile, in balia di leggi imperscrutabili, trascinandolo davanti a un giudice senza volto, cui deve rendere conto di una colpa di cui non ricorda circostanze e motivazioni.
In questo romanzo, in cui Thomas Mann riconosceva “senza dubbio il più energico talento della nostra più recente letteratura”, Ernst Weiss si rivela un maestro nell’orchestrazione dei temi e del gioco con la temporalità.
Il primo capitolo del libro si può scaricare gratuitamente dal sito della Silvy: http://www.silvyedizioni.com/book.php?id=94
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Ernst Weiss, La prova del fuoco, Silvy, 2012, pp. 208, Euro 15,00