[Alessandro Marescotti 01.09.04] Il Mediterraneo è sempre più un laboratorio militare per una nuova guerra basata sul controllo totale dell’informazione. Tanto che i cavi telefonici che collegano l’Europa all’Africa possono essere spiati dai sottomarini Usa...

AFRICA E MEDIO ORIENTE NEL MIRINO DI ECHELON

Il Mediterraneo è sempre più un laboratorio militare per una nuova guerra basata sul controllo totale dell’informazione. Tanto che i cavi telefonici che collegano l’Europa all’Africa possono essere spiati dai sottomarini Usa. A questo scopo, Taranto da base della Marina militare italiana diventa la più grande base navale Nato del Mediterraneo, si appresta ad ospitare la Us Navy e cambia il suo status militare.

Ma il parlamento italiano non ne sa nulla. Eppure i navigatori su Internet possono saperlo consultando questo indirizzo web del Pentagono (in formato pdf). 

Risulta che dall’ottobre del 2002 Taranto è diventata un “HQ HRF NATO” a disposizione della Us Navy, ossia un “Headquarter” (Quartier Generale) per operazioni “High Readiness Force” (forza di alta prontezza). L’interesse di questo documento sta nel fatto che esso disegna la mappa dei nuovi comandi Nato in Europa, di cui Taranto costituisce solo l’ultima novità. A ciò si aggiunge, come scrive Saverio Zuccotti, “il trasferimento del comando delle forze navali Usa in Europa dalla Gran Bretagna all’Italia, dal Tamigi al Vesuvio, da Londra a Napoli.

Allo stesso tempo, la Sesta Flotta non dovrebbe muoversi dall’Italia”. Per la precisione, il comando della Sesta Flotta si trasferirebbe da Gaeta a Taranto. Ma fra le cose che gli italiani non devono sapere c’è il trasferimento del “grande orecchio” di Echelon da San Vito dei Normanni a Taranto, già sede del più importante nodo del sistema di spionaggio americano C4i.

Non è comprensibile la ragione per cui gli Stati Uniti continuino a mantenere nel Mediterraneo i loro sommergibili a propulsione nucleare, se non vi è alcuna minaccia militare navale. Nel 2004 a Taranto sono giunte delle navi militari libiche per esercitazioni congiunte, inaugurando una stagione inedita di collaborazione della Nato con Gheddafi.

Quali sono, dunque, i motivi per cui i sottomarini americani gironzolano ancora nel Mediterraneo in assenza di “nemici”? Perché rientrano nel quadro della progressiva conversione dei sottomarini Usa in strumenti di spionaggio che completano, dalla profondità degli abissi, quell’opera che Echelon compie dall’alto dei satelliti. Il Mediterraneo è un bacino fondamentale per il controllo dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente.

Nel giugno del 2001 il sottomarino spia americano NR-1 è finito contro un peschereccio pugliese nel mare di Brindisi, mentre il 25 ottobre 2003 l’Uss Hartford ha inspiegabilmente sbattuto sui fondali dell’isola di Caprera. Perché questi strani incidenti? Secondo il giornalista scozzese Duncan Campbell, autore del documentato libro-denuncia Surveillance electronique planetaire, l’orecchio subacqueo di Echelon sarebbe in grado di intercettare le informazioni che corrono sui cavi a fibre ottiche.

E di questi cavi, posati sui fondali del Mediterraneo, ve ne sono tantissimi. Decine di migliaia di chilometri di cavi subacquei, infatti, uniscono l’Europa al Nord Africa e al Medio Oriente. Sono in gran parte gestiti dalla Flag Telecom Holding Ltd, che tuttavia smentisce che si possano effettuare tali intercettazioni.

Il colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, direttore del progetto Network & Computer Security dell’Aipa (Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione), ha invece dichiarato che le intercettazioni sui cavi a fibra ottica non sono impossibili, citando Michael Hayden, ossia lo stesso direttore della Nsa, la National Security Agency che gestisce Echelon. Origliare in fondo al mare le telefonate, sbirciare le e-mail e i fax che sfuggono ai satelliti di Echelon: qui forse va cercato il rinnovato interesse militare per il Mediterraneo, mare di cerniera e di scambio per i flussi informativi delle nazioni africane e mediorientali.

L’orecchio di Echelon è formato, si presume, da 120 satelliti e da svariate strutture camuffate lì dove gli Usa hanno le lori basi militari. Con l’aggiunta dell’intercettazione su supporti fisici, come i cavi ottici, tramite i sottomarini, Echelon diventa veramente un sistema completo: 180 milioni di messaggi intercettati ogni ora.

Alessandro Marescotti


Articolo pubblicato su www.nigrizia.it