[GRILLOnews • 13.10.04] Vi proponiamo due brevi lettere giunte in Redazione accomunate da un netto e perentorio rifiuto della guerra come modalità di risoluzione delle controversie internazionali...

LETTERE. «PERCHÉ RESTARE IN IRAQ?»

[Enrico Peyretti • 11.10.04] Signor Direttore del Corriere della Sera, Giovanni Sartori chiede ai pacifisti: a cosa serve venire via dall’Iraq subito?

A me sembra di poter presentare due considerazioni:

• perche’ restare? Non c’era nessun fondamento morale, legale, e neppure saggiamente politico e utilitario ad intervenire con forze militari italiane in una guerra ingiustificabile, che non combatte il terrorismo, ma lo alimenta; dunque non si po’ persistere in una presenza non giustificabile;

• a cosa serve restare? Serve ad accrescere l’odio accanito verso l’Italia come collaboratrice dell’invasione e della violenza.

Non si tratta di abbandonare un popolo violentato prima da Saddam e poi dalla guerra e dal terrorismo congiunti. Ma di accrescere la collaborazione tra i popoli coi mezzi del diritto, delle istituzioni internazionali, delle iniziative civili di pace e giustizia, non coi mezzi stolti della guerra, diretti ad altri fini ingiustificabili. Oggi possono dare questa collaborazioni solo i governi e società che non hanno fatto o collaborato alla guerra.

Se c’è una speranza di tagliare le radici profonde del terrorismo, essa sta nel tagliare le radici della violenza nella nostra cultura, economia e politica.

Enrico Peyretti

TERRORISMO: + 1500% GRAZIE ALLA GUERRA

[Luca Salvi • 10.10.04] L’ennesimo tragico attentato terroristico di Taba in Egitto dimostra ancora una volta l’inutilità della guerra all’Iraq, una guerra che non ha reso il mondo più sicuro, come pateticamente continua a ripetere Bush, ma che ha invece rafforzato e reso ancora più feroce e pericoloso il terrorismo internazionale: dopo l’11 settembre il mondo è diventato un inferno e la guerra preventiva non ha fatto che peggiorare le cose. 

Secondo una recente ricerca del del Generale Carlo Jean, docente di studi strategici alla Luiss, dal 1980 al 2000 gli attentati kamikaze sono stati 188, mentre solo dal 2002 al 2003 sono stati 300, con un aumento spaventoso del 1500% (senza contare tutti gli attentati del 2004). Perchè violenza genera violenza, conflitto genera conflitto. 

“Più cadono le bombe russe – dicono in Cecenia – più crescono le nostre barbe”, le barbe di tutti i fondamentalismi. Allora questa spirale la si può interrompere in un solo modo: smettendo di fare la guerra e di lanciare bombe. Facciamo il primo passo, qualcuno deve pur cominciare. E se è vero che le democrazie sono meglio delle dittature e dei terroristi, ha un senso che si cominci noi e si cerchino altre vie. O vogliamo andare avanti con la guerra infinita per i prossimi 100 anni, in un tragico alternarsi di bombe e autobombe?

Luca Salvi
Verona