[Rete Lilliput • 21.07.04] Appello di Rete Lilliput per fermare la militarizzazione dei pompieri. "Città per città, al lavoro con i vigili e i parlamentari"...

APPELLI. «NO ALLA MILITARIZZAZIONE DEI POMPIERI»

“Siamo con i Vigili del Fuoco! Per proteggerci dall’uragano estivo che sta montando in Parlamento – la militarizzazione dei pompieri in dirittura d’arrivo al Senato – invito tutti i cittadini, la società civile organizzata, le reti di associazioni, le istituzioni democratiche, gli enti locali a sospendere per un attimo le proprie vacanze e a mobilitarsi per bloccare questa tragica riforma del Corpo dei Vigili del Fuoco”. Con queste parole Alex Zanotelli, animatore di Rete Lilliput, interviene nel dibattito a proposito del disegno di legge sulla Riforma del rapporto di lavoro del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. “Invito allo stesso tempo i nodi della Rete Lilliput, diffusi in tutto il paese, a solidarizzare con i Vigili del Fuoco caserma per caserma, per contrastare una legge che nessuno di loro ha voluto. Dobbiamo reagire, i cittadini si mobilitino chiedendo ai loro parlamentari di riferimento, eletti con i loro voti, di non approvare questa legge assurda che martedì prossimo, 27 luglio 2004, rischia di essere approvata definitivamente dal Senato”

La proposta di legge trasformerà il rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco equiparandoli ad una sorta di nuova forza di polizia. Si prevede l’assegnazione ai pompieri del nuovo compito di difesa civile, comprendendo in sé la garanzia e la sicurezza delle istituzioni, la capacità di sopravvivenza economica, produttiva e logistica del “sistema Paese” in occasione di crisi interne o internazionali. In particolare si prevede la gestione di crisi dovute ad armi di distruzione di massa di tipo nucleare, batteriologico e chimico.

La Rete di Lilliput sostiene le proposte delle forze democratiche che all’interno del Corpo dei Vigili del Fuoco si impegnano contro questa tendenza alla militarizzazione dei pompieri per trasformarli in corpo di difesa interno. Ribadendo il sostegno alle attività civili dei pompieri, la Rete di Lilliput si associa al gruppo di studiosi e attivisti nonviolenti, tra cui Antonino Drago, Alex Zanotelli e Alberto L’Abate che invitano a ripensare il corpo dei Vigili del Fuoco come naturale sostegno di una seria Protezione Civile che dovrebbe sviluppare l’autorganizzazione della società civile per prevedere, prevenire e rimediare ai disastri naturali, ecologici, industriali e potenzialmente anche militari. “Questa decisione sposta il confine dalla difesa civile senza armi a quella con le armi” ha dichiarato Gualtiero Via, referente del Gruppo sulla Nonviolenza della Rete di Lilliput. In questi anni molte sono state le lotte contro questa tendenza alla militarizzazione ed anzi le Rappresentanze Sindacali di Base del Publico Impiego (RdB-Cub P.I.) dei Vigili del Fuoco hanno anche controproposto un notevole progetto di legge AC 2868 Istituzione del Corpo nazionale di Protezione Civile.

In questa politica della difesa, pensata come azione di guerra a garanzia degli interessi strategici, rientra il varo della portaerei Cavour, commissionata dal precedente governo di centro-sinistra di Prodi e appena varata dal Ministro della difesa Martino. La portaerei Cavour costa al contribuente come 1/7 della manovra correttiva, che porterà tagli a ministeri, enti locali, Sud ed imprese. Al costo iniziale della portaerei Cavour, 900 milioni di euro vanno a sommarsi i costi delle armi e delle strumentazioni a bordo che fanno raggiungere la cifra di 1390 milioni di euro, quasi 2.700 miliardi delle vecchie lire. Ma è giusto ricordare al Ministro Martino che nella finanziaria per l’anno 2004 l’aumento per le spese militari era stato dell’1,5% rispetto all’anno precedente, pari a 19.670 milioni di euro a cui si sono aggiunte 1.200 milioni di euro per le missioni militari italiane. Cifre da capogiro proprio nell’anno in cui secondo il Sipri-l’Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace, il commercio legale di armi ha raggiunto i 956 miliardi di dollari, aumentando dell’11% nel 2003. C’è da sottolineare che il governo Berlusconi ha autorizzato l’export di sistemi bellici verso la Cina nonostante la conferma dell’embargo da parte del Parlamento europeo e quindi in violazione della legge 185/90 che regola il commercio delle armi.

Allo stesso tempo per Alex Zanotelli “è scandalosa la decisione del Pentagono di trasferire da Londra a Napoli il quartier generale delle Forze navali Usa in Europa: 20mila uomini delle tre armi.” La Nato Response Force, questa la forza presente a Napoli dal primo luglio, è destinata non tanto alla difesa collettiva, prevista dall’articolo 5 del Trattato nord-atlantico, quanto alle «operazioni di gestione delle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza», che rientrano nel «nuovo concetto strategico» ufficializzato dal vertice Nato dell’aprile 1999. Per Zanotelli “niente a che fare con l’articolo 11 della nostra Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.