APPELLO. FACCIAMOCI SENTIRE


In questi giorni il Governo si aspetta di ottenere dal Parlamento una delega. Che gli permetterà, con una manovra di sottobanco, di rilanciare la vendita di armi italiane nel mondo. Ciò porterà allo stravolgimento della legge 185 del 1990, approvata dopo una vasta mobilitazione della società civile e importante perché regola il controllo dell’export di armamenti. Ma non è finita. La prossima Legge Finanziaria potrebbe destinare centinaia di milioni di euro per la continuazione del programma di riarmo relativo ai 131 cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighter che l’Italia è intenzionata ad acquisire. La spesa complessiva, che impegnerà il nostro paese fino al 2026, è colossale: oltre 15 miliardi di euro (cioé oltre 29000 miliardi di vecchie lire). Cifra che è destinata ad aumentare di anno in anno. Alcuni Paesi europei (Olanda e Gran Bretagna) aderenti allo stesso Programma militare hanno già fatto un passo indietro. L’Italia, invece, ufficialmente ancora no. Anche se alcune delle certezze dei mesi scorsi stanno venendo meno proprio in queste ore. Anche per questo è fondamentale che la società civile faccia sentire la propria voce. Mediante degli appelli, ad esempio.


APPELLI

1) La «Tavola della Pace» e «Rete Italiana per il Disarmo», tra le varie iniziative messe in campo nelle ultime settimane, hanno lanciato una nuova petizione nazionale per cercare di salvaguardare la Legge 185/90.

2) «DisarmiAmoLaPace» di Varese, invece, sulla scia della mobilitazione nazionale del 2009 e dei primi mesi di quest’anno, sta raccogliendo, attorno ad un appello, consensi per cercare di fermare il programma di riarmo dei cacciabombardieri F35: si tratta di una petizione online che all’atto della sottoscrizione viene recapitata direttamente nella casella di posta elettronica dei deputati e senatori della propria regione.

Basta un minuto per aderire ad entrambe le iniziative. (am.t.)