APPELLO «NO DAL MOLIN»: NO AI GUADAGNI ARMATI DELLE COOP


Il Presidio permanente contro la nuova base militare USA a Vicenza, nell’area «Dal Molin», ha avviato su scala nazionale una raccolta di firme per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti del coinvolgimento di due cooperative “rosse” nella militarizzazione del territorio berico. La campagna durerà fino al 10 luglio 2008 e culminerà nella giornata di raccolta firme nazionale del 21 giugno 2008.

PERCHÉ CI OPPONIAMO

Siamo un movimento che da un anno e mezzo circa si oppone alla costruzione della base militare che si propone di ospitare, a meno di 2 chilometri dal centro cittadino di Vicenza, la 173ma Brigata armata aviotrasportata dell’esercito statunitense, quella – per intenderci – che porterà i soldati nelle zone “calde” di guerra, probabilmente nel Medio Oriente e in Africa.

Ci opponiamo alla costruzione di questa base militare per vari motivi:

» La nuova base «Dal Molin» (7° insediamento USA nella provincia di Vicenza) nasce dalla volontà degli Stati Uniti di costituire in Vicenza ciò che il Ministero della Difesa Usa chiama una delle cinquepunte di diamante” da realizzare nel mondo per «proteggere con azioni preventive gli interessi degli Stati Uniti ovunque essi li ritengano minacciati».

La Base di Vicenza, con giurisdizione su tutta l’area del Mediterraneo e del Medio Oriente prevede la trasformazione dei due battaglioni della 173a Brigata Aerotrasportata di stanza alla caserma Ederle, più i quattro che verrebbero dalla Germania al Dal Molin, in Brigade Combat Team. Le Basi di Aviano, Sigonella, Camp Derby e tutte le altre basi dislocatein Italia saranno funzionali a questa unità di attacco. Unità che sarà dotata di sofisticatissimi armamenti per la guerra elettronica, che prevede armi terrestri e aeree totalmente radiocomandate.

Questo fino al 2011. Successivamente, nell’ambito della strategia di espansione militare (Vicenza Master Plan 2020), verranno aggiunti: ampliamento delle basi di Longare, Fontega, Ederle, Villaggio per la Pace (scuola per 1000 alunni), un ospedale, 400 unità abitative, pista privata da sci, spiaggia privata sul litorale.

» Impatto ambientale. La Base insiste su un’area di 540.000 metri quadrati, prevede 33 edifici principali per un totale di 880.000 metri cubi di cemento che insistono su 80.000 metri quadrati dell’unico polmone verde presente a nord della città.

Occuperà parte della pista dell’aeroporto, che verrà chiuso. Per consentire gli spostamenti tra Ederle, Dal Molin e Aviano è prevista la realizzazione di una tangenziale con costro a totale carico dello stato italiano, con un tracciato che prevede un tunnel di 2 km che passa sotto il fiume Bacchiglione, la Base e l’Aeroporto, e che interferirà negativamente con la più importante falda d’acqua che alimenta Vicenza, Padova e Rovigo.

La Base inoltre confina ad ovest con il SIC (Sito di Interesse Comunitario) «Bosco di Dueville e risorgive limitrofe», che include il Bacchiglione, e si trova a soli 3,3 km dalla ZPS (Zona di Protezione Speciale) «Bosco di Dueville», le cui specie faunistiche e vegetative protette saranno a rischio a causa dell’ampiezza dell’insediamento.

Il progetto prevede l’utilizzo di una centrale termica a cogenerazione di 3,4 MW alimentata ad oliocombustibile, con serbatoi interrati sopra la falda d’acqua ed i cui fumi (circa 100.000.000 metri cubi all’anno) ricadranno su tutte le aree abitate circostanti.

É previsto un deposito di materiali speciali e rifiuti tossici. Le acque meteoriche dell’intera base, dove su 7.000 metri quadrati stazioneranno i mezzi in manutenzione, scaricheranno -senza trattamento- direttamente nel Bacchiglione.

Gli spostamenti dei militari avverranno su ruote, con buona pace per l’inquinamento acustico, da polveri sottili, da gas di scarico.

» Danno economico.

1. Costi per spostare la pista dell’Aeroporto (sempre che lo si faccia) o chiusura dell’aeroporto

2. Costi per la realizzazione della tangenziale finalizzata principalmente alle basi militari.

3. Costi per portare Acqua, Gas, Energia Elettrica e Fognature alla Base

4. Costi di gestione. In base all’accordo di Londra del 1954 il 41% dei costi dimantenimento delle Basi USA (stipendi del personale militare inclusi) è a carico del governo italiano. Nel 2004 le basi USA sono costate all’Italia 440.000.000 di Euro.

5. Maggiori costi di manutenzione delle strade e dei sottoservizi utilizzati dai militari.

6. Perdita di lavoro degli attuali dipendenti dell’Aeroclub e dell’Aeroporto civile, mentre i 120 dipendenti civili dell’attuale base militare italiana sono già in mobilità.

7. Una perdita di immagine da città d’arte a città militare, con ricaduta negativa per il turismo, e forte vincolo ad uno sviluppo politico, economico, della pianificazione urbanistica.

» Il territorio sarà sottoposto a rischi per la sicurezza: una simile concentrazione di opere militari diventerà un obiettivo altamente sensibile di attacchi terrotistici.

L’APPELLO

Alla fine del mese di marzo 2008 è stato assegnato l’appalto per la costruzione della base militare a due Cooperative “rosse”: la CCC (Consorzio Cooperative Costruttori) di Bologna e la CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna. Entrambre fanno parte della «Lega delle Cooperative», di cui fa parte anche la Coop supermercati. Accettando di concorrere per quest’appalto hanno dimostrato di anteporre le ragioni economiche ai valori della cooperazione, presenti tra l’altro anche nel loro statuto etico.

Noi ci siamo attivati andando nelle due sedi, per far loro presente la contraddizione tra il rispetto dell’ambiente, della dignità del lavoro umano, della partecipazione democratica, presenti nel loro statuto, e la costruzione di una base di guerra con forte impatto ambientale e “calata” sulle teste dei cittadini senza alcuna consultazione.

Inoltre abbiamo pensato ad una campagna di pressione sulle cooperative che fanno parte della Lega delle Cooperative, ed in particolare la Coop supermercato, di cui molti di noi sono soci e, supponiamo, anche molte persone sensibili ai temi della pace, della difesa dei beni comuni e di una reale pratica della democrazia.

La campagna di pressione su Coop consiste in una raccolta firme dei soci e consumatori Coop, che chiedono alla Coop di prendere posizione all’interno della Lega delle Cooperative contro la decisione di CCC e CMC di costruire la base USA e di fare a sua volta pressione su di esse.

 

COME AIUTARCI

Se concordate con i nostri obiettivi, potreste innanzitutto diffondere la voce su questi versanti:

– tenere nelle vostre botteghe, negozi, associazioni il modulo per la raccolta firme, che trovate SUL sito www.nodalmolin.it alla sezione «Boicottaggi»;

– raccogliere firme fuori dalle Coop in tutta Italia, in una campagna che durerà fino al 30 giugno 2008 e culminerà nella giornata di raccolta firme nazionale del 21 giugno 2008. Per raccoglire le firme non è necessario un autenticatore, poiché non richiediamo il documento di identità, e per farlo fuori dalle Coop bisogna chiedere l’autorizzazione al Comune.

– se siete soci Coop, portare una richiesta di presa di posizione nelle assemblee dei soci;

– se fate parte di una Cooperativa, chiederle di prendere pubblicamente posizione pubblica contro CCC e CMC, in quanto non rispettose dei valori etici della cooperazione;

Inviare -tramite raccomandata- i moduli firmati a: Presidio Permanente «No Dal Molin» – casella postale n. 200 – 36100 – Vicenza.

Le firme verranno consegnate alla Coop nazionale nel mese di luglio.

Per maggiori informazioni, adesioni, consigli, scrivere a [email protected] o consultare il sito www.nodalmolin.it alla sezione «Boicottaggi».