APPELLO. «VESCOVI ITALIANI, SULL’ORRORE DI FALLUJA UN SILENZIO CHE È PECCATO»

Centinaia fra sacerdoti, religiosi e laici scrivono ai vescovi italiani per chiedere condanna dell’attacco alle città irachene, una dichiarazione comune contro la guerra e il ritiro dei cappellani militari. Fra le adesioni quelle di padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, don Vinicio Albanesi, il giornalista Renzo Giacomelli, il teologo don Carlo Molari, ma anche di tantissima gente comune.
 
don Albino Bizzotto nel corso di una manifestazioneUn appello inviato nei giorni scorsi ai vescovi italiani perché condannino “il peccato di chi continua ad uccidere“, perché sconfessino “con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze, menzogne e crudeltà” e perché ritirino i cappellani militari presenti in Iraq.

Lo chiedono a gran voce sacerdoti, religiosi e laici da Genova a Napoli, da Padova a Perugia. Persone come padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, don Vinicio Albanesi, il teologo don Carlo Molari, ma anche laici come il giornalista Renzo Giacomelli. Ed i veneti don Livio Destro, (incaricato ufficio pastorale sociale e del lavoro diocesi di Padova), don Lucio Mozzo, arciprete Arzignano (VI) ed ex direttore Voce dei Berici, don Alvidio Bisognin, vicario foraneo Valle del Chiampo, padre Renzo Busana (comunità missionari dehoniani, Padova) e tantissima gente comune, credenti che rispetto al “tacere impressionante” sull’orrore di Falluja sentono un “fremito di coscienza” e vivono “la sofferenza della vergogna e dell’impotenza”. Un appello in calce al quale i nomi continuano ad aggiungersi, di ora in ora.

Da sinistra: don Tonio Dell'Olio (Pax Christi) e p. Alex Zanotelli (missionario comboniano)“Non possiamo rassegnarci. Non possiamo più tacere! Il nostro Dio ascolta il grido dei bambini, delle donne , dei civili trucidati senza distinzione. Il nostro silenzio rischia di essere interpretato da parte di tutti i crocefissi come connivenza con i crocefissori. Questo silenzio è peccato” scrivono ai vescovi i sottiscrittori dell’appello, inviato oggi a tutti i vescovi italiani e che continua: “Noi vi supplichiamo di dire da pastori una parola di pietà per i morti, di consolazione per i sopravvissuti e di condanna per il peccato di chi continua ad uccidere, generando odio e vendetta di cui si nutre il terrorismo senza fine. Sconfessate con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze, menzogne e crudeltà. Ribadite la scelta responsabile della nonviolenza, del dialogo e del diritto per raggiungere la riconciliazione e la pace tanto desiderate”.

Alla Conferenza Episcopale Italiana viene chiesto “un segno semplice, eloquente, comprensibile dalle folle di poveri, sfiniti dalla violenza indiscriminata: ritirate i cappellani militari, che in questo momento sono assieme ai soldati italiani di fatto parte della coalizione responsabile di quanto sta avvenendo”.
 

APPELLO AI VESCOVI PER LA CHIESA ITALIANA
 
[Padova, 23.11.04] Cari fratelli Vescovi, in Iraq è stata superata la soglia della stessa guerra “preventiva”. A Falluja si è rotto ogni argine alla barbarie. Siamo in presenza, non di una occupazione militare, ma di una distruzione totale, programmata e sistematica: un numero impressionante di uccisi, cimiteri a cielo aperto, impedimento di portare i soccorsi e i rifornimenti necessari ai superstiti, rase al suolo case, luoghi sacri, edifici d’arte. Per gli iracheni sunniti Falluja è città sacra. Urbicidio. E’ possibile conoscere la realtà soltanto a operazioni concluse e da un’unica fonte pilotata. E’ la crudeltà dei fatti che produce fondamentalismo non le parole.
 
Come credenti, uniti alle sorelle e ai fratelli delle altre confessioni cristiane, ci siamo impegnati con grande varietà di modi (veglie, preghiere, digiuno, assemblee, manifestazioni …) prima perché la guerra non iniziasse, come anche il Papa ha inutilmente supplicato, anche con azioni dirette di mediazione, poi perché cessasse. Accogliendo e facendo nostro l’invito di Giovanni Paolo II abbiamo invocato e fatto pressione, perché la Comunità internazionale rientrasse nelle regole del diritto offeso e ripudiato, ridando autorità all’ONU.
 
Sull’orrore di Falluja è calato un “tacere” impressionante, di fronte al quale la società civile che ancora sente un fremito di coscienza, vive la grande sofferenza della vergogna e dell’impotenza.

Non possiamo rassegnarci. Non possiamo più tacere! Il nostro Dio ascolta il grido dei bambini, delle donne , dei civili trucidati senza distinzione. Il nostro silenzio rischia di essere interpretato da parte di tutti i crocefissi come connivenza con i crocefissori. Questo silenzio è peccato. Siamo chiamati ad aver fiducia nel “Regno di giustizia, di amore e di pace” del Crocefisso e denunciare il regno di potenza, di distruzione e di morte.
 
Noi vi supplichiamo di dire da pastori una parola di pietà per i morti, di consolazione per i sopravvissuti e di condanna per il peccato di chi continua ad uccidere, generando odio e vendetta di cui si nutre il terrorismo senza fine. Sconfessate con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze, menzogne e crudeltà. Ribadite la scelta responsabile della nonviolenza, del dialogo e del diritto per raggiungere la riconciliazione e la pace tanto desiderate.

Vi chiediamo, come Conferenza Episcopale Italiana, un segno semplice, eloquente comprensibile dalle folle di poveri, sfiniti dalla violenza indiscriminata: ritirate i cappellani militari, che in questo momento sono assieme ai soldati italiani di fatto parte della coalizione responsabile di quanto sta avvenendo.
 
“Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” Parola di Dio della prima domenica di Avvento
Sono tante le persone, anche quelle che non appartengono alla comunità ecclesiale, che aspettano con ansia un vostro gesto di verità e di coraggio.

Forza e pace nella fede. Vi salutiamo con grande cordialità.


PRIME ADESIONI:
 
Don Achille Rossi – don Adriano Peracchi – don Alberto Bruzzolo – don Albino Bizzotto – don Alvidio Bisognin – don Andrea Gallo – don Angelo Dal Santo – don Antonio Ruccia – don Carlo Molari – don Claudio Borghi – don Dino D’Aloja – don Fabio Lazzaro – don Federico Bollettin – don Fernando Fiscon – don Flavio Gobbo – don Gianfranco Formenton – don Gianni Gambin – don Lidio Foffano – don Livio Destro – don Luigi Bortignon – don Luigi Ciotti – don Lucio Mozzo – don Luigi Renna – don Paolo Farinella – don Pierpaolo Peron – don Romeo Penon – don Vinicio Albanesi – don Vittorio Gnoato – fr. Claudio Parotti – fr. Nicola Bortoli – p. Alex Zanotelli – p. Angelo Cavagna – p. Claudio Gasbarro – p. Comunità Comboniani – p. Dario Bossi – p. Franco Nascimbene – p. Giorgio Antonino Butterini, OFMcap – p. Giorgio Poletti – p.Renzo Busana – suor Evelina Savini – seguono molte firme di laici…