Archeologia biblica. E i poveri?
Carissimi amici del “Grillo parlante”, vorrei condividere uno spunto sulla situazione della Chiesa in questo Paese, Israele. In un recente incontro ecumenico di preghiera, l’Arcivescovo Melchita cattolico di Gerusalemme ha espresso in maniera concreta alcuni obiettivi per prepararci a celebrare il Giubileo del 2000. Al primo posto, ha messo il seguente: il rispetto reciproco tra le chiese e la decisione di non accettare qualunque membro che voglia passare da una chiesa per venire nella propria. Oltre a questa seguono altre proposte concrete sempre a livello interno di collaborazione tra le chiese. Il “patto di non belligeranza” tra le confessioni é un segno emblematico di quanto siano scarsamente presenti nelle preoccupazioni delle istituzioni ecclesiali le ansie e i problemi dei poveri, soprattutto del popolo palestinese calpestato e privato dei suoi diritti dalla politica esclusivista dell’attuale governo. Certo é una impressione generale, tuttavia appare assai evidente che le chiese cristiane qui (con circa 160mila fedeli) sono piú preoccupate della loro sopravvivenza in un mondo circostante ostile. I cristiani infatti, vivono schiacciati da una parte dagli israeliani che li guardano con sospetto e diffidenza, dall’altra dai musulmani che li considerano traditori. Seppure comprensibile la paura dei cristiani non é per questo accettabile alla luce delle esigenze del vangelo che chiede alle chiese di assumere la loro responsabilitá nella società e di rendere rilevante il messaggio di salvezza e di speranza agli uomini e le donne che chiedono maggior giustizia e una pace vera in questo paese. Un’ultima battuta voglio dedicarla alla Teología che viene insegnata a Gerusalemme in varie facoltà. I docenti di queste facoltà si sono distinti per pubblicazioni e studi di notevole livello scientifico sulla storia e la archeologia biblica. Non mi risulta invece che lo stesso interesse mostrato verso il passato -Vecchio e Nuovo Testamento- sia rivolto all’epoca presente per cercare di dare una risposta agli interrogativi attuali. Ne scaturisce il quadro di una teologia cristiana quasi completamente assente da ció che interessa e preoccupa le persone di oggi. Vi lascio con questo, ci risentiremo presto dal Sudafrica. Un forte abbraccio da Jerusalem.
P. Efrem Tresoldi
(missionario Comboniano, ex direttore di Nigrizia)
Gerusalemme
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Marzo/Aprile 1998 del giornale «il GRILLO parlante».