[Eugenio Melandri • Marzo 1998] Amici, il 7 aprile è ricorso il quinto centenario della colonizzazione dell'Africa. Con la circumnavigazione del continente da parte di Vasco de Gama nel 1498, inizia infatti il periodo coloniale che si concluderà, formalmente, negli anni Sessanta, con la dichiarazione di indipendenza della maggior parte dei paesi africani...

A 500 ANNI DALLA COLONIZZAZIONE DELL’AFRICA

A 500 anni dalla colonizzazione dell’Africa…
Amici, il 7 aprile è ricorso il quinto centenario della colonizzazione dell’Africa. Con la circumnavigazione del continente da parte di Vasco de Gama nel 1498, inizia infatti il periodo coloniale che si concluderà, formalmente, negli anni Sessanta, con la dichiarazione di indipendenza della maggior parte dei paesi africani. Cinquecento anni di rapporti falsati e di dominio che, oggi, vanno corretti ponendo la solidarietà alla base di un nuovo patto con i popoli africani. E’ questa una delle sfide di “Chiama l’Africa” (l’iniziativa è stata ospitata dal 4 all’8 aprile anche a Verona), la prima Campagna italiana a cui aderiscono oltre 260 gruppi e organizzazioni della Società civile. Un grande sforzo non di sintesi ma di unione di esperienze e culture diverse del mondo del volontariato e dell’associazionismo italiano per “rimettere l’Africa -come si legge nell’appello- nell’agenda della politica internazionale e sulle prime pagine dei mezzi di comunicazione. E per quest’anno così importante -che segna il momento di riscatto dei popoli africani sul versante della cancellazione del debito e della pacificazione di tutto il continente entro il 2000)- “Chiama l’Africa” ha un’agenda ricca di iniziative. Con un obiettivo prioritario: convocare gli italiani a un anno di mobilitazione che faccia arrivare la voce dei popoli africani sui tavoli del nostro governo, dell’Unione europea, delle Nazioni Unite, e degli organismi economici e finanziari internazionali. Un impegno a tutto campo. A cominciare da “Arriva l’Africa in Piazza”, la prima mostra itinerante per l’Italia sull’Africa. “Arriva l’Africa” è il titolo di una vera e propria carovana, costituita da tre grandi camion allestiti a mo’ di mostra e che, a mo’ di recinto (con un quarto lato costruito da una palizzata in stile sudanese) formano un cortile di oltre 10 metri quadrati. All’interno vengono organizzati concerti, dibattiti, e trovano spazio le voci e i sapori di tanti piccoli mercati africani. I camion, dunque, sono strumenti di comunicazione e sensibilizzazione. Come veicolo di animazione e incontro con i volti e l’umanità di un continente che non è soltanto guerre e carestie. Ma anche progettualità, speranze e ricchezza. E’ un viaggio di ben 15 mesi: una kermesse di colori, musica e parole che toccherà, settimana per settimana, oltre 60 città e che si concluderà a Roma l’8 dicembre 1998. Con un obiettivo: raccogliere due milioni di firme e proclamare un “Anno internazionale si Solidarietà con i popoli africani”. Finora sono state toccate 20 città, partendo da Firenze e passando per la Sardegna e la Sicilia. Centrale sarà il mese di aprile con trenta giorni di mobilitazione intitolata: “1498 – 1998: Europa – Africa, andata e ritorno”. Quello di Vasco de Gama infatti è stato un viaggio che per l’Europa ha avuto un ritorno in termini economici, si sfruttamento e di dominio. Ora proponiamo un viaggio di scambio, in cui sia l’Africa ad arrivare in Europa. Un viaggio di ritorno con un sottotitolo molto impegnativo: “Memoria di cinquecento anni di colonizzazione”. La memoria è molto più di un ricordo. E’ far rivivere nel presente ciò che è avvenuto allora: è quasi renderlo contemporaneo in modo da poterlo sottoporre a verifica, da cambiarlo. Farne memoria significa costruire nuove relazioni. Tre, in particolare, le iniziative che nelle diverse città d’Italia animeranno il palinsesto: l’appena trascorso 7 aprile: quinto centenario della colonizzazione. L’Andata: “Mal d’Africa” Sappiamo che cosa significa “Mal d’Africa”. E’ la nostalgia inguaribile che prende chi, amandola, ha soggiornato in Africa. Ma “Mal d’Africa” è anche tutto ciò che hanno subito in questi 500 anni gli africani per la colonizzazione. In quel giorno, martedì santo, abbiamo invitato la gente a mobilitarsi con incontri, dibattiti, momenti di riflessione, organizzati dai nostri gruppi in diverse città.
26 aprile: centocinquantesimo anniversario dell’abolizione della schiavitù. L’Incontro: “Crocevia di carovane”. Il 26 aprile invece ricorrono i 150 anni dall’abolizione della schiavitù. A Gorè, l’isola di fronte al Senegal da cui partivano le navi dirette nelle piantagioni del nuovo mondo, vi saranno celebrazioni importanti. E si inaugurerà un monumento alla fraternità e alla collaborazione tra i popoli. La schiavitù è figlia del pregiudizio. Noi vorremmo che questa giornata fosse dedicata all’antirazzismo, non soltanto nei confronti degli africani, ma di tutti. Una grande giornata nazionale antirazzista: contro ogni forma di discriminazione e per una nuova società umana: polietnica e policulturale.
10 maggio: giornata conclusiva. Il Ritorno: “Un nuovo Patto di solidarietà” . “Chiama l’Africa” promuove il sostegno di un nuovo patto di solidarietà con i popoli africani con la firma dell’appello della campagna nelle piazze delle nostre città. In questa occasione proponiamo un gesto di solidarietà concreta: un sostegno ai gruppi organizzati della società civile africana. Tutti voi sapete che in Africa ci sono situazioni difficili: dall’Algeria, all’area dei Grandi Laghi; dal Sudan, alla Sierra Leone. Vorremmo aiutare questi gruppi, non tanto finanziando un loro progetto o venendo incontro a un loro bisogno ma sostenendo la fiducia in se stessi, fidandoci di loro, senza chiedere conto di nulla. E’ la prima volta che la campagna promuove una raccolta di fondi. Ci abbiamo pensato sopra molto e abbiamo creduto opportuno chiedere questo gesto di impegno, con un messaggio chiaro. La costituzione di una partnership in cui solidarietà e fiducia si incontrano. Se gli africani devono essere artefici della pacificazione, noi dobbiamo fare la nostra parte, senza chiedere conto. Con la massima fiducia, sapendo che ciò che faranno sarà ben fatto. Saluti di pace a tutti i lettori.

Eugenio Melandri
(Coordinatore nazionale di Chiama l’Africa)
Roma


Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Marzo/Aprile 1998 del giornale «il GRILLO parlante».