BEPPE GRILLO: «DIO NON VOTA»

Il 2 novembre si sceglierà tra Bush e Kerry anche a La California, frazione di Bibbona (Livorno). Se il presidente degli Stati Uniti si comporta come signore del mondo, perché devono votarlo solo gli statunitensi? Ci sarò anch’io.

Beppe GrilloCosì ho guardato in televisione i congressi dei democratici e dei repubblicani. Li chiamano “convention” ma ormai sono dei festival. Da quando sono i pubblicitari a scrivere i programmi dei candidati, a scegliere i loro slogan e le loro cravatte, molti parlano di politica-spettacolo. Ma oggi siamo oltre: la politica lascia il posto allo spettacolo.

Credevo di aver sbagliato canale con il telecomando: alla convention repubblicana ho visto proprio Terminator, il più violento e muscoloso degli attori statunitensi. Non volevo crederci, ma ora è presidente della regione California. Lo chiamo così perché se i giornalisti italiani chiamano governatore Formigoni, cioè il presidente della regione Lombardia, allora Terminator, governatore della California, lo si può chiamare presidente della regione California. Tanto per capirci.

Terminator, gonfio di orgoglio come molti culturisti sono gonfi di anabolizzanti, ha formulato una critica molto articolata ai democratici: “Sono femminucce”. Ci pensate? Gli Stati Uniti sono l’unica nazione con la pretesa di essere il modello di libertà e tolleranza per il mondo. Un mondo che va convinto – o almeno conquistato – anche a forza di bombardieri, carri armati, campi di prigionia e di tortura, pena di morte. Ma gli Usa sono anche la nazione dove culturisti e altri energumeni hanno le maggiori chance in politica. Già, se la politica è un gioco pesante, perché non ricorrere ai pesi massimi?

Il primo tra i maneschi passati in politica fu il campione di wrestling Jesse “the Body” Ventura, ex attore nel film Predator, governatore del Minnesota dal 1999 al 2003. “Abbiamo bisogno di mettere un wrestler alla Casa Bianca nel 2008”, ha detto, aprendo inaspettate prospettive per la difesa dal terrorismo islamista. Perché ricorrere all’intelligence quando bastano gli anabolizzanti? Basta mettere su un capo che sia grande, grosso e manesco: bin Laden, gracile e malaticcio, si spaventa e scappa. Il successo di una mente così fina ha spronato altri energumeni a buttarsi in politica.

Il più fortunato è appunto Terminator, che ora comanda in California. Nel 2003 gli Stati Uniti avevano due governatori maneschi su 50, il 4 per cento. Se fosse indipendente, la California sarebbe la quinta nazione del G7, davanti a Canada e Italia. Roba da brividi. Un decimo della popolazione e un sesto dell’economia negli Usa hanno scelto governatori che hanno passato in palestra più ore che all’università e lo dimostrano ogni volta che aprono la camicia o la bocca.

Qualcuno sostiene che Predator e Terminator siano diventati politici saggi. Eppure con le loro raffinate dichiarazioni dimostrano che per loro la politica è la continuazione del culturismo con altri mezzi. C’è da preoccuparsi: se più di un decimo del paese più potente e più armato del mondo è governato da palestrati eletti dal popolo, vuol dire che quel popolo non riesce più a distinguere tra culturismo e cultura. Per governare una nazione la prima cosa che devi conoscere è la sua cultura. Per aspirare a guidare il mondo, devi conoscere anche la cultura delle altre nazioni. La palestra non basta.

Un generale statunitense ha detto che invadere l’Iraq come risposta all’11 settembre è come se si fosse invaso il Messico in risposta a Pearl Harbor. Il dilagare del culturismo e della confusione nella cultura Usa spiega forse un fatto inquietante: nei primi due dibattiti televisivi per le presidenziali, tre dei quattro candidati (Bush, Kerry, Edwards) hanno detto bin Laden in una frase in cui volevano dire Saddam e viceversa. Si sono subito corretti. Per fortuna nel frattempo non hanno bombardato nessuno.

Chi confonde il culturismo con la cultura è pericoloso. Confonde la forza con la ragione. È quello che stanno facendo gli Usa da anni: ora in Iraq e in Afghanistan; prima in Vietnam, oppure appoggiando colpi di stato, dittatori e massacri in Cile e in sud e centro America, in Indonesia e in Congo negli anni sessanta, in Iran nel 1953.

Credevo che la convention democratica fosse meglio di quella repubblicana. Invece che delusione! Sapete qual è il pensiero più articolato che ho sentito da John Kerry? Bush – afferma Kerry – dice che Dio sta dalla sua parte. Noi invece speriamo di stare dalla parte di Dio!

Ecco la grande democrazia statunitense, quella che tutto il mondo dovrebbe imitare! Non potete scegliere tra la guerra e la pace, per voi hanno già scelto i grandi boss dell’industria del petrolio e delle armi. Però potete fare una scelta ben più importante, quella tra due candidati molto diversi, uno con Dio che combatte dalla sua parte e uno che – invece – spera di combattere dalla parte di Dio. Ah! Questa sì che è democrazia! Peccato che negli Stati Uniti Dio non possa votare. Vogliono tutti portarlo in guerra. Ma nessuno gli chiede se è d’accordo. Poi dicono che i musulmani sono pericolosi perché hanno una religione bellicosa.

Beppe Grillo


Fonte: Internazionale 561, 14 ottobre 2004