CIVITAS, 30 APRILE. “L’ALTRAFRICA: IL G8 AL FEMMINILE”

Ci sarà anche Aminata Traorè, ex ministro della cultura in Mali, “la più grande voce africana contro la globalizzazione” a World Social Agenda, la manifestazione internazionale che si svolge ogni anno presso Civitas, la fiera nazionale del Terzo Settore di Padova. L’autrice de “L’immaginario violato”, il libro che l’ha resa famosa in tutto il mondo, ha confermato la sua presenza a “L’AltrAfrica: il G8 al femminile”, tavola rotonda che si svolgerà il 30 aprile alle 20,30, insieme ad altre sette donne africane, voci dei paesi più poveri al mondo, in contrapposizione al G8 delle potenze economiche mondiali che quest’anno si riuniranno dall’8 al 10 giugno in Georgia. Insieme a lei Marie Louise Niwemukobwa, scampata all’eccidio del Rwanda e oggi ballerina, Maria De Lourdes, capoverdiana giornalista e conduttrice della trasmissione Rai “Permesso di soggiorno”, Celina Cossa, presidente dell’Unione generale delle cooperative del Mozambico, Fatima Mbaye, presidente del Coordinamento donne immigrate del Veneto, Elisa Kidanè, eritrea, suora missionaria e poetessa, Beryl Carby Mutambirwa (Zimbabwe) membro della Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà, Ong internazionale titolare di statuto consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite e Sowado Lagdaf, donna Saharawi.

Aminata Traorè sarà tra i protagonisti dell’inaugurazione della Fiera del Terzo Settore italiano il 30 aprile alle 11,30 nel corso della cerimonia “Europa – Africa” in cui le rappresentanti di World Social Agenda e i sindaci dei 10 paesi entranti nell’Unione Europea si scambieranno doni simbolici a testimonianza della storia e della reciproca solidarietà che lega i due continenti.

E il volto più creativo e innovativo dell’Africa sarà protagonista dell’edizione di quest’anno di World Social Agenda, all’interno del “padiglione Africa” dove saranno allestite bancarelle, laboratori di artigianato, musica e teatro insieme a tutte le associazioni di immigrati e alle organizzazioni che lavorano per e con l’Africa. Spazio anche agli scrittori africani emergenti tra le 18 e le 19 insieme a Mbacke Gadji (Senegal), Kossi Komba Ebri (Togo), Okechukwu Anyadiegwu (Nigeria). I tanti volti dell’Africa saranno al centro della serata tutta al femminile che si svolgerà all’interno del padiglione Africa: a conclusione della tavola rotonda, le protagoniste rilanceranno un documento sulle principali priorità e richieste che l’Africa pone all’Europa.

WORLD SOCIAL AGENDA: CHE COS’É 

Nel 1999 Fondazione Fontana, impegnata in progetti di cooperazione e di educazione alla pcce, Civitas, la più importante fiera italiana del non profit, in collaborazione con il portale Unimondo e con molte organizzazioni impegnate nella ricerca di alternative all’attuale sistema economico, organizzano il primo World Social Forum. Sulla piazza di Civitas, vera e propria agorà dell’economia sociale e della cultura internazionale, nel 2000 e nel 2001 si sono incontrati Susan George Susan George, Ann Pettifor, Anuradha Vittachi, Muhammad Yunus, Bill Pelke, Euclides Andrè Mance, Bijou Nzirirane, Fatos Lubonja, Muhidin Hamamdzic, Diana Çuli.

Dalla piazza padovana il dibattito si sposta a Porto Alegre dove nello stesso 2001 ha luogo il Forum sociale mondiale che prende nome dall’iniziativa nata all’interno di Civitas. Le prime due edizioni mettono l’accento sulle proposte più innovative che si oppongono all’ideologia del neoliberismo, sulla riflessione culturale e sulle campagne di sensibilizzazione: la cancellazione del debito dei paesi poveri, la pena di morte, la lotta al commercio delle armi, il diritto ai farmaci essenziali, l’introduzione della Tobin Tax.

Dalla protesta, alla proposta, alla politica: il 2002 è l’anno del passaggio da “forum” ad “agenda”, nome scelto per indicare la necessità di intraprendere azioni politiche che mettano in atto le riflessioni maturate. L’Agenda sociale, secondo gli obiettivi degli organizzatori, dovrà tracciare delle linee, un vero e proprio piano di azione che contenga modelli ed indicatori per un nuovo approccio dove i rapporti di forza si invertono e la politica attui le indicazioni “dal basso”.

Proprio da qui parte l’edizione del 2002, parlando di democrazia partecipativa e bilancio partecipativo, di sviluppo sostenibile e indicatori globali e locali, di risoluzione non violenta dei conflitti e delle esperienze di mediazione pacifica con Iria Charão Rodrigues, Nicola Bullard, Roberto Bissio, Tonino Perna, Yves Cabannes, Riccardo Petrella, Giulietto Chiesa, Alex Zanotelli, Satha Anand, don Albino Bizzotto.

Roberto Savio, Eveline Herfkens, Ekkehart Krippendorff, Andrew Calabrese sono i protagonisti dell’edizione 2003 che si è posta l’obiettivo di approfondire il rapporto tra istituzioni, economia e società civile. Con l’edizione 2004, World Social Agenda comincia ad esplorare le culture altre, partendo dall’Africa per poi approdare in America Latina (2005), Asia (2006) ed Europa (2007) e scegliendo di farlo, come al solito, attraverso uno sguardo differente e privilegiato: quello delle donne.  

“L’altr’Africa: il G8 al femminile” 

INTERVENTI
 

MARIA DE LOURDES JESUS
Giornalista, nata a Capo Verde ed in Italia dal 1971, è stata conduttrice di “Non solo nero”, rubrica storica di Rai Due sull’immigrazione, chiusa nel 1994. In seguito ha curato una trasmissione radiofonica dal titolo Africa-Afrique-Ifrikiea” (la parola Africa in lingua italiana, francese ed araba) in onda nell’ambito di “BauBarnum”, su Radio Uno, attorno alle 23.30 per parlare della cultura e della letteratura dell’Africa in senso positivo. Dal 1995 conduce “Permesso di soggiorno” una trasmissione del mattino su Rai Uno che si occupa di argomenti di interesse sociale: non soltanto immigrazione, ma anche anziani, minori, disabili ecc. La trasmissione si basa su servizi registrati e messi in onda senza presentazioni, che in soli 5 minuti cercano di comunicare un messaggio forte. Intervento:

L’altr’Africa possibile” – Non solo dolore e miseria ma energia e volontà di (r)esistere. Dare un’immagine diversa dell’Africa perché L’Africa è diversa dall’immagine data. 

BERYL CARBY MUTAMBIRWA
Originaria della Jamaica, è membro della International League of Women for Peace and Liberty, del Bureau International de la Paix (International Bureau of Peace), e del World Young Women’s Christian Association (World YWCA) a Ginevra in Svizzera, e del TIYE international in Olanda. Queste ONG internazionali sono diffuse in molti stati, inclusa l’Italia, e sono titolari di statuto consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, nelle due sedi di Ginevra e New York, oltre che dell’UNESCO. La Mutambirwa ha ottenuto un Master in Biochemistry e sta attualmente completando un Master in Legge. Ha assunto diverse posizioni di rilievo in Organizzazioni Non-Governative internazionali, lavorando in particolar modo nel settore della salute pubblica ed ambientale, dell’educazione, della pace e dello sviluppo e, più recentemente, come direttrice del dipartimento Educazione dell’UICC (International Union Against Cancer) a Ginevra; un organismo internazionale impegnato nella lotta al cancro in 87 stati. E’ stata moderatrice di numerosissime conferenze, dal World Summit on the Information Society, alla Marcia Mondiale delle donne, alle conferenze delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sociale ed alla quarta Conferenza Mondiale delle Donne. E’ Membro del Comitato Scientifico dell’UNIP (Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace), Vicepresidente della Swiss Association for Living Values Education Programme (SALV) e consigliere del consiglio d’amministrazione dello SHEBA (South Hope in a Europe without Barriers), in Olanda. 

Intervento: “Dal villaggio all’ONU. Donne per la pace” – La donna africana ha la responsabilità della pacifica conduzione famigliare/comunitaria africana. Ai vertici delle Nazioni Unite od Organizzazioni Internazionali, mantengono la stessa propensione alla pace? 

MARIE LOUISE NIWEMUKOBWA
Marie Louise è nata in Rwanda nel 1967 ed è venuta in Italia per studiare. E’ rientrata in Rwanda dal 1994 al 1997. Cantante e poetessa. Ha composto il suo primo CD durante il genocidio. Quello che vuole trasmettere il CD è un desiderio di pace e di calma interiore. Come ballerina ha danzato nel 1999 alla Biennale di Venezia durante l’opera “Trama d’ali”. Negli spettacoli è accompagnata in genere dai “SANGO”, un gruppo di ballerine, percussionisti e chitarristi. E’ fondatrice dell’Associazione Donne Immigrate Solidaires (ASDIS-VE) e responsabile dello sportello donne immigrate della CGIL di Venezia. Collabora con Radio Base Popolare. Madre di tre figli.

Intervento: “Donne in guerra” – La donna africana ha la responsabilità della pace e della mediazione nella famiglia e nella comunità africana. Ma la tragedia che ha colpito il Rwanda ha fatto forse emergere un’inaudita violenza anche tra le donne sulle quali grava, oggi, la responsabilità del mantenimento della pace.

AMINATA TRAORE’
Nasce nel 1947 a Bamako, nel Mali. È figlia di un funzionario dell’ex Sudan francese, ha cinque sorelle e cinque fratelli. Da bambina esprime il desiderio di studiare, cosa molto insolita per l’epoca. Nel 1968 partecipa alle manifestazioni studentesche a Dakar. Studia in Francia e si laurea in psicosociologia nel 1976. Lavora per conto del Ministero ivoriano per la Condizione femminile e in seguito per la Conferenza delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.  Nel 1997 diventa ministro della Cultura del Mali, incarico che ricoprirà fino al 2000. Nel 2002 è tra i partecipanti del World Social Forum – WSF di Porto Alegre e nel 2003 del WSF di Bombay. Definita da molti autori come “la più grande voce africana contro la globalizzazione” è autrice del libro: “L’immaginario violato” ove teorizza la microresistenza contro il macrodominio.

Intervento: “Tutto tranne la menzogna” – La menzogna su noi stessi, sul nostro ruolo nella produzione delle ricchezze di cui i nostri popoli sono privati, sulle conseguenze della schiavitù, sul principio della riparazione, sulla colonizzazione, sui programmi di adeguamento strutturale, sulle regole del commercio mondiale, sui diritti dell’uomo e della democrazia.  

ELISA KIDANE’
Nasce a Segheneiti (Eritrea) nel 1956 e diventa suora missionaria comboniana nel 1980. Parte per l’America Latina e svolge il suo ministero in Ecuador, Perù e Costa Rica. A contatto con le vicissitudini di questi popoli, affina la capacità di leggere con passione le utopie e le speranze che animano la quotidianità. Alla scuola della gente umile, impara a non perdere la dolcezza dell’anima anche nelle situazioni più difficili. Anche se lontana segue l’evolversi storico del suo Continente e canta nei suoi versi lineari e appassionati le vicende delle donne e degli uomini delle mille e più Afriche. Attualmente è redattrice della rivista Raggio.  

Intervento: “Poesie di speranza

CELINA COSSA
Celina Cossa è tra le fondatrici dell’Unione Generale delle Cooperative, un’organizzazione che comprende più di 200 cooperative, prevalentemente agricole e zootecniche, e coinvolge quasi 6.000 lavoratori, al 95% donne, nella regione di Maputo, la capitale del Mozambico. Nata nel 1954, Celina Cossa è maestra elementare alla fine degli anni ’70 in un paese che, dopo aver ottenuto l’indipendenza dal Portogallo, è dilaniato da una sanguinosa guerra civile: villaggi distrutti, fattorie disseminate di mine, centinaia di migliaia di sfollati che fuggono dalle campagne alle città o trovano accoglienza nei paesi vicini, in Malawi, in Swaziland, in Tanzania, in Zambia, nello Zimbabwe, in Sudafrica. Dal 1981 è Presidente dell’Unione generale della cooperative. L’Unione Generale comprende 185 cooperative di primo grado (quelle più semplici) e 42 di secondo grado, 6.000 soci e 3.000 ettari di terre coltivate. Come riconoscimento per i risultati ottenuti, a Celina Cossa è stato attribuito nel 1988, a New York, il prestigioso riconoscimento dell’Hunger Project, riservato ai leader africani che si sono maggiormente distinti nel combattere la fame e la povertà nel loro paese.

Intervento: “Ricostruire il proprio paese. Partendo dalle donne” – Dare credito alle donne: un circolo virtuoso inarrestabile. L’esperienza dell’Unione Generale delle Cooperative in Mozambico.

SOUADO LAGDAF
Souado Lagdaf è nata nel Sahara Occidentale, già Sahara Spagnolo. Ha vissuto nei campi dei rifugiati sahrawi nel deserto algerino. E’ in Italia dal 1995 per motivi di studio. Ha partecipato a varie iniziative femminili in Italia come rappresentante delle donne sahrawi, che nel loro esilio hanno dato vita ad una delle esperienze organizzative e di progresso sociale e civile più straordinarie della storia moderna in uno dei deserti più inospitali della terra, ove la temperatura in estate supera i 60° e d’inverno cala sotto lo 0°. Sono più di 25 anni che le donne sahrawi si fanno carico di tutto, dall’alfabetizzazione con risultati che superano il 95% all’edilizia, hanno mantenuto e difeso la loro cultura. Souado Lagdaf non può che rappresentare con la propria presenza la grande dignità del suo popolo.

Intervento: “Indipendenza e nonviolenza” – Donna è dignità. In assenza di uomini, le donne sono al governo dei campi profughi. Organizzano il vivere quotidiano. Fanno politica internazionale con petizioni all’ONU affinché venga loro riconosciuto il diritto ad un luogo ove abitare, identificarsi. Usano la nonviolenza per raggiungere l’indipendenza, non solo dagli Stati ma anche dagli uomini oppressori.  

FATOUMATA MBAYE
Fatoumata Mbaye, nata a Saint Louis in Senegal nel 1959, è arrivata in Italia nel 1990 e risiede a Vicenza dal 1992. È stata socia fondatrice, nel 1998, dell’Associazione Donne Immigrate del Veneto di cui è presidentessa dallo stesso anno di costituzione. L’associazione raggruppa oltre 200 donne immigrate di tutte le nazioni, non soltanto africane ma anche dei paesi arabi e dell’est Europa. Obiettivo principale dell’associazione è quello di fornire assistenza e supporto sociale, burocratico e culturale alle donne immigrate. Tra le attività in corso vi è la progettazione di una serie di attività economiche (saloni di estetica, ristoranti etnici, asili nido, e centri ricreativi per bambini) per poter dare direttamente lavoro alle donne immigrate, di cui gran parte tolte dalla strada. Da sempre impegnata a risolvere i problemi degli immigrati e cercare percorsi di confronto con la realtà italiana, spesso interviene come relatrice a convegni e tavole rotonde. È sposata e ha due figli e attualmente gestisce un negozio etnico a Vicenza.

Intervento: “L’Africa sotto casa” – Vivere ed abitare nella Regione più ricca d’Europa. Vivere ed abitare nella contraddizione. La donna africana, sempre più presente nelle scuole, associazioni, quartieri, supermercati è ormai di casa. Dopo le battaglie per la cittadinanza è tempo dell’incontro, dell’ospitalità, certi che la diversità sia solo una ricchezza.

AMINATA TRAORE’

Foto: AMINATA TRAORE’