[di Gino Strada • 19.09.02] «L'informazione è un'arma» ha detto Colin Powell, e la guerra mediatica è già iniziata. Giornali e televisioni hanno incominciato il loro lavoro sporco per creare consenso alla nuova barbarie che è già all'orizzonte. Guerra. A questa parola non riesco ad associarne altre che non siano morte e sofferenza, lutti e miserie. Nel terzo millennio, molti esseri umani continuano a ritenere possibile, a volte addirittura giusto, uccidere altri esseri umani. Perché questa follia? Per il dio danaro o per il potere che genera danaro, per affermare la propria visione del mondo o in nome della democrazia e della civiltà.

CON EMERGENCY, CONTRO LA GUERRA

Ma quale civiltà sarebbe possibile se vengono uccisi i cives, cioè i cittadini? Come si può sostenere di affermare diritti, mentre si sta per negare ad altri il diritto fondamentale, quello di restare vivi? I diritti sono di tutti: quando solo uno ne è escluso diventano privilegi. L’unica verità che conosco della guerra sono le sue vittime. Mutamenti di regimi e avvicendarsi di dittatori sono soltanto «effetti collaterali». È la guerra, in tutte le sue varianti, il vero terrorismo internazionale.
Quello che ha fatto a pezzi uomini donne e bambini a New York e a Kabul, a Jenin e a Tel Aviv e in mille altri luoghi del pianeta. E che vuole fare altri morti a Baghdad. La guerra è una scelta criminale, non una necessità. Non possiamo continuare così: non solo un altro mondo è possibile, ma questo mondo, il nostro mondo dominato dall’ingiustizia e dalla violenza, è impossibile, non può continuare, non si regge più in piedi. Siamo alla vigilia di una nuova guerra che potrebbe portarci tutti nel baratro. Sono angosciato nel sentire ipotesi sull’uso di armi nucleari: come potremmo allora fermare la carneficina?
C’è un’unica alternativa all’autodistruzione: mettere al bando la guerra, far tacere le armi e ricominciare a parlarsi. Questa è la vera «guerra» da vincere, riprendere il dialogo tra gli uomini, avendo escluso, in ogni caso, la possibilità di ucciderci a vicenda. La Costituzione italiana ripudia la guerra, mentre il novantadue percento del Parlamento italiano nemmeno un anno fa ha votato per la guerra. La politica e l’etica sono andate in direzioni opposte, e solo la società civile può rimetterle insieme, imponendo regole della convivenza rispettose dei diritti di tutti: giustizia e legalità sono strumenti fondamentali di questo processo.
La società civile deve assumere in pieno questa responsabilità, valorizzando tutte le esperienze di impegno sociale, di attenzione ai bisogni dei più deboli e dei più vulnerabili. Solo le componenti meno aggressive e più solidali, più «umane» e non violente della società possono interrompere quel processo che vede sempre più spesso la politica subordinata a interessi illegali, che nulla hanno a che vedere con il bene comune. L’illegalità può conquistare il potere anche in modo «legale»: ha armi forti per farlo, come quella dell’informazione. Oggi siamo tutti chiamati a lottare perché l’Italia, cioè ciascuno di noi, non si renda corresponsabile di nuovi lutti e di nuovi crimini, prendendo parte alla nuova guerra. Emergency intende includere tra i contenuti della manifestazione di domani a Roma il rifiuto di una violazione della Costituzione e delle dilaganti violazioni della legalità internazionale. Emergency ha lanciato un appello: Fuori l’Italia dalla guerra. Lo ha potuto fare perché ogni giorno pratica, costruisce, concretizza la pace. L’appello è stato in larga misura censurato da giornali e tv. Ce lo aspettavamo. Ma possiamo farcela lo stesso: dobbiamo imporre che sulla scelta della guerra vengano consultati i cittadini italiani. Non abbiamo deposto nelle urne elettorali alcuna delega, a nessuno, per violare la Costituzione e portarci in guerra. Siamo certi che la stragrande maggioranza di noi non vuole lutti e miserie nell’orizzonte dei propri figli, né vuole provocarne ad altri genitori. Fuori l’Italia dalla guerra. Basta guerre, basta morti, basta vittime. Per aderire all’appello di Emergency contro la guerra, collegarsi con il sito: www.emergency.it