DAL MOLIN. BEATI I COSTRUTTORI DI PACE: «LETTERA APERTA ALLE CITTADINE E AI CITTADINI DI VICENZA»



Alle cittadine e ai cittadini di Vicenza



In un momento così speciale per la città di Vicenza, come Associazione che ha condiviso e vissuto tutti i momenti del percorso drammatico e splendido che vi ha portato all’appuntamento della consultazione popolare di domenica prossima (5 ottobre 2008, ndr), sentiamo forte il bisogno di esprimervi i nostri sentimenti. Abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza verso di voi. Molti italiani ancora non lo sanno, ma scopriranno presto quale importanza e quale regalo sono per tutti le vostre scelte di pace e di giustizia e le modalità di lotta con cui le perseguite. Grazie per il vostro coraggio, la vostra creatività e fiducia nel continuare a lottare credendo nell’impossibile. In un momento di smarrimento generalizzato della società state offrendo la testimonianza di una resistenza impossibile altrove e di una forza che non viene dalla disperazione, ma dalla coscienza dell’importanza e della validità della scelta.

Vicenza, manifestazione del 1 ottobre 2008Conosciamo la grande sofferenza che colpisce direttamente molti di voi; sofferenza provocata dal comportamento di quelle istituzioni locali e nazionali che dovrebbero essere garanti del rispetto della Costituzione e della legalità e che invece, dall’inizio fino all’ultima ordinanza del Consiglio di Stato, hanno continuato a nascondere, raggirare, prevaricare. Come se fossero i cittadini i nemici dello Stato! E il tutto con l’isolamento politico decretato da quasi tutti i partiti.

Anche se si fa di tutto per relegare la scelta della nuova base statunitense alla sola città di Vicenza – chiamandola addirittura una mera questione urbanistica – abbiamo chiara la coscienza che essa riguarda tutti gli italiani e non si riduce a una semplice questione ambientale locale. In un mondo ormai globalizzato e in grande fermento la nuova base condiziona pesantemente i nostri rapporti con tutti gli altri popoli per un futuro di pace e di convivenza o di scontro e di guerra.

In Italia siamo arrivati al punto che si pretende la consultazione della popolazione per la costruzione di una moschea, luogo dove ci si riunisce per pregare, mentre si nega ogni possibilità di consultazione popolare per la costruzione di una base di guerra, che devasta un territorio sensibile e che serve per mandare soldati per il mondo a uccidere. E così, cittadine e cittadini di Vicenza, oltre alla responsabilità sulla pace ora dovete accettare anche la responsabilità sulla democrazia.

Per questo vi rivolgiamo una pressante preghiera. In questo momento, come cirenei, per tutti gli italiani siete caricati di una croce non voluta e non prevista. Qualcuno di voi sarà tentato di respingere la responsabilità di una scelta per tutti. Qualcuno sarà già stanco di tutto il disagio e le tensioni che essa ha già provocato. Qualcuno riterrà inutile continuare a sperare e lottare, vista la pervicacia con cui chi ha potere continua sordo e imperterrito a proseguire nelle decisioni prese. Potete immaginare con quale cuore vi chiediamo di continuare a scegliere ciò che serve alla vita e alla pace.

Non accettate di ridurre questa scelta alla logica dell’appartenenza politica e ancor meno di barattarla con la promessa di qualche favore economico. Con le armi non risolveremo il problema dell’acqua per tutti, non ridurremo l’inquinamento dell’aria e non coltiveremo la terra perché produca cibo per tutti.

La consultazione di domenica prossima, affidata unicamente alla vostra decisione di volerla realizzare, può risultare ancor più significativa. Se è stata impedita a più riprese e in tutti i modi vuol dire che qualcuno la teme. Non servirà per il Governo italiano, ma forse troverà ascolto e riscontro proprio dagli Stati Uniti. Vi chiediamo di partecipare anche per tutti noi, per riappropriarci di una sovranità che ci stata tolta e per esercitare su una questione vitale il nostro diritto a intervenire democraticamente, sapendo che niente è piccolo e inutile se ci mettiamo il cuore.

Padova, 3 ottobre 2008



Beati i costruttori di pace