05.03.2013 – Verona – «La crisi del Mali», con Ismail Haidara Dadié, Marco Aime e Venanzio Milani

Nell’ambito del ciclo di incontri d’attualità «I martedì del mondo», martedì 5 marzo alle ore 20,30 nella Sala Africa dei Missionari Comboniani, in Vicolo Pozzo 1 a Verona, si parlerà de «La crisi del Mali».

Quali sono i contorni geopolitici, politici, economici e sociali della crisi in atto nel Mali? Quali le forze jihadiste e qaidiste in campo nel paese dell’Africa saheliana? Quali problemi ha risolto l’intervento militare francese, scattato l’11 gennaio scorso, e quali sfide restano aperte? Quali le rivendicazioni dei tuareg, che abitano il nord della nazione, nei confronti del governo di Bamako? Quale il ruolo della comunità internazionale per ricomporre il quadro e restituire al Mali la pace e la sovranità perdute? Quanto può incidere l’Alto consiglio islamico maliano in un’opera di mediazione?

Per rispondere a queste domande e tentare di dare una chiave di lettura alla complessa situazione maliana, i «Martedì del mondo» propongono un incontro con Ismail Haidara Dadié, storico e sociologo maliano, originario di Timbuctù, autore di diversi saggi e direttore della Fondazione Kati. Ad affiancare Dadié, Marco Aime, docente antropologia culturale all’Università di Genova, mentre a moderare la serata c’è p. Venanzio Milani, coordinatore della Fondazione Nigrizia.

Sostiene il direttore di Nigrizia Efrem Tresoldi: «Senza minimizzare la pericolosità del fenomeno del terrorismo islamico, sono convinto che una soluzione militare è nel contempo inefficace e controproducente. I segnali della crisi maliana si erano manifestati anche prima dell’occupazione del nord del paese da parte dei miliziani integralisti. E allora andavano fatti adeguati investimenti politici per rafforzare le istituzioni e conferire maggior peso all’islam moderato, quello praticato dalla stragrande maggioranza della popolazione».

Ora gli eventi sono precipitati e, tuttavia, sottolinea padre Tresoldi, «vanno fatte le debite pressioni perché vengano deposte le armi e si avvii la fase negoziale. Ci deve essere una mobilitazione ampia e uno sforzo congiunto che coinvolga l’Onu, l’Unione africana, la Lega musulmana mondiale e le Chiese. Il fallimento dell’operazione militare in Afghanistan a cui si aggiungono quelle della Libia e della Somalia devono indurre a riflettere e a cercare alternative all’opzione armata. Che non è estranea a logiche di conquista per l’accaparramento delle risorse naturali e di perpetuazione degli apparati militari che hanno bisogno di conflitti per produrre e svilupparsi».

L’incontro è promosso dalla Fondazione Nigrizia dei Missionari Comboniani, dal Centro Missionario Diocesano e dalla rivista «Combonifem»

Per informazioni: Fondazione Nigrizia onlus: 045.8092390 – 045.8092271